Cormons, Enrico Veliscig a 102 anni è ancora al lavoro tra filari e botti

A dispetto della sua età il fondatore e patriarca dell’azienda “Simòn di Brazzàn” passa metà della sua giornata in vigna 

CORMONS Un traguardo non da tutti, raggiunto peraltro in ottima forma tanto da riuscire a dare ancora un aiuto in vigna ai propri famigliari. È quello festeggiato nei giorni scorsi dal brazzanese Enrico Veliscig, che ha spento 102 candeline circondato dall’affetto dei propri famigliari. Il 3 settembre scorso, in occasione del compleanno, la vendemmia si è fermata per mezza giornata durante la quale l’azienda Simòn di Brazzàn, gestita oggi dal nipote Daniele, ma nata proprio dall’impegno di Enrico, ha reso omaggio al capofamiglia, festeggiato dalle figlie Giuliana e Marisa e dai parenti nella Brazzano dove i Veliscig risiedono sebbene le origini della famiglia fossero della vicina Ruttars, frazione di Dolegna.

Una storia, quella di Veliscig, che sin dall’infanzia si lega a doppio filo con il mondo dei campi, dove ha iniziato a lavorare già all’età di 12 anni. Particolarmente difficili furono i sei anni della Seconda guerra mondiale, dopo la quale però Enrico riuscì a riprendere in mano il proprio lavoro con grande entusiasmo. È lì che inizia la grande epopea professionale: «I Veliscig – sottolinea l’amico enologo e giornalista Claudio Fabbro – si avviarono decisamente verso un indirizzo vitivinicolo specializzato nel 1972. Enrico, da tutti chiamato Rico o col soprannome “Simòn di Brazzàn”, fin da subito dimostrò di essere agricoltore raffinato e autodidatta. È sempre stato ammirato da colleghi e osti friulani per il suo Tocai friulano, giustamente alcolico e fortemente tipico per note marcate di mandorla».

Una nuova svolta ci fu a metà degli anni ’90. Per Veliscig fu una sorta di seconda giovinezza vitivinicola quando ad affiancarlo arrivò il nipote Daniele Drius, che portò nuove idee ricevendo in cambio dal nonno tanti consigli. Il connubio garantì ottimi risultati: «Vigne e cantina vennero rivoltate come un calzino; macchine, presse e filtri divennero i primi garanti di una nuova efficienza e funzionalità», racconta oggi Fabbro, che è la memoria storica del Collio sul fronte vitivinicolo e conosce molto bene anche le vicende dell’azienda Simon di Brazzan. Un percorso, quello portato avanti da nonno e nipote, che tra le varie produzioni vedrà la creazione anche del “Centenario 1918-2018” (un vino 100% Merlot fortemente strutturato), nato proprio in concomitanza col secolo di vita di Enrico, e quindi dal significato emozionale enorme per l’intera famiglia. Ma le soddisfazioni per nonno Rico non erano ancora finite: nel 2018 infatti fu proprio lui a ricevere il “Premio Provinciale Coldiretti Gorizia 2018”, riconoscimento che Veliscig ottenne nel corso di una partecipata e sentita cerimonia durante la Giornata del Ringraziamento a Dolegna.

Ancora oggi la sua verve è intatta: passa mezza giornata tra le vigne e chi vendemmia in questi giorni insieme a lui fatica spesso a stargli dietro. Insomma, un vero e proprio fenomeno di vita sana, ma una fetta del merito va anche al dna di famiglia: la longevità è infatti una delle doti dei Veliscig, visto che una delle sorelle di Enrico ha raggiunto i 104 anni, un’altra sorella e uno dei fratelli sonoarrivati entrambi a 99 anni, mentre una terza sorella, residente a New York, ha 97 anni e gode ancora di ottima salute e si mantiene in contatto con l’amato fratello mantenendo nel cuore sempre il ricordo del suo Collio. —

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