Contestano la mostra su Tito: l’assessore strappa i volantini

MUGGIA. Volantini strappati con forza dalle mani di un minorenne e mai più restituiti. L'intervento della Polizia municipale che cerca di sedare gli animi. Una denuncia in arrivo per appropriazione indebita e danneggiamento.
Inaugurazione decisamente movimentata per la mostra pacifista “Yoko Lennon Tito – un'azione concettuale”, proposta dall'amministrazione Nesladek. Protagonisti della vicenda, svoltasi sabato pomeriggio all'interno della sala Negrisin, chi – evidentemente – non può che avere una visione differente della figura del maresciallo Josip Broz “Tito”: da una parte tre militanti de La Destra, il partito fondato dall'ex missino Francesco Storace; dall'altra l'assessore alla Polizia Locale di Muggia, il comunista indipendente eletto nelle file della Federazione della Sinistra, Giorgio Kosic.
Sono le 18.30 circa. La location è la sala comunale d'arte “Giuseppe Negrisin”, posta in piazza Marconi, nell'ex bar del Municipio. Più di cinquanta persone sono presenti per l'inaugurazione della tanto discussa mostra che ha come soggetti principali Yoko Ono, John Lennon e l’ex partigiano e padre della Jugoslavija Tito. Tra il pubblico il sindaco Nerio Nesladek, il vicesindaco e assessore alla Cultura Laura Marzi, il vicesindaco di Pirano Bruno Fonda, il console della Repubblica di Serbia Momcilo Milovic e i curatori della mostra. Ma anche tre giovani militanti de La Destra, tra cui Lorenzo Millo e il segretario provinciale del partito, Felice Sorrentino. «Ho interrotto pacificamente i discorsi d’inaugurazione distribuendo i volantini che avevamo preparato dicendo “eccovi il vostro artista Tito”, poi ho lanciato in aria alcuni di questi volantini», racconta Sorrentino. «Immediatamente è intervenuto l'assessore Kosic il quale ha strappato alcuni volantini dalle mani di un militante, peraltro ancora minorenne, di Gioventù italiana, il movimento giovanile de La Destra. Da lì sono intervenuti i due vigili urbani presenti in sala che ci hanno gentilmente chiesto di uscire dalla sala. Lo abbiamo fatto senza opporre alcuna resistenza. Una volta fuori dalla sala siamo stati identificati dalla Polizia municipale - prosegue Sorrentino-. Di conseguenza ho chiesto espressamente che l'uomo che ci aveva aggredito venisse identificato, ma i due vigili mi hanno risposto che non serviva identificarlo perché era l'assessore. Di fronte a tale risposta, dicendo di essere un libero cittadino, ho spiegato che volevo sporgere denuncia, ma i due vigili hanno cercato di stemperare gli animi». Da qui la contromossa di Sorrentino: «Ho preso il cellulare e ho chiamato i Carabinieri spiegando loro cosa stava accadendo. I Carabinieri mi hanno chiesto di farli parlare con i vigili lì presenti i quali mi hanno poi detto di passare alla stazione della Polizia municipale».
In quei concitati momenti, Sorrentino ha cercato di parlare con Kosic: «Desideravo la mediazione con l'assessore e gli ho chiesto indietro i volantini che però lui si è tenuto per sé danneggiandoli. Allora ho chiesto all'assessore se quello che stava facendo fosse per lui un gesto elegante. La sua risposta? Mi ha detto che strappandomi i volantini aveva solo prevenuto qualcosa di ancor più grave...».
Ma cosa recitava il volantino? Testualmente: “Loro (foto di Lennon e Yoko Ono, ndr) volevano la pace da questo boia (foto di Tito, ndr). Ecco una delle sue tante opere (una fila di cadaveri riversi a terra e un gruppo di persone con il fazzoletto sul naso, ndr). Nesladek vergognati!” Più sotto, accanto ai simboli de La Destra e di Gioventù italiana, la scritta: “Chi trova un collegamento tra queste persone e Muggia è bravo”.
Sull'accaduto l'assessore Kosic ha minimizzato: «C'è stato un piccolo schiamazzo in seguito alla presenza di alcuni giovani di un gruppo di destra che ha volantinato durante l'inaugurazione. Direi però che la cosa importante è che la mostra sia partita e mi auguro che la gente si rechi a Muggia per vedere con i propri occhi ciò di cui si sta parlando». Sull'azione legale preannunciata da Sorrentino, l'assessore Kosic ha preferito esprimere il proprio “no comment”.
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