Contro i migranti su Fb: niente social per 6 mesi

L’imputato dovrà fare del volontariato: processo sospeso nel periodo di messa alla prova
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PORDENONE. Per sei mesi non potrà più digitare neanche una sillaba in un post su Facebook, né potrà utilizzare altri social network. È il contrappasso deciso dall’Ufficio esecuzione penale esterna di Venezia per la frase «che gli diano fuoco» scappata sulla tastiera nel luglio 2017 al portogruarese Roberto Spadotto, 44 anni, in un dibattito sull’accoglienza dei profughi scatenatosi su Facebook.

Ieri il 44enne, difeso dall’avvocato Giulia Spadotto, è stato ammesso alla “messa alla prova”, che consente la sospensione del processo attraverso lo svolgimento di lavori di pubblica utilità. Se adempierà a tutte le prescrizioni dell’Uepe, il reato di cui è stato accusato – la violazione della legge Mancino, con l’aggravante della discriminazione razziale– sarà dichiarato estinto. Oltre all’astensione totale dai social, Spadotto ha corrisposto una somma simbolica, pari a 200 euro, all’associazione “Noi migranti” di Portogruaro.

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