Contratti a tempo saliti del 20% in 4 mesi

Assunti in regione quasi 9mila lavoratori precari per effetto del decreto Poletti. Ma non si ferma l’emorragia di posti fissi
Di Gianpaolo Sarti

TRIESTE. Segno più per i contratti a tempo determinato in Fvg. L’introduzione del decreto Poletti, avvenuto nella scorsa primavera, ha dato nuovo impulso al mercato del lavoro regionale. Quest’anno, tra marzo e giugno, si è registrato un aumento con punte vicine al 20%, pari a quasi 9mila assunzioni. «Stiamo andando nella giusta direzione», dichiara la presidente della Regione Debora Serracchiani, consapevole che per una buona dose di questi contratti potrebbe trattarsi di regolarizzazioni di collaborazioni o altre forme di precariato. L’altro lato della medaglia, tuttavia, resta negativo: gli “indeterminati” continuano la loro inarrestabile discesa, di cui non si conosce ancora il punto di caduta. La flessione, in questo caso, è mediamente del 27%.

Il provvedimento del ministro del governo Renzi (decreto legge n°34 “Disposizioni urgenti per favorire il rilancio dell’occupazione e per la semplificazione degli adempimenti a carico delle imprese”) è una prima tappa verso la riforma del settore, il “Jobs act”, e va a modificare la legge Fornero varata nel 2012 dal governo Monti. L’impresa, stando al decreto, sostanzialmente non ha più l’obbligo di precisare le esigenze organizzative e produttive per le quali fa ricorso a un contratto a termine; il rinnovo continuativo (5 volte al massimo), inoltre, ha un limite di 36 mesi e non più di 12 come era previsto dalla Fornero. Il provvedimento indica peraltro un tetto del 20% di contratti tempi determinati per azienda rispetto al totale dei lavoratori; in caso di violazione si applica una sanzione amministrativa a carico del datore di lavoro per ciascun dipendente assunto oltre la soglia.

I dati in mano alla Regione di primo acchito sembrano tratteggiare un panorama in miglioramento, almeno in parte. Confrontando il nuovo trend rispetto allo scenario che si presentava nel 2013, a marzo il numero dei contratti è cresciuto del 13,1% per un totale di 7.681 persone; incremento che si è ripetuto ad aprile (+13,4%), poi rallentato a maggio (+0,8), per ritornare a risalire a giugno (+18,8%) per complessivi 7.903 contratti. Tutto ciò, tuttavia, a fronte di una picchiata degli “indeterminati”, calati nello stesso periodo considerato rispettivamente del 31,2%, del 34,4%, del 10,7% e del 34,1%. «Nel corso del primo semestre 2014, si è registrato un importante aumento delle assunzioni e tempo determinato - conferma l’assessore al Lavoro Loredana Panariti - in particolare nel bimestre marzo-aprile e a giugno. È verosimile ritenere che le novità introdotte dal decreto Poletti abbiano contribuito in tal senso, ma la quantificazione dell’impatto - ci tiene ad evidenziare l’esponente della giunta - richiederebbe complessi approfondimenti statistici, senza contare che le maggiori attivazioni e proroghe a tempo determinato potrebbero aver comportato effetti di spiazzamento su altre forme di assunzione o trasformazione di rapporti già in essere». In altri termini un quadro modificato anche in virtù di possibili regolarizzazioni da forme di collaborazione, più che nuovi innesti.

Debora Serracchiani guarda il bicchiere mezzo pieno. «Questa è la conferma di un andamento nazionale - spiega - perché anche nel resto del Paese stanno aumentando i contratti di lavoro a tempo determinato. Io credo francamente che l’intervento fatto a suo tempo dal decreto Poletti sia andato nella direzione di regolamentare lo strumento a cui in questo momento guardano con maggiore interesse le imprese, considerata la crisi e considerata la paura di fare altri tipi di contatti. Se ciò si inserisce, come auspico, all’interno di una più grande strategia che adesso riguarderà pure il Jobs act, la norma sui tempi determinati è in grado di creare posti di lavoro. L’obiettivo è far sparire anche le collaborazioni di vario genere, sostituendole con i contratti di lavoro subordinato».

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