Container, Venezia meglio del Molo VII
Nel settore dei container, considerato la punta di diamante dei porti moderni, il Molo Settimo cresce, Capodistria e Venezia calano. Eppure Trieste, fatti gli ultimi conteggi del 2012, resta ancora la cenerentola anche in questo minuscolo braccio di mare che è il Nord Adriatico dove complessivamente i volumi restano bassi. L’anno appena passato per il nostro porto si è chiuso con il record di tutti i tempi: oltre 411mila teu con una crescita del 4,6% rispetto all’anno scorso. In novembre si è invertita una forte tendenza al ribasso dei tre mesi precedenti che ha comunque costretto il terminalista, la Tmt, a chiedere una forma leggera di cassa integrazione per i dipendenti e che non ha consentito alla società di ricavare utili nemmeno per il 2012. Venezia, con i suoi due terminal container, rimane comunque leggermente al di sopra: 428mila teu nonostante un calo del 6,5%. Cala di qualche punto anche Capodistria, eppure appare ancora pressoché inavvicinabile avendo chiuso a quota 570mila teu. Ciò dimostra quanta strada Trieste debba ancora fare per divenire porto di medie dimensioni a livello europeo che è quello che più le potrebbe competere.
Sulla concorrenza di Capodistria pesano, come viene spesso ripetuto, le tariffe sensibilmente inferiori per quanto concerne i servizi portuali. E in questo senso un’ennesima minaccia sta avanzando. Un decreto interministeriale Trasporti-Finanze ha infatti stabilito l’aumento del 30% per quest’anno e di un ulteriore 15% per l’anno prossimo delle tasse di ancoraggio e delle tasse di sbarco e imbarco delle merci nei porti italiani. Secondo calcoli fatti da Confetra per una nave da 8mila container di circa 100mila tonnellate di stazza la tassa di ancoraggio mensile passa da 72mila a 93mila euro nel 2013 e a 104mila euro nel 2014. Le singole Autorità portuali hanno la facoltà di diminuire fino all’azzeramento l’importo delle tasse, ma questa facoltà verrà eliminata dopo il 30 giugno di quest’anno. In questo modo le Authority otterranno un gettito maggiore (60 milioni previsti), ma rischiano di perdere navi in particolare i porti di trashipment, come Taranto e Gioia Tauro a favore degli scali nordafricani ed europei più competitivi. A loro favore Confetra spezza una lancia, ma non fa altrettanto per Trieste che pure rischia di essere messa ancor più in crisi dalla concorrenza di Capodistria e di Fiume. (s.m.)
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