Coop, protesta in Municipio

Risparmiatori ricevuti da Cosolini. «Vi daremo il Palachiarbola». Via alla class action
Di Fabio Dorigo
Lasorte Trieste 21/10/14 - Piazza Unità, Sindaco Cosolini con Risparmiatori COOP
Lasorte Trieste 21/10/14 - Piazza Unità, Sindaco Cosolini con Risparmiatori COOP

La Coop sei tu. Le Coo Operaie, invece, non ci sono più. Restano i 650 lavoratori, i 114 mila soci (17 mila dei quali piccoli risparmiatori per 103 milioni di euro). Molti ieri mattina si sono dati appuntamento sotto il Comune, in piazza Unità. Ed entrare in Municipio, per assistere alla riunione dei capigruppo convocata d’urgenza, era impossibile. Alla fine una delegazione di cinquanta soci risparmiatori è salita nella sala del Consiglio assieme ai sindacati per discutere di un «dramma 100 volte maggiore a quello della Ferriera» (copyright Franco Bandelli, Un'Altra Trieste). La proposta di una class action con capofila il Comune di Trieste, avanzata da Bandelli, ha messo tutti d’accordo. Convitati di pietra i vertici delle defunte Cooperative Operaie Livio Marchetti e Pier Paolo Della Valle. Mai visti in Consiglio comunale nonostante siano stati convocati, come ha ricordato il presidente Iztok Furlani›, almeno due volte per spiegare le gravi perdite di bilancio. «Nessuna risposta ai nostri inviti».

Il sindaco Roberto Cosolini, intervenuto a inizio seduta, ha promesso il Palachiarbola ai 17mila risparmiatori inferociti dopo averne incontrata una parte sotto il Municipio. «L’unica sede adeguata per dimensioni - spiega il sindaco - L'angoscia è comprensibile, ma serve pazienza e fiducia. Siamo tutti impegnati a trovare una soluzione, prima di cercare le responsabilità che ci sono sicuramente». I rappresentanti sindacali (Cgil, Cisl, Uil e Ugl), molti con libretti al risparmio alle Coop Operaie, hanno fatto capire che prima di tutto va evitato il fallimento e che bisogna lavorare per il passaggio alla Coop Consumatori Nordest («La trattativa è in corso da mesi ed è in stadio avanzato»).

Quello che però non è possibile è che le istituzioni e la politica se ne lavino le mani. L’ex consigliere regionale Alessandro Metz, socio coop e autore nel 2007 di un’interrogazione sul dissesto triestino rimasta senza risposta, è duro: «17 mila cittadini non sanno se potranno mai recuperare i propri soldi versati come prestito sociale. Si tratta in larga parte di persone anziane che si fidavano molto di più della "Coop sotto casa" che delle banche. Questa situazione era nota dal 2007. Da allora non è successo nulla. La Regione ha una responsabilità enorme: infatti chiunque investiva era garantito che c'era un ente che revisionava ogni anno i bilanci». I controlli, appunto. «Ma chi faceva le revisioni? L’usciere della Regione? Il portiere del palazzo di fronte?» attacca Marino Sossi, capogruppo di Sel. Bandelli, poco prima, se l’era presa con la politica triestina che da sempre lottizza le Cooperative Operaie. «Basta prese per il culo. La politica ha dato il peggio di se stessa, ora sembra che nessuno sapesse. Un “puf” da 103 milioni di euro non si fa dalla mattina alla sera». Anche Paolo Menis, Movimento 5 Stelle, ha puntato il dito su «politici e partiti che hanno invaso i consigli di amministrazione. Ma tocca ora alla Regione garantire tutti visto che doveva controllare». E l’ex governatore e assessore regionale alla Cooperazione, Roberto Antonione, non può che assentire. «Esiste in Regione un istituto incaricato dei controlli sulle cooperative che non ha controllato a dovere: a questo punto la Regione deve aprire un tavolo. C’è da dire che ormai il salvataggio sarà possibile solo con capitali extraregionali. E la Regione perderà così un’entrata importante». La Regione sei tu, chi può darti di più?

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