Coop operaie, tre offerte per il salvataggio
Tre sono le società che hanno presentato altrettante offerte nell’ambito dell’operazione di salvataggio delle Cooperative Operaie di Trieste, Istria e Friuli. Si tratta di proposte che non cozzano l’una con l’altra, non si sovrappongono. Riguardano infatti beni immobili (tra cui l’ipermercato e gli spazi delle Torri d’Europa e anche il complesso GranDuino) e rami d’azienda differenti. Sono arrivate sul tavolo dell’amministratore giudiziario Maurizio Consoli da Coop Nordest, da Conad e da un’altra società non italiana il cui nome al momento non è trapelato.
L’azione portata avanti da Consoli, insomma, ha raccolto risposte concrete. Ed è per questo che lo stesso avvocato guarda con fiducia al futuro: «Nei tempi richiesti e concessi dal Tribunale di Trieste, cinque settimane dal 27 ottobre scorso, si è conclusa positivamente - spiega Consoli - la fase preliminare all’impostazione del piano che potrà consentire il superamento della crisi aziendale delle Cooperative Operaie. Sono pervenute all’amministratore giudiziario - prosegue - offerte scritte idonee a costituire la base sicura per la redazione e la presentazione del Piano». Consoli ha presentato l’altro giorno, venerdì, la richiesta di avvio del procedimento di concordato preventivo al Tribunale fallimentare: strategicamente aveva deciso da tempo di farlo solo una volta ottenuti riscontri garantiti a livello imprenditoriale rispetto alla sua opera. Cosa che, lavorando giorno dopo giorno, è avvenuta. Da tre parti: le prospettive sono diventate concretezza (sui contenuti economici Consoli non rivela nulla, scegliendo la via della riservatezza). Ma il commissario non si ferma nemmeno su ulteriori versanti: ci sono infatti proprietà dell’universo Coop Operaie sulle quali l’interesse non si è tradotto sin qui in offerte e che quindi potrebbero attirare altre realtà economiche, come per esempio il magazzino di piazzale Atleti Azzurri d’Italia per il quale vi è una trattativa in corso.
Domani, intanto, alle 12 il Tribunale fallimentare si esprimerà sulla richiesta di concordato preventivo. Dopo di che, se l’udienza andrà appunto nel senso auspicato con la contestuale sospensione della procedura fallimentare, si aprirà una nuova fase che «avrà una durata presumibilmente di sei-sette mesi (arrivando così a giugno, ndr) - aggiunge Consoli - e sarà caratterizzata da ampia e doverosa informazione a tutti i creditori e richiederà il loro consenso. Oggi possiamo dire che, qualora questo consenso intervenisse, il fallimento delle Cooperative Operaie non ci sarà». E inoltre, «al termine di questo non lungo percorso, tutti i creditori (prestatori sociali e fornitori) potranno essere soddisfatti in termini significativi e i posti di lavoro in massima parte mantenuti». Su quest’ultimo punto, la prima proiezione effettuata da Consoli aveva ipotizzato un centinaio di posizioni in meno rispetto alle attuali 648. Naturalmente l’aspetto occupazionale sarà oggetto di specifici approfondimenti anche con i sindacati. E, come accennato, l’operare di Consoli continua e proseguirà a 360 gradi: il diretto interessato confida nel fatto che «le basi sicure» costruite «potranno anche essere migliorate».
Consoli rilancia inoltre un appello generale: «I punti vendita delle Cooperative Operaie sono tutti aperti e forniti. Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, anche perché i termini di soddisfacimento dei creditori dipenderanno in parte anche dall’andamento delle vendite». L’assicurazione finale è poi che l’amministratore giudiziario, «nel prosieguo della procedura, darà ogni ulteriore informazione possibile a tutti gli interessati», con un grazie a «tutti per la fiducia, la pazienza e l’attenzione sinora dimostrate». Davanti al Tribunale domani, già dalle 9, si raduneranno i partecipanti al presidio organizzato dal Comitato per la tutela dei risparmiatori Coop. In attesa dell’esito dell’udienza.
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