Contenzioso Regione-Raugna sulla spiaggia della Costa Azzurra a Grado

Antonio Boemo
©foto Antonio Boemo - Grado
©foto Antonio Boemo - Grado

GRADO. Sugli sviluppi di un contenzioso giudiziario scaturisce l’ennesima polemica politica tra il sindaco Dario Raugna e la giunta regionale.

I FATTI. La Regione ha impugnato la sentenza di primo grado emessa dal Tribunale civile di Gorizia nel procedimento promosso dall’Agenzia del Demanio contro il Comune di Grado. Oggetto del contendere la titolarità di quest’ultimo della spiaggia di Costa Azzurra e del tratto di mare antistante per una lunghezza di circa un chilometro.

Tale proprietà è in essere in virtù di un’antica consuetudine fissata dai primi del Novecento con Decreto Tavolare. A ricordarlo fu, ad esempio, la vicenda del 2013 relativa alle perforazioni in spiaggia per sondare se nel sotto suolo vi erano polle di acqua calda. Emerse in quell’occasione che ad autorizzare i lavori non aveva titolarità la Capitaneria di Porto, bensì il Comune di Grado in quanto, appunto, legittimo proprietario. Per comprendere la situazione bisogna fare un salto indietro di parecchi anni, a quando cioè la fisionomia della laguna era completamente diversa tant’è che si estendeva evidentemente sino in quel punto che è stato mappato nelle proprietà comunali.

Contro la sentenza di primo grado non ricorre ora l’Agenzia del Demanio ma la Regione che in prima istanza non era coinvolta nel procedimento civile in quanto “trattandosi di aspetti dominicali afferenti la rivendica della titolarità di beni in capo al demanio marittimo e dunque di competenza diretta dell’organo statale”.

Per capire come mai ci si è messa ora direttamente di mezzo la Regione, va ricordato che nel frattempo sono stati trasferiti alla Regione i beni dello Stato e relative pertinenze situati nella laguna di Marano e Grado, con tutte le attribuzioni inerenti alla loro titolarità, ma nell’elenco non c’è l’area della Costa Azzurra. Secondo l’Agenzia del Demanio l’area è costituita per la maggior parte ed estensione da mare e per il resto da spiaggia, e pertanto giuridicamente deve essere considerata demaniale in quanto non ricadono all’interno della laguna. Ma un tempo, quando è stata intavolata, come si è detto, evidentemente sì, anche perché l’area in questione è gravata da usi civici a favore di Grado il che significa che la stessa non è ascrivibile ai beni dello Stato. La Regione ha proposto appello alla Corte d’Appello chiedendo l’annullamento e la riformazione della sentenza del Tribunale di Gorizia. Di certo c’è in questo momento rimane un fatto: ancora una volta dalle casse comunali si dovranno togliere dei fondi per una ulteriore causa.

LE REAZIONI. «Inaspettatamente – commenta il sindaco Dario Raugna –, e non capiamo perché, la Regione, in un primo momento defilata, ha assunto le posizioni dello Stato contro il Comune sposando la tesi per cui la Costa Azzurra apparterrebbe al demanio statale. Fa specie che la nostra Regione, governata dalla Lega, non riconosca il valore delle autonomie locali, vero cavallo di battaglia ma regolarmente disatteso, come in questo caso».

In poche parole Fedriga contro Raugna (l’atto ufficiale così riporta essendo gli stessi i rappresentanti ufficiali pro tempore) per un bene che è sempre stato dei gradesi. «Non era mai accaduto - aggiunge Raugna - di avere la nostra Regione contro il Comune in favore dello Stato». —

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