«Controlli sugli affitti per arginare l’illegalità»

Il direttore delle relazioni istituzionali e industriali di Fincantieri: in stabilimento 1.100 ispezioni in un anno

Per Fincantieri, per arginare l’illegalità si può intanto partire dal controllo degli affitti e delle locazioni. Ad affermarlo è stato Marcello Sorrentino, direttore delle relazioni istituzionali e industriali della società navalmeccanica, nel corso del confronto promosso dall’associazione culturale Apertamente in questi giorni, in occasione della presentazione del libro “Mafia a Nord-Est” di Luana De Francisco, giornalista del Messaggero Veneto, e dei giornalisti Ugo Dinello e Giampiero Rossi, all’Europalace a Monfalcone. A chi ritiene che invece il sistema dell’appalto legato allo stabilimento di Monfalcone possa offrire ampie zone grigie a fenomeni di illegalità, Sorrentino ha ribattuto che Fincantieri «ha ricevuto 1.100 visite ispettive, di cui 600 da polizia giudiziaria nel 2015. Neanche il peggior covo criminale ha avuto tanti controlli - ha detto -. E voglio ricordare che ben 235.000 ore di lavoro sono orientate alla gestione delle norme e dei principi per l’assegnazione degli appalti. Quest’anno abbiamo già rifiutato 23 ditte che non corrispondevano ai criteri richiesti».

Fincantieri sviluppa, come ricordato da Sorrentino, un volume di affari di 3 miliardi l’anno, di cui due per l’acquisto di servizi con centinaia di ditte che entrano ed escono dal cantiere. «Parlare di mafia e operare nei confronti della legalità presuppone un approccio diretto e serve che gli organi preposti lo facciano assieme a noi - ha proseguito -. Invece nel protocollo di trasparenza, la Prefettura ha firmato per aderire, ma ha chiesto di stralciare il punto in cui si prevedeva la sua azione concreta. Il lavoro è tanto ed è logico che ci sia una situazione complessa. Comunque solo un caso di affamatori di lavoratori è stato accertato. Noi non affamiamo i lavoratori - ha ripetuto -, ma lavoriamo a favore della collettività. Non dovremmo essere inquisiti dalla Stato, ma aiutati dallo Stato».

Per Fincantieri rimangono del resto solo due modi di delocalizzare: o spostare la produzione, o spostare i lavoratori, perché in loco, stando a Sorrentino, non se ne trovano. Opposta la lettura del sindacato. «Dobbiamo essere attenti al sistema dell’appalto - ha detto il segretario provinciale della Fiom Cgil, Thomas Casotto - perché così chi vuole delinquere, lo può fare. Non discutiamo sull’appalto, ma sulla sua gestione».

Sulla mancanza di operai italiani ha osservato che «può essere vero, ma solo perchè gli italiani rifiutano la paga globale e una paga di 3 o 4 euro l’ora». Casotto ha quindi suggerito ancora una volta di sostituire i badge (che possono essere scambiati) con un controllo a impronte digitali e di poter ricostruire. «Dovremmo stare attenti alle dinamiche dell’appalto: il malavitoso - ha concluso - è ancora un’eccezione, non facciamo che diventi una regola».

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