TRIESTE. È cominciata poco dopo le 15 di oggi, domenica 6 settembre, la cerimonia finale dell’EuroScience Open Forum a Trieste. Ad aprire il saluti è stato il Champion di Esof 2020 Stefano Fantoni. Rivolgendosi al premier Giuseppe Conte e al ministro Stefano Patuanelli, agli altri convenuti, ha ringraziato tutti i partner istituzionali dell’evento, le istituzioni scientifiche locali e nazionali, il governo e l’amministrazione locale.
«Voglio essere franco: non mi sarei mai immaginato che questa sarebbe stata un’esperienza così piena per me, in questi 5 giorni sono stato su delle "montagne russe" emotive, questo posto così pieno di potenzialità è tornato a nuova vita, non sono triestino ma questa città è stata a lungo parte della mia vita: è stato bello vedere il Porto vecchio animato da mattina a sera, rifletto sulla potenza delle idee e sulla capacità degli uomini di condividere idee. Rispetto alle altre specie l’uomo ha la capacità sociale di unirsi, il Covid ha dimostrato che dobbiamo continuare su questa strada in nome della condivisione della conoscenza.
Abbiamo il rimpianto di non avere qui molti amici e colleghi ma stiamo ricominciando insieme in questo che è il primo grande evento scientifico mondiale dell'era Covid, questo splendido centro congressi è un segno tangibile del nostro impegno ma c’è anche in eredità immateriale con molti panel sulla sostenibilità e sui bisogni di questa e delle future generazioni, eredità straordinaria di Esof 2020 è creare un istituto internazionale per la sostenibilità, l’importanza dei big data per soluzioni di intelligenza artificiale sullo sviluppo sostenibile, ho voluto che fossimo qui a prescindere da tutti, in nome della passione per la verità, in quest’epoca abbiamo bisogno di verità e di modi semplici per esprimerla, grazie Trieste, grazie al nostro paese, grazie all’Europa».
La parola è passato al governatore del Fvg Massimiliano Fedriga. «Sono qui di nuovo non per chiudere Esof ma per continuare il percorso che questa regione e questa città hanno intrapreso e che dobbiamo far crescere anche con l’obiettivo dell’occupazione e dell’impresa». Fedriga ha ringraziato Conte e Patuanelli per la loro presenza: «Ho fatto presente al presidente del consiglio quanto sono importanti ricerca e innovazione, ho ricordato che Trieste è la città col più alto numero di ricercatori. Oggi deve cominciare il percorso perché l’autocelebrazione si trasformi in opportunità per il paese e l’Europa tutti, ma serve comunione di intenti e per questo nell’area del Porto vecchio prevediamo di lanciare l’istituto internazionale di sostenibilità che può entrare nel nostro sistema di ricerca e formazione.
All’interno dei fondi nazionali ci deve essere un coinvolgimento dei territori, dobbiamo fare squadra e strutturare progetti di crescita, si possono individuare progetti comuni a prescindere dalle appartenenze politiche, abbiamo il dovere morale di remare dalla stessa parte, sono già diventato uno "stalker" del presidente Conte per i fondi, Esof è stata un’occasione per mettere sotto i riflettori trieste e il nostro mondo scientifico ma sarebbe un fallimento fermarsi qui, dobbiamo vedere cosa avverrà da domani, la Regione Fvg è a disposizione e ci crede, vuole spostare le proprie istituzioni dentro il Porto Vecchio».
Terzo a prendere la parola per i saluti il ministro per lo Sviluppo Economico Patuanelli che ha iniziato rivolgendosi al premier Conte: «Caro Giuseppe ben tornato nella mia bellissima città, città di contaminazioni, di porto e di scienza, ti chiedo di aiutarmi affinchè porto e scienza possano cogliere le occasioni non colte in passato in modo profondo. Dobbiamo reclamare con forza l’extradoganalità per uno sviluppo portuale pieno in cui anche la ricerca può avere un ruolo fondamentale.

Da sinistra il prefetto Valenti, il ministro Patuanelli, il premier Conte, il governatore Fedriga, il champion Fantoni (Foto Massimo Silvano)
Trieste può diventare centro dei percorsi di sostenibilità che le nostre attività dovranno compiere e centro delle tecnologie quantistiche. C’è un progetto molto interessante che avrà il mio pieno suppoorto e sono certo anche quello del Presidente del Consiglio. Oggi si concludono giornate che hanno portato il dibattito scientifico con al centro Trieste, penso alle varie istituzioni scientifiche, ma quello che conta è come ricerca scientifica diventa ricerca applicata e arriva nelle aziende e diventa sviulppo economico, dobbiamo agevolare tutti assieme i percorsi e le contaminazioni, che portano le aziende a crescere, rafforzarsi, essere competitive e stare sui marcati internazionali, serve che il trasferimento tecnologico avvenga grazie alle grandi filiere che spesso vedono la partecipazione dello Stato.
Credo che la guida pubblica - ha concluso il ministro - sia necessaria e non mancherà di avere il supporto del governo, digital innovation hub e la fondazione Enea Tech sono strumenti che mettiamo a disposizione delle aziende e dei grandi centri di ricerca. Se tutti avremo forza di lavorare in questa direzione eventi come Esof non saranno una cattedrale, Esof ha restituito alla città un pezzo di Porto vecchio che da anni attende di diventare un volano».
