Coop operaie, spunta il colosso Despar

TRIESTE. Crescono per numero, e prima ancora per il peso specifico di chi le occupa, visto che a Coop Nordest e Conad si aggiunge ora la rete Despar, le sedie attorno al tavolo in cui si sta giocando il risiko delle Operaie. Lo spezzatino delle Coop di casa nostra, finite sul mercato, con i negozi in vetrina davanti agli ex concorrenti, per tentare di salvare i risparmi di 17mila soci nonché i redditi di 620 famiglie, corrispondenti ai posti di lavoro in ballo.
Proprio nel giorno in cui è andata in scena l’adunanza dei creditori (si legga sotto, ndr) è infatti uscito allo scoperto il nome del terzo colosso della grande distribuzione interessato a comperare un “tot” di supermercati delle stesse Coop operaie. Dopo il ticket Nordest-Conad (che s’era inserito fin dal principio, tanto da comparire nella proposta di concordato preventivo dell’amministratore giudiziario Maurizio Consoli con due proposte forfetarie da 34 e 14 milioni abbondanti per rispettivi 20 e otto punti vendita) ecco dunque Despar.
Aspiag Service, la concessionaria del marchio multinazionale per Triveneto ed Emilia Romagna, ha avanzato in questi giorni alle Coop commissariate la propria offerta irrevocabile d’acquisto per otto supermercati, come è stato confermato proprio nel pomeriggio di ieri dall’Ufficio stampa della Aspiag Service Despar, che ha inoltrato una nota a firma Paul Klotz, l’amministratore delegato. Si sa, al momento, che la lista degli otto punti vendita è concentrata sul territorio triestino (le Nordest e in particolare il sistema Conad mirano anche al mercato regionale extracapoluogo detenuto dalle Operaie) e comprende tra gli altri i supermercati di Muggia e Grado, entrambi però già inseriti nell’elenco dei 20 “desiderata” espressi dalle Nordest.
La deduzione, riserbo a parte, è che per più di qualche negozio a questo punto si sovrappongono più manifestazioni d’interesse. Diventa un problema? Nient’affatto, secondo Consoli, che ieri ha sostenuto pubblicamente che più mire per singoli rami d’azienda non possono che alzarne il valore finale d’acquisto: l’appuntamento è dopo la chiusura dei termini per la presentazione delle buste e la conseguente asta del 3 giugno. Per intanto, a detta dello stesso Consoli, solo in base alle nuove proposte l’attivo concordatario presunto a marzo è cresciuto di un paio di milioni, da 122 a 124, e per ogni milione realizzabile in più le possibilità di recupero dei creditori salgono di quasi un punto percentuale.
Ma il nuovo scenario si profila “benefico” non solo per i creditori, bensì pure per i lavoratori. I 24 punti vendita triestini delle Operaie oggi attivi (iper delle Torri compreso e super di Altura escluso, dato che è l’unico chiuso per manutenzioni a tempo indeterminato) risultano come aveva anticipato Consoli nelle scorse ore già tutti “venduti”, tutti oggetto di offerte irrevocabili d’acquisto.
La conseguenza è che i posti di lavoro nella rete commerciale, ai quali proprio Despar sarebbe intenzionata ad aggiungere una decina, dovrebbero essere salvi, e per intero. “Merito” non solo dei tre colossi ma anche del quarto e quinto “player”, i due acquirenti minori. Il quarto, come sembrava possibile nelle settimane passate, dovrebbe essere Bosco. Il quinto, come si sa, è costituito da un manipolo di dipendenti coraggiosi che hanno deciso di comprare, puntando ai possibili incentivi sull’autoimprenditorialità, i rami d’azienda di cinque tra i negozi più piccoli.
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