Conto da 110mila euro per il flop di Campo Marzio

Il presidente di Trieste science center Zanini condannato dalla Corte dei conti a risarcire il ministero per i fondi utilizzati per coprire debiti e fatture di Globo
Di Piero Rauber
Lasorte Trieste 01/11/07 - Ex Meccanografico - Nuova Sede Globo
Lasorte Trieste 01/11/07 - Ex Meccanografico - Nuova Sede Globo

La maledizione di Era (l’annunciata e mai nata Esposizione di ricerca avanzata che sarebbe dovuta fiorire all’ex Centro meccanografico delle Ferrovie di Campo Marzio) colpisce ancora. E stavolta si abbatte su Franco Zanini, presidente di Trieste science center, il consorzio misto pubblico-privato, di scopo e senza fini di lucro, formato tra gli altri da Università, Area, Comune e Provincia, creato per fare da interlocutore con gli enti finanziatori del progetto. Zanini è stato condannato dalla Corte dei conti a risarcire ora con oltre 110mila euro il Miur, il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, che aveva chiesto il conto allo stesso Zanini dei 145mila euro erogati nel 2006 a Trieste science center per una realizzazione di Era che non si sarebbe mai più concretizzata.

A sei mesi dunque dalla fine della parabola giudiziaria toccata a Fulvio Belsasso (il presidente dell’associazione di divulgazione scientifica Globo, capofila e vero regista della stessa operazione Era, assolto dal Tribunale penale con quella che a suo tempo si sarebbe chiamata “insufficienza di prove” dall’accusa di truffa aggravata e distrazione di un milione e mezzo di contributi pubblici) torna adesso d’attualità il nome di un secondo protagonista di questa scalognata vicenda, prosciolto anni addietro in sede penale dall’accusa di malversazione ma fresco invece di condanna, appena sentenziata come detto dalla magistratura contabile, al pagamento di 110mila euro più interessi legali e spese di giudizio per altri 350 euro. Motivo: spese i 145mila euro ministeriali per altro rispetto agli stringenti obiettivi per i quali Roma li aveva stanziati. «Secondo quanto emerge dalla documentazione acquisita agli atti di causa, le somme erogate dal Miur sono state utilizzate per coprire i normali costi di gestione e ripianare pregresse posizioni debitorie dell’Associazione Trieste science center, nonché per pagare alcune fatture emesse dalla Associazione Globo (in parte per oneri di progettazione, ndr) in relazione a spese non riconducibili alle finalità (la costruzione vera e propria dell’edificio, ndr) previste dall’Accordo di programma», si legge infatti nella sentenza depositata in questi giorni nella segreteria della Corte dei conti di viale Miramare dalla Sezione giurisdizionale per il Friuli Venezia Giulia composta dai giudici Alfredo Lener (presidente), Giancarlo Di Lecce (relatore) e Paolo Simeon (a latere), che ha sostanzialmente accolto le istanze presentate dalla Procura regionale della stessa Corte dei conti guidata da Tiziana Spedicato.

Tale sentenza costituisce il punto di arrivo di un contenzioso culminato in un’udienza di due mesi fa (presenti tra gli altri il segretario della Corte dei conti Anna De Angelis, la viceprocuratrice Emanuela Pesel Rigo e l’avvocato Guido Barzazi, difensore di Zanini insieme all’avvocato Giovanni Borgna) dopo la quale il collegio dei magistrati contabili è giunto a una serie di conclusioni a loro modo lapidarie. Non solo «l’archiviazione del procedimento penale non assume alcun significativo rilievo ai fini dell’autonoma valutazione che compete al giudice contabile»: «Le inadempienze degli enti coinvolti indicate come fattori che non hanno consentito la realizzazione del progetto finanziato - scrivono i giudici - non valgono ad esonerare il dottor Zanini dalle responsabilità assunte nei confronti del Miur. Ed invero a fronte di una conclamata situazione di sperpero di denaro pubblico appare sin troppo semplicistico il tentativo di attribuire ad altri l’insuccesso di un’iniziativa che, sin dall’origine, si presentava mal impostata». Un richiamo, implicito, a tutti gli attori di un film che ha fatto fiasco: dallo stesso Belsasso agli enti pubblici finanziatori nei quali il presidente di Globo, ammettendo una colpa e non il dolo, aveva spiegato in Tribunale di aver riposto la sua fiducia nonostante i ritardi dei fondi per far avanzare il progetto. Fino a Zanini, responsabile per la Corte dei conti di aver «gestito il contributo erogato dal Miur con grave imperizia e inescusabile imprudenza». Ma ce n’è pure per il ministero: da un lato non esistono «evidenze idonee a dimostrare che il dottor Zanini si sia appropriato di somme di denaro o abbia tratto vantaggi personali dalla gestione del contributo erogato dal Miur», dall’altro «va evidenziato come l’attività di monitoraggio di competenza del Miur non si sia dimostrata particolarmente efficace, posto che il primo rilievo sull’operato del dottor Zanini è stato effettuato il 23 gennaio 2008, a distanza di 19 mesi dall’erogazione del contributo mentre la formazione contestazione dell’inadempimento è del 25 gennaio 2010». E così dalla pretesa di partenza di 145mila eurosi scende a 110mila.

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