Coop, l’ultimo scontrino nel “deserto” delle Torri

Viaggio surreale tra gli scaffali ormai vuoti dei punti vendita già ceduti alla vigilia della chiusura temporanea per il cambio di layout e insegne
Le corsie vuote delle Coop alle Torri (Silvano)
Le corsie vuote delle Coop alle Torri (Silvano)

TRIESTE I bambini si divertono a correre tra una corsia e l’altra del supermercato. Lo spazio poi non manca e non c’è nessun pericolo di andare a sbattere contro gli altri clienti. Né tantomeno di rovesciare qualcosa. Gli scaffali sono ormai completamente svuotati, mentre anche la ressa per accaparrarsi gli ultimi acquisti è un lontano ricordo. L’atmosfera che si respirava ieri all’interno degli otto negozi delle Coop operaie nell’ultimo giorno di apertura al pubblico, prima del passaggio di consegne e del nuovo corso targato Coop Nordest, era davvero surreale. In particolare all’ipermercato delle Torri d’Europa: il simbolo, non solo per le dimensioni, di un’era che si chiude definitivamente. Sugli scaffali pochissimi i prodotti disponibili. Qualche libro, alcuni detersivi, salviette, guanti, pantofole, guarnizioni e ricambi per elettrodomestici, carta moschicida. Addirittura lumini o ceri votivi con l’effigie di Papa Francesco. Nel comparto degli alimentari si potevano trovare solo pane, biscotti, le ultime scorte di frutta e verdura, un paio di cartoni di latte. Poco altro. Tra gli articoli rispolverati dai magazzini, anche confezioni regalo e addobbi natalizi.

Ultimi carrelli da riempire prima della chiusura (Silvano)
Ultimi carrelli da riempire prima della chiusura (Silvano)

Chiara e Roberto non ci pensano due volte e mettono nel carrello due piccoli alberi di Natale con decorazioni incorporate. Prezzo 90 centesimi l’uno. Un affare. Sia pur con largo anticipo. «Li porteremo nella casa in montagna», affermano con aria divertita, ma poi si fanno più seri: «Il clima che si respira è davvero inquietante. Il pensiero in questo momento non può che andare ai dipendenti, alcuni dei quali si ritrovano con un futuro ancora incerto. È incredibile che per colpa di poche persone si perda un pezzo di storia della città». Passeggiando lungo le corsie, il supermercato ormai vuoto sembra ancora più grande di quello che effettivamente è. Per la prima volta, dal fondo del negozio si possono vedere nitidamente le casse, senza bisogno di scartare con lo sguardo clienti e prodotti. I dipendenti ne approfittano per pulire oggetti e scaffali: il processo di restyling è già partito in attesa della riapertura fissata per mercoledì primo luglio. Il loro sguardo è un misto di malinconia e incredulità. «C’è poco da dire. Anche se sappiamo che fortunatamente continueremo a lavorare, è impossibile non provare un sentimento di tristezza: in fondo questa è stata la nostra casa per molti anni», afferma uno di loro mentre ripone alcuni cartoni.

Cala il sipario sulle Coop Assalto alla merce in saldo
Lasorte Trieste 20/03/15 - Cooperative Operaie, COOP, Maurizio Consoli

Le insegne con i numeri per la coda al banco dei prodotti freschi sono ferme da giorni: 92 per salumi, 87 per il pesce. Un tempo c’era la fila anche di parecchi minuti per acquistare mortadella, prosciutto e formaggi. Adesso non ci sono più nemmeno le confezioni. Anche le cassiere ne approfittano per scambiare qualche chiacchiera tra un pagamento e l’altro. Di solito in cassa non c’era nemmeno il tempo di respirare. «È una cosa che fa male. Un vero e proprio pugno nello stomaco», racconta Mirella, mentre compra le ultime cose nel reparto ortofrutta: «Ho lavorato trent’anni nel settore del commercio e dunque so perfettamente cosa significa chiudere un’attività, perché l’ho provato sulla mia pelle. Capisco quello che stanno vivendo in questo momento i dipendenti». Nel frattempo alcuni tecnici prendono le misure in vista di quello che sarà il nuovo corso. Prima della riapertura ci sarà l’inventario dei prodotti (quel poco che rimane) e poi via alle nuove sistemazioni.

Il panorama desolante alle Coop di Cavana (Silvano)
Il panorama desolante alle Coop di Cavana (Silvano)

Aria di smantellamento anche nel supermercato di Barriera. Stesse scene: scaffali vuoti, clienti increduli, dipendenti rassegnati. All’ora di pranzo si poteva trovare ancora qualche shampoo per capelli, alcune creme per il viso e un paio di bottiglie di spumante. Persino una confezione di champagne. Anche se c’è poco da festeggiare. Poco più in là due cesti pieni di cioccolatini a forma di Babbo Natale da appendere sull’albero. Adriano sorride, ma amaramente: «Ne prendo uno, giusto per acquistare qualcosa», spiega: «Mio padre era socio Coop ed io ho frequentato questo supermercato per anni. Dispiace che si sia arrivati fino a questo punto: quando ho saputo quello che stava succedendo è stato come ricevere un colpo al cuore».

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