Conto alla rovescia per l’accorpamento dei laboratori Arpa

La giunta stabilisce la riduzione di sedi operative e affitti Vito: «L’obiettivo è il polo unico. Decisione entro l’anno»
Di Marco Ballico

TRIESTE. Arpa Fvg accorperà i quattro laboratori provinciali di analisi del territorio. O, almeno, questa è l’intenzione della giunta. «Il ragionamento è in corso – fa sapere l’assessore all’Ambiente Sara Vito – e la decisione dovrebbe arrivare entro la fine dell’anno». L’obiettivo è naturalmente quello della razionalizzazione, in un’operazione più vasta che intende “pesare” il patrimonio immobiliare dell’Agenzia per ridurre il più possibile i costi.

Il budget Si parte dalla delibera di approvazione degli atti di programmazione annuale 2014 e triennale 2014-16, otto pagine che servono innanzitutto a definire il budget a disposizione quest’anno: 22,1 milioni di euro risultato della somma di 21.613.000 euro per le spese di funzionamento e l’attività istituzionale, 250mila euro allocati sul Fondo ambiente e 237mila euro di avanzo vincolato da riscrivere per interventi in materia d’ambiente in sede di legge di assestamento. Una proiezione che vale anche per le annualità 2015 e 2016, anche nel rispetto degli obiettivi di finanza pubblica da parte della Regione a fronte di una riduzione dell’1,8% del finanziamento pubblico rispetto al 2013.

La mission La delibera interviene quindi sul tema del contenimento dei costi. Anche se corregge formalmente il programma elaborato dalla direzione generale dell’Agenzia alla voce “Le sedi dell’Arpa”. L’obiettivo di «ridurre le sedi operative e gli affitti», precisa la giunta, va riformulato in «razionalizzazione del patrimonio immobiliare adibito a funzioni di laboratorio, garantendo i servizi territoriali». Una formula meno diretta ma che apre comunque la strada all’accorpamento dei laboratori provinciali, una vecchia idea, poi archiviata, della prima giunta Tondo nei primi anni 2000.

Il patrimonio immobiliare «Sì – conferma Vito –, nell’ambito di una rivalutazione degli immobili, e cioè di una più opportuna scelta tra proprietà e affitti, abbiamo messo in agenda il polo unico dei laboratori dell’Arpa, una sede accentrata senza che però venga meno la presenza dell’Agenzia su tutto il territorio regionale». Al momento, precisa l’assessore, non ci sono anticipazioni su quale delle province finirà con l’ospitare il laboratorio unico di analisi. Tanto meno su quali spostamenti riguarderanno eventualmente i dipendenti, argomento su cui i sindacati certo vorranno dire la loro. «Definiremo il tutto probabilmente entro l’anno – prosegue Vito –. Quello su cui puntiamo è valorizzare le professionalità dell’Arpa e migliorare la qualità del lavoro». In cantiere c’è, non a caso, anche il rinnovo del parco tecnologico a disposizione dei tecnici.

La collaborazione con il Ssr Sempre in tema di risparmio Vito fa poi sapere di avere avviato con la collega alla Salute Maria Sandra Telesca un monitoraggio di alcune sedi del Servizio sanitario regionale «che potrebbero tornare utili per una riorganizzazione degli spazi dell’Agenzia per l’ambiente. Anche per il futuro laboratorio risulterà opportuno, crediamo, dare priorità ad alcuni immobili già ristrutturati piuttosto che ipotizzare una costruzione ex novo».

Le prescrizioni Nella stessa delibera la giunta indica inoltre alcune prescrizioni rispetto ai programmi preliminari presentati dall'Arpa, «per meglio attuare le indicazioni strategiche della Regione in merito al sistema integrato di "governance" ambientale e agli obiettivi di tutela ambientale e di prevenzione igienico-sanitaria». Nel dettaglio l’esecutivo indica all’Agenzia di accertare il carico inquinante nel fiume Corno e di monitorare lo stato ecologico dell’Isonzo a valle della diga di Salcano; trasmettere alla direzione Ambiente i dati di monitoraggio sulla qualità delle acque in attuazione delle direttiva quadro europea; presentare un piano di lavoro per la gestione dei dati inerenti gli impianti di depurazione e relativi scarichi; avviare uno studio epidemiologico sull’inquinamento da metalli nell’area della centrale termoelettrica di Monfalcone; predisporre entro fine aprile il programma operativo sul rischio igienico sanitario ambientale.

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