Controlli a tappeto sui diportisti nel Quarnero: nel mirino velocità e distanza dalla riva
VEGLIA Rappresenta forse il più grave problema legato alla nautica da diporto nelle acque croate dell'Adriatico, capace da lunghi anni a questa parte di causare una lunga serie di gravi incidenti: l'ultimo è costato la vita a una giovane subacquea austriaca, travolta e uccisa da un motoscafo mentre stava riemergendo poco al largo di Malinska, località di villeggiatura dell'isola di Veglia. Il problema in questione è quello dei natanti lanciati da incauti e incoscienti diportisti a velocità molto pericolose e a meno di 300 metri dalla costa, cioè al di là del limite fissato dalla normativa.
A dieci giorni dalla tragedia di Malinska i periti sono ancora al lavoro per cercare di stabilire se l'impatto sia avvenuto a distanza maggiore o minore di 300 metri dalla riva, fermo restando che la giovane sub e il padre si stavano muovendo sui fondali, mentre in superficie era posizionata una grande boa di segnalazione. Ma intanto all’inizio della settimana scorsa gli agenti della Polizia marittima del Quarnero si sono impegnati in una serie di controlli a tappeto nell’ambito di una vasta area nordadriatica, verificando le velocità impresse ai natanti in navigazione a poca distanza dalla terraferma. I poliziotti sono entrati in azione nei bracci di mare vicino alle isole di Lussino, Cherso, Arbe e Veglia, così come di fronte ai centri turistici di Novi Vinodolski, Crikvenica e Portorè (Kraljevica). Nonostante la tragedia di Malinska, accaduta il 25 luglio scorso, l’indisciplina regna praticamente sovrana. In cinque giorni di controlli sono stati individuati e denunciati 22 piloti di motoscafi e potenti yacht che non rispettavano la regola dei 300 metri e dunque mettevano in pericolo l’incolumità di bagnanti apneisti e anche degli altri diportisti. Sono stati condannati a pagare pene pecuniarie che variano tra le 3 mila e le 15 mila kune, ossia fra i 400 e i duemila euro. A venire multati sono stati nove cittadini tedeschi, quattro austriaci, due francesi, altrettanti olandesi e ancora un italiano, uno sloveno, un belga, un ungherese e uno svizzero.
Nonostante le ammende salate e gli incidenti, i comportamenti censurabili in merito a velocità e distanza dalla costa sembrano insomma non cessare. I controlli vengono effettuati in maniera massiccia nelle acque istro- quarnerino – dalmate, tra Salvore e Ragusavecchia. L'operazione, denominata Navigazione sicura, ha visto quest'anno gli equipaggi di motovedette e motoscafi di polizie e capitanerie portuali effettuare 2.900 verifiche. «In 900 casi abbiamo registrato infrazioni di vario tipo – ha precisato ai giornalisti il viceministro croato del Mare e Trasporti, Siniša Orlić – e sono state inflitte multe per un ammontare di 1,8 milioni di kune», pari a 244 mila euro: la gran parte delle multe - ha proseguito Orlić - è stata comminata per «velocità superiore ai 5 nodi e a meno di 300 metri dalla costa. Insisteremo su questo aspetto perché riteniamo che il mare debba essere sicuro e non una pista da Formula 1, su cui scatenarsi senza badare agli altri».
Il viceministro ha voluto precisare che «a prescindere dagli incidenti che puntualmente avvengono di anno in anno, ritengo che l'Adriatico sia un mare veramente sicuro. Ferma restando la necessaria precauzione. Da parte nostra, con i controlli preventivi cerchiamo di ridurre al minimo le possibilità di registrare sinistri in mare». I monitoraggi di polizia e capitaneria, ha chiuso Orlić, proseguiranno a ritmo sostenuto anche nei mesi di agosto e settembre.
Va anche ricordato infine che ai bagnanti in Croazia è vietato spingersi a più di 150 metri dalla terraferma. Per chi sgarrasse, è prevista un’ammenda di mille kune, pari a 135 euro. —
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