Consumo di suolo in Italia: in Fvg persi 239 ettari in un anno

Il rapporto Ispra sui metri quadrati “mangiati”: Basilicata e Abruzzo ai primi posti, terza la nostra regione. A Monfalcone il 48% di terreno è cementificato, a Trieste il 34,7%. Il peso dell’A4

TRIESTE Dal secondo posto 2017 al terzo 2018. Il Friuli Venezia Giulia rimane una delle regioni italiane che più consumano suolo: sono spariti altri 239 ettari. Nella fotografia di due anni fa solo il Veneto stava davanti al Fvg per incremento di consumo pro capite, mentre ora sui gradini alti del podio spuntano Basilicata e Abruzzo, con il Veneto quarto. Un quadro che, a livello provinciale, vede in testa Trieste con il 23% di terreno “mangiato”, davanti a Gorizia (14,1%), Pordenone (9,1%) e Udine (7,8%), con una media regionale dell’8,9% (7,6% in Italia).

La grande avanzata di asfalto e cemento spariti in un anno 291 ettari di suolo
20040417 - ROMA - CRO - AMBIENTE: VALLE DEI CASALI, NO ALLA CEMENTIFICAZIONE - Una foto della Valle dei Casali - Riserva Naturale vincolata e protetta di circa 500 ettari - dove, nel 2000, e' stata concesa l' autorizzazione per costruire un grande albergo. ANSA/DEF


Il dossier, zeppo di cifre e tabelle, è dell’Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), che annualmente aggiorna i processi di trasformazione del territorio. Nel 2018, viene reso noto, è stata distrutta nel Paese una superficie verde di 51 chilometri quadrati, equivalente alla città di Bologna, in media 14 ettari al giorno, 2 metri quadrati al secondo. Un fenomeno che non procede di pari passo con la crescita demografica: ogni abitante italiano ha in “carico” 381 metri quadrati di superfici occupate da cemento, asfalto o altri materiali artificiali, con la popolazione che, al contrario, diminuisce. In totale, quasi la metà della perdita di suolo nazionale dell’ultimo anno si concentra nelle aree urbane, il 15% in quelle centrali e semicentrali, il 32% nelle fasce periferiche. La cementificazione avanza senza sosta soprattutto nelle zone già compromesse. A Roma, ad esempio, il consumo cancella, in un solo anno, 57 ettari di aree verdi (su 75 ettari di consumo). Record a Milano dove la totalità del consumo di suolo spazza via 11 ettari di aree verdi (su 11,5). In controtendenza Torino che inverte la rotta e inizia a recuperare terreno (7 ettari di suolo riconquistati nel 2018).

Nel Rapporto 2018 emerge che, in un contesto di 2,3 milioni di ettari consumati in Italia, l’incremento maggiore da un anno all’altro è del Veneto (+923 ettari), quindi Lombardia (+633), Puglia (+425), Emilia Romagna (+381) e Sicilia (+302). Il Fvg passa da 70.459 a 70.698 (+239) ettari ed è appunto terzo in rapporto alla popolazione residente: +1,96 metri quadrati per abitante (Basilicata +2,80, Abruzzo +2,15, mentre la media nazionale è 0,80). Ciascun residente della regione consuma 582 metri quadri (200 più del dato Italia), con la punta della provincia di Udine (728), davanti a Pordenone (661), Gorizia (480) e Trieste (207).

La classifica dei comuni vede invece in testa Trieste con 2.944 ettari di asfalto e cemento nel 2018, poi Udine (2.442), Pordenone (1.551), Aviano (1.117), Gorizia (1.096), San Vito al Tagliamento (1.044), Codroipo (1.033), Monfalcone (990), Spilimbergo (907) e Fontanafredda (832). Quanto alla percentuale rispetto alla superficie del territorio comunale, Monfalcone è al primo posto come gli scorsi anni con il 48%, con Trieste al 34,7%, Muggia al 34,4%, Lignano al 32,8% e Gorizia al 26,6%. Il Rapporto contiene anche la classifica dei comuni per quel che riguarda il consumo pro capite. La piccola Drenchia svetta con 5.117 metri quadrati per abitante, seguono Dogna (4.396), Barcis (4.028), Malborghetto Valbruna (3.435) e Stregna (3.255). Al sesto posto Dolegna del Collio (3.061).

Nel focus sull’incremento dal 2017 al 2018, Gonars, area dove insistono da tempo i lavori per la terza corsia dell’A4, ha aggiunto altri 27 ettari al pregresso, e la vicina Porpetto 17. Un tema non a caso sollevato da Graziano Pizzimenti, assessore regionale a Infrastrutture e Territorio, e dai costruttori. «Se i numeri dell’Ispra tengono conto anche dei lavori in autostrada – osserva Pizzimenti –, credo si possa parlare di un disagio comprensibile rispetto ai benefici che l’opera determinerà a favore della comunità».

Roberto Contessi, presidente Ance Fvg, non nasconde perplessità sul Rapporto: «Mi pare un quadro freddo, senza spiegazione dei fatti. La terza corsia incide senz’altro, ma per il resto il nostro è un settore ancora bloccato. Quando poi si costruisce, quasi tutto ricade nella ristrutturazione, visti anche i vantaggi fiscali. Dopo di che, chiunque viaggia in regione si accorge che viviamo in un territorio con ampi spazi verdi. Io, di gru in giro, ne vedo molto poche». —


 

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