Coop, licenziati da Consoli Della Valle e il braccio destro

Il commissario toglie dal libro paga l’ex dg e l’ex direttore commerciale La Rocca: i contratti valevano 400mila euro
Il supermercato Coop delle Torri
Il supermercato Coop delle Torri

Lo sapevate che... mentre istituzioni e sindacati fanno pubblicamente voto davanti ad impiegati e commessi delle Coop operaie che «non intendiamo mollare nessuno» (il copyright di tale sintesi è di Roberto Cosolini) in realtà si è già consumato un paio di licenziamenti?

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Intendiamoci: le due persone appena finite a spasso rientrano nel conto dei 648 dipendenti al 17 ottobre scorso (numero fatto dall’avvocato Maurizio Consoli una volta nominato commissario dal Tribunale) da un punto di vista statistico.Non sono “assibilabili” agli altri nei cuori e nei pensieri di istituzioni e sindacati stessi. Questione di ruolo, stipendio, indennità di rischio e benefit annessi.A vedersi sollevati in effetti dal proprio “vincolo” contrattuale (secondo un canone inverso rispetto a quanto accade nelle crisi aziendali di oggi, dove i primi a pagare non sono di solito i top-manager) sono stati l’ex direttore generale Pier Paolo Della Valle e l’altrettanto “ex”, a questo punto, direttore commerciale Angelo La Rocca, storico braccio destro proprio di Della Valle.

La risoluzione unilaterale del rapporto di lavoro che li legava alle Coop operaie, decisa e formalizzata da Consoli su autorizzazione del Tribunale, risale a un paio di settimane fa, qualcosa più, ed è filtrata al di là della consegna del silenzio solo negli ultimi giorni.

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Silenzio che tiene, in queste ore, lo stesso commissario, alle prese com’è noto con la preparazione del concordato preventivo, annunciato al più tardi entro metà marzo. Ben pochi dettagli quindi escono dagli uffici di via Caboto, quartier generale delle Coop “sub-judice”. Pochi dettagli, sì, ma non proprio nulli.

Della Valle e La Rocca sarebbero stati “tagliati”, per intanto, per il venir meno della funzionalità delle loro mansioni rispetto sia all’attuale amministrazione straordinaria sia alle prospettive, che delineano per le Operaie un probabile futuro senza più regia in casa (punti vendita e rami d’azienda sono in vendita, e nelle trattative risultano coinvolte anzitutto Coop Nordest e Conad).

Trattavasi, insomma, di personale tenuto a libro paga senza più criteri d’economicità. Della Valle, in particolare, risultava per sua stessa ammissione «a disposizione del commissario», nel senso che non gli era stato assegnato più alcun compito sin dal 30 settembre, quando il Cda presieduto da Livio Marchetti (nell’ultimo dei suoi “atti” prima del commissariamento del Tribunale su richiesta della Procura) aveva deciso di silurarlo revocandogli le deleghe operative. Tre mesi abbondanti di non-lavoro tanto forzato quanto retribuito. Concluso, così si può presumere, quando le calusole contrattuali l’hanno consentito.

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A proposito: cifre esatte non è dato saperle ma, a grandi linee, il risparmio derivante dalla messa alla porta di Della Valle e La Rocca s’aggirerebbe in proiezione annuale sui 400mila euro. L’ex direttore generale infatti, al di là della decadenza dei suoi incarichi nei consigli d’amministrazione di svariate controllate ormai azzerati da Consoli, alle Coop guadagnava oltre 250mila euro lordi in un anno. La differenza, all’incirca altri 150mila euro lordi l’anno, la prendeva invece La Rocca.

«Non ho ancora avuto comunicazione ufficiale in proposito ma le notizie che avete sono queste», ha precisato al telefono l’altro giorno Della Valle. Forse una raccomandata ancora da ritirare in posta, è la prima cosa che viene da pensare. «Immagino che sia quella del direttore generale che quella del direttore commerciale fossero figure divenute non più necessarie nella situazione contingente», ha aggiunto l’ex dg, confermando che nel frattempo «i posti negli altri cda erano già decaduti» e che lui, in questi mesi, era - come aveva già avuto modo di dire - «in panchina: non mi era stata richiesta nessuna prestazione».

@PierRaub

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