CoopCa in crisi, la Regione in campo
UDINE. L’assalto dei risparmiatori al prestito sociale è stata la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un vaso che era già colmo. Colmo di debiti, con i fornitori da pagare, i prodotti da smerciare, i dipendenti da garantire. E ci sono gli investimenti milionari che, a causa anche della crisi, non danno i frutti attesi e anzi un magazzino nuovo, all’avanguardia, resta pieno di attese ma lavora molto poco. I conti non tornano, il buco è milionario, la richiesta di concordato in bianco è una decisione obbligata. Era l’unica scelta per il cda di Coop Carnica che nell’ultima settimana sente la pressione dei soci, guarda i numeri e prende la strada del Tribunale di Udine. Un tentativo di restare in piedi che spetterà alla governance dell’azienda, soprattutto per i 650 dipendenti, ma che coinvolge anche la Regione con Sergio Bolzonello che attende gli esiti della revisione straordinaria che ha commissionato per guardare in faccia la spietata verità dei numeri. Il Tribunale, forse già giovedì o venerdì, deciderà sulla richiesta di aiuto, per congelare la situazione per qualche mese e nel frattempo decidere se e come CoopCa avrà un futuro.
Richiesti 4,5 milioni dai soci
Il nodo, oggi, è una mancanza di liquidità determinata dagli affari che non girano, da un risultato in rosso per milioni – si parla di qualche decina – e anche da investimenti probabilmente azzardati. Nella vicina Trieste, poi, le Cooperative Operaie fanno acqua. I quasi 3mila soci con libretto di deposito della CoopCa guardano lo scenario e decidono che vogliono i rimborsi. A Tolmezzo però, quartier generale della società, i soldi non ci sono. O meglio. Diversi soci chiedono soldi per complessivi 4,5 milioni. La CoopCa comincia a staccare gli assegni, fino a un milione e mezzo, mentre gli altri tre milioni restano prenotati. È qui che il cda si ferma, capisce che dare quei soldi significa chiudere, nomina come consulenti l’avvocato Andrea Cabrini e il commercialista Maurizio Variola e lunedì mattina deposita la richiesta di concordato in bianco. Che significa congelare il patrimonio e i depositi dei soci, per un tempo tra i 60 e i 120 giorni che sarà stabilito dal giudice.
I numeri di CoopCa
Al 31 dicembre 2013 la cooperativa aveva un fatturato di 106 milioni con 12 negozi in provincia di Udine, sei a Pordenone, uno a Trieste, due a Padova, sette a Treviso, quattro a Venezia e tre a Vicenza. I soci della cooperativa sono 10.399 per la precisione, mentre 650 sono i dipendenti distribuiti su 41 punti vendita tra Friuli Venezia Giulia e Veneto. I soci che possiedono un libretto di deposito sono 2.949 per un ammontare del prestito sociale che supera i 30 milioni. Numeri cui va aggiunto il 20. Quei 20 venti milioni che il cda decise di investire, scelta del 2003 diventata realtà nel 2010, quando la crisi era già evidente. Bene, CoopCa costruisce un nuovo centro per la logistica e la distribuzione delle merci per tutto il Triveneto, con un obiettivo di sviluppo, per consolidare l’organico, rafforzare la propria presenza. E, perché no, guardando anche alla Carinzia e alla Slovenia. Il cantiere apre nella zona industriale di Amaro, appena fuori l’autostrada.
I controlli
La situazione è difficilissima. I revisori dei conti osservano i numeri, sgranano gli occhi e per la prima volta decidono di chiedere l’intervento della Regione. A Bolzonello vengono descritte le criticità dal punto di vista finanziario e patrimoniale e a quel punto il vicepresidente Fvg decide di avviare una revisione straordinaria. Revisione ancora in corso che porterà alla luce la condizione vera di CoopCa.
Il salvagente da Nordest
Le ipotesi di un salvataggio, almeno parziale, sono diverse. Un salvagente potrebbe arrivare da Coop Nordest, che però oggi è impegnata a salvare Cooperative Operaie e a garantire il rimborso a quei 17 mila risparmiatori. E poi si ritroverebbe con il doppione dei negozi, qui e in Veneto. E allora Coop Nordest potrà farsi carico anche di CoopCa? Difficile salvare entrambe le realtà del Fvg. Il tentativo di costruire un altro progetto di ristrutturazione, invece, potrebbe arrivare con Conad e Despar. L’idea è costruire una partnership oppure far cedere a CoopCa alcuni negozi. Contatti tra i vertici sono in corso e probabilmente la prossima settimana si saprà qualcosa di più.
Salvare lavoratori e soci
La Regione ha un obiettivo. «Salvaguardare i 650 dipendenti e fare il possibile per tutelare i quasi 3 mila soci che possiedono un libretto di risparmio, favorendo – dice Bolzonello – un percorso che, chiariti i motivi dello stato di crisi, consenta di porre le basi per un rilancio dell’azienda». Un tavolo di crisi è già aperto da qualche settimana e continuerà il lavoro avviato. «Per quanto di competenza – aggiunge – siamo anche pronti a supportare politiche di riassetto aziendale che il cda di CoopCa, con la supervisione del commissario giudiziale, appronterà per elaborare un piano di salvataggio dei negozi, salvaguardando i posti di lavoro e il risparmio sociale». Il traguardo sarà non far crollare il sistema cooperativo in Friuli.
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