Sono quattro gli obiettivi fondamentali, prioritari della ricerca in Italia, individuati dal premier Giuseppe Conte, ed espressi nel suo intervento alla cerimonia conclusiva di Esof. Per il Presidente del Consiglio occorre «favorire la ricerca integrata multidisciplinare complessa, rafforzare la ricerca di base, promuovere la ricerca "mission oriented", avvicinare ricerca a formazione».
Il premier ha avuto parole di grande apprezzamento per Trieste: «Modello unico di collaborazione internazionale e diplomazia scientifica, era la cornice perfetta per questo evento e adesso sarà la sede ideale per sviluppare il processo scientifico che serve a reinventare il mondo post Covid»
A proposito del rapporto tra scienza e politica e gestione della pandemia, Conte si è soffermato su due aspetti della scienza, «erroneamente concepiti in contraddizione: l'oggettività dell'indagine scientifica e il suo esser campo di confronto, di dialettica esponendosi al dubbio».
Per il premier «è illusoria questa contraddizione, ma può distorcere il senso della ricerca nell'opinione pubblica, la quale individua il dubbio come una incertezza» e non come un elemento stimolante. In questo senso, «l'assunto è che la scienza è una attività umana, dunque fallibile e la filosofia scienza del '900 ci ha insegnato che l'oggettività della scienza non significa assenza di conflitti ma essa è invece l'esito di conflitti risolti e superati». È per questo che «la scienza è una impresa democratica, anche nelle discipline epidemiologiche, e le controversie vanno assunte come indizi di razionalità, non il contrario».
Prima dell'inizio della cerimonia, al suo arrivo, il premier si è trattenuto brevemente con i giornalisti: «Ci sono tutte le condizioni per costruire qualcosa destinato a svilupparsi anche in futuro. Trieste è la città italiana con il più alto numero di ricercatori rispetto al numero di abitanti - ha dichiarato -. Sono qui concentrati dei poli scientifici di assoluto rilievo internazionale. Quindi oggi è un momento importante e simbolico anche per lanciare questa prospettiva futura, dobbiamo lavorare sull'innovazione tecnologica, sulle tecnologie più avanzate e gli scienziati italiani sono all'avanguardia in questo».
Massimo Inguscio, Presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR): “La ricerca costruisce il futuro e sarà un elemento essenziale per la ricostruzione. Le tecnologie quantistiche rappresentano un nuovo paradigma trasversale, che mette insieme ambiti diversi per offrire opportunità completamente nuove in settori che vanno dalla simulazione di nuovi farmaci e materiali con i calcolatori quantistici, ai sistemi a guida autonoma e l’agricoltura di precisione con i sensori quantistici, fino alla trasmissione sicura di dati con la comunicazione quantistica. Il CNR, con la sua multidisciplinarità, ha raccolto questa sfida anche in chiave europea e mette in atto strategie in sinergia con gli altri enti di ricerca, il mondo universitario e le imprese per costruire un futuro basato sulla conoscenza e l’innovazione”.
Roberto di Lenarda, Rettore dell’Università di Trieste: “Esof Trieste 2020 si chiude dopo 5 giorni ricchi di contributi multidisciplinari che dimostrano ancora una volta la necessità che alla scienza venga riconosciuto lo spazio e la rilevanza che gli sono propri e che sono necessari alla società ed ai cittadini. Perché questo possa avvenire, sono necessarie risorse infrastrutturali, finanziarie ed organizzative. Ciò però deve essere altrettanto necessariamente accompagnato da un cambio di passo degli scienziati e delle istituzioni finalizzate a creare stabili network di collaborazioni istituzionali di medio-lungo periodo, strategiche e trasparenti . L’Università di Trieste è certamente impegnata ora e per il futuro in questa sfida fondamentale per la nostra città, la nostra Regione ma anche tutto il Paese. Un ringraziamento sentito al prof Fantoni”.
Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste: “Trieste ha saputo accogliere Esof2020 nel migliore dei modi, ha messo in evidenza e al servizio comune il proprio patrimonio scientifico che è patrimonio del Paese e di tutta la comunità scientifica internazionale. Trieste è stata felice di ospitare questo evento e oggi più che il passaggio di testimone alla bella e importante città di Leiden per la prossima edizione di Esof, stiamo trasferendo un bagaglio prezioso di nuova conoscenza, affinché questo patrimonio comune possa continuare a crescere nei suoi prossimi appuntamenti. Trieste vi da quindi l’arrivederci a Leiden per continuare a lavorare insieme”.
Henri Lenferink, windaco di Leiden: “Le organizzazioni di Trieste e Strasburgo hanno fatto un lavoro incredibile adattando questo conferenza eccezionale alle attuali condizioni imposte dal Covid, mostrando in questo modo la loro forza e resilienza. Spero e credo che potremo imparare dal loro eccellente lavoro e proporre un altrettanto emozionante Esof a Leiden a luglio 2022. Nel 2022 Leiden ospiterà la decima edizione di Esof. Ovviamente ci assicureremo di festeggiare con tutti voi nel miglior modo possibile! Insieme alla fondazione EuroScience e la Commissione Europea a Brussels e Strasburgo affronteremo qualsiasi sforzo per sviluppare una formula nuova e capace di affrontare gli scenari futuri. Ma proporremo anche un altro cambiamento profondo: per la prima volta Leiden offirà un programma lungo un anno in modo da promuovere la reputazione delle Città Europee della Scienza. Nel farlo, speriamo di lasciare un’eredità e di creare una cordata di Città Europee della Scienza che guardi verso il futuro, da Trieste a Leiden e a molte altre”.