Contributi per badanti in ritardo di 2 mesi Mille famiglie in ansia

Famiglie in apprensione, il Fap per saldare la badante non arriva. Aspetta un giorno e aspetta un altro, ma quando si tratta di stipendi “finanziati” nell’ambito della Protezione sociale, e quei soldi mancano, come se la cavano gli anziani che per continuare la propria vita in casa pur non essendo autosufficienti hanno ottenuto il Fondo per l’autonomia possibile per assumere appunto una badante? Che ha uno stipendio regolare, e regolari e dimostrati contributi previdenziali (altrimenti il finanziamento regionale, distribuito dal Comune, salterebbe).
È quanto accade a oltre 1000 famiglie, un numero sempre crescente a Trieste, visto che nel 2011 avevano ottenuto il Fap 1.012 persone di cui 770 anziani e 242 disabili (per una cifra complessiva di quasi 5 milioni di euro), nel 2012 il numero era salito a 1.141 (849 anziani e 292 disabili, per 5,9 milioni di euro) e nel 2013 si è arrivati a un totale di 1.136 utenti (862 anziani, 274 disabili) e il Comune ha distribuito 6,3 milioni abbondanti. In 2 anni dunque 124 assegni in più, per un costo maggiore di oltre 1,3 milioni di euro.
L’innovativo strumento di welfare istituito dalla giunta regionale guidata da Illy e che proprio da gennaio adotta con la giunta Serracchiani un nuovo articolato regolamento, consente appunto “autonomia” agli over-65 non autosufficienti e ai disabili, ma anche aiuta famiglie che fanno assistenza e, con progetti personalizzati, chi soffre di disturbo mentale. Per tutti c’è naturalmente il vincolo del reddito Isee, e ogni categoria ha i suoi parametri. Ma, una volta ottenuto, il Fap diventa condizione essenziale per poter stipendiare la badante, o per tenere attivi i servizi attivati. E invece, come l’anno scorso, anche questo dicembre (lamentano molti cittadini) non ha portato assegni, né li porterà gennaio. In Comune il telefono suona parecchio. Molto pochi possono permettersi di attingere a qualche cassa di fortuna per pagare intanto, comunque, l’assistente familiare. In alternativa, è questa che, pur lavorando, resterebbe senza paga. Secondo l’assessorato alle Politiche sociali, invece, il ritardo c’è ma non è così grave, «di fatto solo 15 giorni». Ma non arriverà prima del 10 febbraio.
«Come ogni anno - risponde il servizio Politiche sociali del Comune - ci sono delle variazioni nei tempi di liquidazione del Fap. Di norma avvengono dopo il 20 del mese successivo a quello della prestazione (ad esempio il 20 novembre per il pagamento di ottobre) dopo aver espletato tutte le verifiche». E a dicembre che cosa succede? Ci sono «problemi relativi alle chiusure contabili». E dunque l’erogazione avviene secondo diverse date: «Il pagamento di novembre - spiega l’assessorato - viene anticipato al 10 dicembre, senza effettuare i controlli, mentre a gennaio non avviene alcun pagamento. Questo perché nel mese di gennaio vengono ricontrollati tutti i 1.136 utenti (anziani e disabili) in quanto a fine anno ci sono i rinnovi dei progetti». Ma secondo gli utenti, ogni “progetto Fap” ha date di inizio e di scadenza individuali, non legate all’anno solare. Comunque il dato di fatto è la risposta ufficiale: «Le liquidazioni di dicembre saranno fatte verso il 10 febbraio, mentre le liquidazioni di gennaio saranno fatte come di consueto il 20 febbraio». Ci sarà un recupero. Fanno eccezione i «contributi per la vita indipendente» (un altro capitolo della legge) che partono invece in questi giorni. Secondo il Comune, in risposta ai preoccupati, «l’anticipazione della liquidazione a dicembre può aver ingenerato la sensazione che si ritardi di molto l’erogazione, invece il ritardo è di circa 15 giorni, dovuto appunto alla necessità di rifare tutti i controlli».
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