Controlli al confine, Piantedosi: “Vertice a Trieste con Slovenia e Croazia”. Le reazioni
Raffica di reazioni al provvedimento annunciato dal governo, che vedrà il ministro la prossima settimana a Trieste per incontrare gli omologhi sloveno e croato. Il dibattito si accende

TRIESTE «C'è stata una sostanziale convergenza sulla sostenibilità di queste misure, ovviamente adottate in una logica di temporaneità e proporzionalità. Ho precisato che si tratta di una misura che si ripromette di essere temporanea, proporzionata. Ho preannunciato che ci siamo sentiti con i colleghi di Slovenia e Croazia per vederci a breve, probabilmente il 2 novembre a Trieste e concordare assieme delle modalità di attuazione che possa rendere ponderata la misura».
Lo ha detto il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi interpellato a margine del Consiglio Affari Interni sulla sospensione di Schengen al confine tra Italia e Slovenia.
Intanto l’annuncio del provvedimento ha scatenato una raffica di reazioni. Le riportiamo di seguito:
Ics (Consorzio italiano di solidarietà)
«Tanto l'inadeguatezza delle motivazioni fornite dal governo nella decisione del ripristino dei controlli» al confine con la Slovenia, «quanto la strenua e costante difesa delle riammissioni illegali» di migranti, «attuate dall'Italia nel 2020», «rendono non infondato il sospetto che la decisione del ripristino dei controlli attuata dal governo italiano ben poco abbia a che fare con la difficile situazione internazionale, bensì rappresenti una misura propagandistica e uno stratagemma per riproporre gravissime condotte illegali al confine italo-sloveno tramite respingimenti di richiedenti asilo che sono tassativamente vietati dal diritto internazionale ed europeo».
Lo scrive in una nota il Consorzio italiano di solidarietà-Ufficio rifugiati. «In un pericolosissimo effetto domino - aggiunge l'Ics - la situazione potrebbe facilmente degenerare in uno scenario di respingimenti collettivi a catena. Ics attuerà uno stretto monitoraggio sull'evoluzione della situazione».
In generale, osserva il Consorzio, «le motivazioni fornite dal governo per giustificare la decisione di ripristinare i controlli appaiono del tutto vaghe e inadeguate; in particolare l'inserimento dell'esistenza di presunto problema dell'arrivo in tutto il Friuli Venezia Giulia di un modestissimo numero di rifugiati (circa 1.500 persone al mese nel 2023), in assoluta prevalenza provenienti dall'Afghanistan, risulta risibile e del tutto privo di alcuna connessione logico-giuridica con i criteri richiesti dal codice Schengen per legittimare una scelta così estrema».
Furio Honsell (Open Sinistra Fvg)
"La sospensione di Schengen e la ripresa dei controlli alla frontiera con la Slovenia, decisa dalla presidentessa del Consiglio Meloni e avvallata dal presidente Fedriga, appare incomprensibile, anche per una strategia volta a ridurre il rischio di attentati".
Lo afferma in una nota il consigliere regionale Furio Honsell (Open Sinistra Fvg), aggiungendo che "gli atti di violenza nell'Unione europea non sono avvenuti in Slovenia. Semmai, bisognerebbe fare controlli a ovest. Inoltre, se permane la libera circolazione attraverso gli altri confini europei, chiuderne uno solo, e per giunta interno, è cosa palesemente ingenua e riporta solamente indietro la storia di almeno vent'anni".
"Sentire parlamentari di destra riferirsi all'Italia come a una porta a est dell'Europa, significa - prosegue l'intervento - che ragionano come nel secolo scorso. Misure così forti in contrasto con l'idea di unità dell'Unione europea andrebbero giustificate; altrimenti, sono degli annunci che creano solo sfiducia e inquietudine tra i cittadini. O forse si spera di ridurre così il flusso migratorio?".
