Conti comunali “in rosso”, stangata su tariffe e multe

AGGIORNAMENTO: Sulla sua pagina Facebook il sindaco Dipiazza ha così commentato l'articolo:
Imposta di soggiorno per gli hotel, aumenti nelle tariffe per l’occupazione di suolo pubblico, alle mense scolastiche, sui parcheggi. E tante, tante multe. È il “pacco doni” portato dal bilancio triennale del Comune di Trieste, che ieri è finalmente approdato in giunta dopo una lunga gestazione. Il testo, che doveva essere approvato entro il 31 maggio, con tutta probabilità arriverà in aula a metà giugno o giù di lì. Anche perché i disequilibri di bilancio previsti sono pesanti: 3 milioni e 400mila euro quest’anno, oltre 5 milioni per il prossimo e più di 8 milioni per il 2019.
Nei giorni scorsi tutti i consiglieri hanno ricevuto una relazione dell’assessore Giorgio Rossi in cui si espongono i punti salienti del documento. Vi si rilevano «consistenti disequilibri» sugli anni 2017, 2018 e 2019: «A fronte dei quali sono necessari concreti interventi di riduzione di spesa e aumento di entrate al fine di permettere il conseguimento del pareggio di bilancio nel triennio». Insomma, tagli sulle spese e aumento di tariffe.
La ragione. Come si legge nel documento, deriva sia dal calo di entrate da Imu e Tasi a causa di esenzioni e riduzioni introdotte a livello nazionale, sia al nuovo sistema regionale di finanziamento dei Comuni. A questo si assommano le riduzioni di entrate derivanti dal passaggio di alcune competenze alle Uti.
Come restare a galla? Si legge nella relazione: per gli equilibri di bilancio 2017 «si è riusciti a ottenere il pareggio senza prevedere l’aumento di tariffe per i servizi erogati ai cittadini». Per il 2018 e il 2019 le cose son diverse: «Dovendo affrontare uno scenario di ulteriori riduzioni di entrate principalmente per trasferimenti dalla Regione, si è reso necessario prevedere alcuni modesti aumenti tariffari nonché l’introduzione dell’imposta di soggiorno a decorrere dall’anno 2018».
La relazione aggiunge che l’amministrazione dovrà fare il possibile per ottenere dalla Regione finanziamenti che consentano di evitare le «misure straordinarie» previste in bilancio per il prossimo biennio.
Questi gli interventi di riduzione della spesa previsti. Un taglio di 540mila euro sul 2018 e sul 2019 sulle spese per la sostituzione del personale dell’Area educativa con affidamenti di servizi in appalto; una riduzione sulle spese per attività e associazioni di 190mila euro nel 2019; una riduzione di spese per i servizi sociali di 2 milioni 266mila euro che, precisa il testo, mantiene l’importo leggermente superiore alla spesa del 2016 (quasi 16 milioni).
E ancora, un taglio ai servizi di sorveglianza dei musei da 300mila euro nel 2019; un taglio al global service degli uffici di 240mila euro nel 2018 e 360mila nel 2019; una riduzione di spesa del personale per assunzioni nel 2017 da 680mila euro, destinata a salire a 800mila il prossimo anno e a un milione in quello successivo; un taglio alla manutenzione del verde pubblico da 259mila euro nel 2019; una riduzione di spese sul riscaldamento da 876mila euro nel 2018 e oltre un milione nel 2019; una riduzione di consumi elettrici da 400mila euro nel 2019. In totale i tagli sono di quasi tre milioni nel 2017, circa due milioni e mezzo nel 2018, oltre quattro milioni nel 2019.
Veniamo agli aumenti di entrate. L’imposta di soggiorno dovrebbe portare un milione 200mila nel 2018 e un milione 600mila nel 2019. Per le multe sono in previsione circa 500mila euro quest’anno e 600mila nel biennio prossimo. L’aumento di occupazione permanente di suolo pubblico dovrebbe dare 200mila euro nel 2018 e altrettanti nell’anno successivo. L’adeguamento della retta minima di accesso al nido dovrebbe portare 90mila euro l’anno prossimo, 300mila nei due successivi. L’aumento delle tariffe per le mense scolastiche prevede 160mila euro nel 2018 e 320mila nel 2019.
Le tariffe sui parcheggi dovrebbero portare 300mila euro nel 2019. L’incremento delle tariffe sulle case di riposo, infine, ammonta a 360mila euro l’anno prossimo e 720mila nel 2019. Entrate complessive per 588mila euro nel 2017, 2 milioni 820mila nel 2018, 4 milioni circa nel 2019. Ma la battaglia in aula si prospetta difficoltosa.
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