Contributi badanti, solo il 25% li chiede
Nonostante l’aumento dell’importo arrivato a duecento euro al mese
I contributi per mettere in regola la badante non decollano. Solo una famiglia su quattro, tra quante stipulano un contratto di lavoro, chiede e ottiene il sostegno economico previsto dalla Regione. Il tasso di domande accolte è molto alto, il problema è che il numero complessivo di richieste continua ad essere basso, lontano dal bisogno effettivo delle famiglie. Le ragioni sono due: l’importo del contributo, nonostante sia stato aumentato fino a 200 euro mensili, non sembra essere ancora determinante. Basta a malapena a coprire i costi dei contributi previdenziali. In secondo luogo la procedura per ottenere i benefici ha dei tempi e delle modalità che non consentono di far fronte all’urgenza. COSTI E CONTRIBUTI Mettere in regola una badante a tempo pieno (54 ore settimanali) e formata – quindi con esperienza e competenze specifiche - costa all’incirca 1220 euro il mese: 1000 euro di stipendio, il resto sono contributi. Se il contratto è part time, il costo complessivo si aggira tra i 700 e gli 800 euro. A fronte di questa spesa una famiglia oggi può ottenere dalla Regione 120 euro il mese nel caso di un contratto part time, 200 per quello a tempo pieno. Fino al 2006 il tetto massimo del contributo mensile era di 130 euro, quello part time di 100 euro.
LA LEGGE La legge regionale 24 del 2004 ha stabilito l’assegnazione di contributi alle famiglie che si avvalgono dell’aiuto di un’assistente famigliare purché questa sia assunta con regolare contratto. In molti casi sono stati predisposti dei bandi – le famiglie avevano quindi scadenze temporali precise per presentare le domande -, in altri si è preferito utilizzare la procedura a sportello: la persona interessata poteva presentare domanda in qualunque momento, fino a esaurimento delle risorse disponibili. Nel 2007, con la nascita del fondo per l’autonomia possibile (Fap) sono cambiate le regole. Niente più bandi o sportelli, le famiglie si rivolgono al proprio Ambito di riferimento segnalando la richiesta. Un equipe di personale medico–sanitario valuta i bisogni complessivi dell’assistito e prepara un progetto personalizzato nel quale rientra anche l’assegnazione del contributo. La legge ha anche aumentato le risorse a disposizione: nel 2006 1 milione 200 mila euro, nel 2007 il Fap ammonta a complessivamente (ndr, risorse destinate non solo alle badanti) a 16 milioni di euro.
I REQUISITI Se con la legge 24 la famiglia richiedente doveva avere una capacità economica tutto sommato limitata (fino a 21 mila euro il tetto Isee), il Fap ha alzato il tetto oltre che i contributi. La condizione economica per poter accedere ai contributi è stata portata a un tetto Isee di 35 mila euro.
LE RICHIESTE Nonostante le novità introdotte, le domande di contributo da parte delle famiglie restano poche. Se nel 2006 (quando limiti di reddito e contributi erano più bassi) si sono fermate a 495, di cui 453 accolte, nel 2007 quelle accettate sono state 445 (la quasi totalità), di cui 208 legate a progetti personalizzati. Se si confronta questo dato con quello delle famiglie che hanno stipulato un contratto attraverso gli sportelli del progetto assistenza alla persona della Regione – ovvero 1825 –, si vede che solo una famiglia su quattro ha presentato domanda e ottenuto il beneficio.
CRITICITA’ Come emerge dal rapporto dei consiglieri regionali Annamaria Menosso e Piero Camber «le nuove procedure rischiano di allungare i tempi di decisione per l’assegnazione dei contributi»”. Con la costituzione del Fap la valutazione dei requisiti dei richiedenti viene fatta da un’unità di cui fa parte personale amministrativo e sanitario «e che rischia di far ritardare il momento della decisione». Per quel che riguarda l’entità dei contributi «i servizi sociali di alcuni ambiti – proseguono i consiglieri – continuano a rilevare una scarsa disponibilità da parte delle famiglie che si avvalgono di assistenza famigliare a regolarizzare la posizione della badante, nonostante l’opportunità di poter beneficiare di un contributo».
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