"Queste - conclude Honsell - sono misure meramente dimostrative nei confronti di un elettorato che si pensa ingenuo. Come quella che vede i militari armati all'uscita della stazione ferroviaria di Trieste incutere ansia ai pendolari. Il tema dei richiedenti asilo non si risolve con gesti dimostrativi, ma con gesti di umanità".
Il sindacato di polizia Siulp
"La sospensione del trattato di Schengen con la Slovenia rappresenta l’ammissione del totale fallimento italiano in politica estera. Ma c’è di più, il provvedimento parte con finalità poco chiare e non è destinato ad incidere nemmeno marginalmente sul flusso della rotta balcanica, rappresentando solo un inutile aggravio per i già esigui organici delle forze dell’ordine che verranno distolte di altri compiti istituzionali.
Ci hanno raccontato che il contrasto ai flussi migratori sarebbe stato fatto attraverso droni e foto trappole da installare nei boschi; oggi scopriamo che basta bloccare il traffico sulle arterie stradali. Tutto ciò distoglierà inevitabilmente l’attenzione da ciò che genera la vera minaccia per la nostra sicurezza: la cattiva integrazione. I terroristi che attaccano le nostre città non sono quelli che approdano a Lampedusa pochi giorni prima o che percorrono l’estenuante rotta balcanica: sono i figli di questa Europa che accoglie ma non integra, destinati ad una marginalizzazione che li rende prede ideali dell’integralismo religioso. Il siulp è fermamente contrario a questo provvedimento che nasce come misura intrisa di ideologia ma risulta priva di finalità tangibili"
Lorenzo Tamaro (Segreteria provinciale Sap):
“Abbiamo più volte evidenziato il pericolo di ignorare l’identità e gli intenti delle persone provenienti dalla Rotta Balcanica molte delle quali di fede islamica.
Gli accadimenti internazionali di questi giorni impongono un atto inevitabilmente dovuto che prevede un dispositivo di sicurezza diverso da quello ordinario e quindi la sospensione di Schengen.
L’annuncio di un invio, senza precedenti nel numero, di operatori di Polizia per poter ripristinare i controlli alla frontiera è senz’altro la prova di un’attenzione e considerazione del fenomeno e della sua pericolosità che coinvolge il nostro territorio e che non trova riscontri simili nei precedenti Governi.
Rimane comunque il problema della logistica degli uffici di Polizia che è del tutto inadeguata e che auspichiamo possa anch’essa essere contemplata dall’Esecutivo”.
Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia-Civica Fvg)
"La chiusura dei confini decisa dal Governo è un fatto decisamente preoccupante, che riporta la nostra regione a epoche in cui la linea di separazione fra Stati diversi aveva un impatto nefasto sulla vita delle comunità e in netto contrasto con la storia di una terra dall'identità plurale e inclusiva, nata dalla coesistenza di culture diverse". Lo afferma in una nota il capogruppo del Patto per l'Autonomia-Civica Fvg nel Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia, Massimo Moretuzzo, auspicando che "la chiusura sia davvero temporanea e che, a livello internazionale, si faccia ogni sforzo possibile per superare tensioni oggi così forti".
"Mi auguro anche - conclude Moretuzzo - che nessuno, né a livello statale, né a livello regionale, voglia mettere in atto azioni strumentali, alimentando paure e contrapposizioni che non servono a risolvere i problemi e impediscono di affrontare temi complessi come quelli dei flussi migratori e della prevenzione del terrorismo, in modo serio e razionale".
Pci
"L’annuncio di controlli alla frontiera italo-slovena per impedire a terroristi medioorientali di entrare nel nostro paese dalla rotta balcanica è una balla sesquipedale. A chi vive nelle nostre terre è chiaro che i clandestini attraversano il confine attraverso i boschi, i camminamenti e le piste ciclabili di cui è pieno il notro territorio frontaliero. In realtà Giorgia Meloni vuol fare un favore al suo amico Jansa, leader dell’estrema destra slovena, punendo l’attuale governo di centrosinistra criticato per aver annunciato l’intenzione di eliminare la barriera di filo tagliente ai confini con la Croazia, incitandolo piuttosto a rafforzare i controlli di polizia verso i confini della Bosnia Erzegovina e Serbia. I terroristi in Italia e nell’UE ci sono già ed a galvanizzarli ci pensa la guerra in Terrasanta, alimentata non soltanto dal fanatismo delle masse palestinesi oppresse ma anche e soprattutto dalle politiche israeliane di espansione territoriale e repressione nei territori occupati. Il PCI pertanto solidarizza con chi manifesta per la pace e la creazione di due stati in Terrasanta”.
Andrea Cabibbo (Forza Italia)
«Saggia la sospensione di Schengen in una fase di estrema destabilizzazione come quella che stiamo vivendo. L'effetto di questa decisione è che i confini torneranno, dal 21 ottobre, a essere presidiati come capitava in passato e i flussi della rotta balcanica troveranno un argine molto più robusto. Tuttavia, il futuro del Friuli Venezia Giulia è interpretare un ruolo sempre più strategico e centrale come crocevia tra l'area balcanica e l'Europa occidentale, come anche evidenziato recentemente dal Ministro degli Esteri Antonio Tajani».
Lo afferma Andrea Cabibbo, capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale. «Il primo passaggio - osserva Cabibbo - è inevitabilmente bloccare un fenomeno che stava assumendo le proporzioni di un esodo. Il tema non era solo numerico: abbiamo visto che chi arriva in Italia, a prescindere dal fatto che penetri dai Balcani o raggiunga le coste di Lampedusa, può costituire un vero pericolo per la sicurezza pubblica. Quindi, al cospetto di una fase straordinaria, serviva un provvedimento straordinario. L'intensificarsi dei focolai di crisi ai confini dell'Europa, in particolare dopo l'attacco condotto nei confronti di Israele, ha infatti aumentato il livello di minaccia di azioni violente anche all'interno dell'Unione».
Oggi chiudiamo perché la sicurezza pubblica è prioritaria, ma quando riapriremo saremo ancora più determinanti e determinati a fare del Fvg un territorio chiave nello scenario geopolitico internazionale«, conclude.
Il sindaco di Gorizia Rodolfo Ziberna
«L’Europa adotta misure per prevenire terrorismo e criminalità organizzata. Un appello che anche da Gorizia avevo reiteratamente lanciato da mesi». Tuttavia, spero che «questa misura, annunciata con una durata di 10 giorni, possa essere sufficiente», poichè tra Gorizia e Nova Gorica (Slovenia) «moltissimi sono coloro che vivono da una parte e lavorano dall’altra parte del confine».
È il contenuto di una lettera che il sindaco di Gorizia, Rodolfo Ziberna, ha inviato oggi al ministro Piantedosi, soprattutto in vista di Go2025!, quando le due città insieme saranno capitale europea della Cultura. «Il nostro governo e quello sloveno - afferma Ziberna - hanno reintrodotto controlli alle frontiere interne terrestri rispettivamente con la Slovenia e con Croazia e Ungheria per rendere più sicure Italia, Slovenia ed Europa al fine di prevenire attentati terroristici». Tuttavia, il sindaco esprime «l’auspicio che questa misura, annunciata con una durata di 10 giorni, possa essere sufficiente come deterrente per arginare il transito illegale di migliaia di migranti in Italia (16.000 nell’anno in corso) attraverso la rotta balcanica, tra i quali anche potenziali terroristi». Se da una parte il «governo ha assicurato che il controllo sarà proporzionato per causare il minor impatto possibile sulla circolazione transfrontaliera e sul traffico merci», dall’altra Ziberna esprime preoccupazione invitando il ministro «a tener conto di come i territori di Gorizia e Nova Gorica non possono vedere interrotte le loro frequentazioni» in considerazione del continuo scambio transfrontaliero. «Il confine tra Gorizia e Nova Gorica è peculiare e rappresenta un modello in Europa. Ecco perchè - conclude - sono certo che il transito ordinario delle persone che non destano sospetti non sarà reso difficile».
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