Contributi comunali per gli affitti: irregolari 270 domande su 300
A Trieste non s’era mai vista una truffa di queste proporzioni, e a nulla vale il pensiero che forse qualcuno ha sbagliato dichiarazione in buona fede. Le graduatorie istruite all’Ater per il Comune affinché distribuisse i contributi per le spese di affitto secondo i redditi dichiarati col modello Isee non solo sono finite una prima volta in Procura, e non solo sono state nuovamente bloccate perché anche l’analisi del Comune ha dimostrato una quantità imprevedibile di dichiarazioni “mendaci”, ma adesso che lo scavo è andato in profondità Procura e Comune si dichiarano esterrefatti per la pessima sorpresa: delle 50 pratiche analizzate dalla Procura solo 7 sono risultate corrette. Delle altre 300 che il Comune con l’Ufficio anti-evasione ha messo sotto indagine «il 90% è irregolare» dice Mario Silla, il dirigente comunale che tiene sotto sorveglianza la materia. Nel modello Isee che misura redditi e proprietà della famiglia al fine di individuare chi ha diritto a contribuzioni e agevolazioni non sono state dichiarate eredità (che è impossibile non saper di avere ricevuto), sono stati nascosti redditi dichiarando “incasso zero”, e sono stati dati per residenti all’estero figli che pranzano e cenano in famiglia. Dichiarazioni truffaldine per ottenere beneficio economico da soldi pubblici.
La macchina della distribuzione dei fondi (1,3 milioni) si è dunque bloccata. Solo in questi giorni stanno partendo due diverse serie di lettere. Le prime, intanto, ai sette onesti individuati dalla Procura entro i primi 50 in graduatoria, i quali riceveranno il contributo per l’affitto di casa. L’altra serie di lettere invece arriverà a chi è stato individuato dalla Procura e dal Comune (almeno due centinaia di nuclei familiari) come autore di falsa dichiarazione. Avranno 10 giorni di tempo per presentarsi in Comune e spiegare, analizzare, far capire come mai hanno scritto nel modulo cose non corrispondenti alla realtà. Non è facile compilare il modulo Isee (ma adesso col prossimo bando tutto cambierà) e può sempre darsi che qualcuno abbia mal compilato da solo o con l’aiuto di un Caf senza accorgersi dell’errore. Potrebbero esserci errori sanabili. Se l’errore sarà riconosciuto invece madornale e frutto di malafede, insomma una palese truffa, il Comune dovrà denunciare il cittadino alla Procura. Poiché sono in ballo cifre inferiori ai 4000 euro, non sarà la giustizia a occuparsi di questi casi, essi verranno girati alla Prefettura, alla quale spetta per legge comminare la sanzione amministrativa. Una bella multa. «Non so la cifra esatta - afferma Silla -, ma non sarà certamente una carezza, sarà una cifra importante». Chi voleva esser pagato dovrà invece pagare. Per altri che hanno commesso errori minori cambia invece il punteggio assegnato in graduatoria. Se era magari era stato fra i primi in lista potrebbe scendere in basso. Perfino sotto il limite della finanziabilità, e dunque altrettanto resterebbe senza niente.
Un’altra conseguenza che riguarda potenzialmente tutti i ben 1888 cittadini che hanno presentato la domanda e sono risultati idonei, e dei quali solo per 350 c’erano i soldi (1537 pur avendo diritto erano rimasti non finanziati) è che, scartando il 90% delle domande ammesse, altrettante richieste idonee (salvo prova del contrario) ma con basso punteggio e fuori dai limiti del finanziamento vengono ripresi in considerazione. Anche a loro l’indagine sulla veridicità delle dichiarazioni Isee non farà sconti, e così il recupero e scarto delle domande durerà ancora a lungo. Via via che saranno trovati gli “onesti e perfetti”, saranno liquidati.
Ovviamente questo sprofondamento nell’errore o nella bugia mette un’ombra sui contributi versati negli scorsi anni, quando i controlli erano rimasti a campione. E il Comune non si era affidato alla Procura. Che a un certo punto stavolta ha rimandato tutte le carte proprio al Comune: troppe le false dichiarazioni. Meglio che l’amministrazione rivedesse da sè l’intero pasticcio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo