Consultori chiusi a Trieste, la nuova protesta sotto il palazzo della Regione

Appuntamento alle 17.30 in via dell’Orologio
Francesco Codagnone
Il presidio di ieri mattina davanti alla sede di Roiano. Foto Lasorte
Il presidio di ieri mattina davanti alla sede di Roiano. Foto Lasorte

TRIESTE Hanno riaffisso, come gesto di rivendicazione, le targhe con scritto “Consultorio familiare” fuori dalle due sedi di Roiano e Valmaura, già rimosse dall’Azienda sanitaria nell’ambito della «riorganizzazione», nei fatti dimezzamento dei presidi consultoriali cittadini. Le donne del Comitato di partecipazione non si fermano davanti alle decisioni di Asugi e anche martedì mattina sono tornate a presidiare i consultori di via Stock e via Valmaura, per «vigilare che i soli due servizi rimasti non vengano depotenziati e che all’interno siano presenti le equipe multidisciplinari» annunciate dall’atto aziendale.

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Momenti di tensione in consiglio regionale (Lasorte)

«Una scelta calata dall’alto», afferma Nedda Nesich, alle spalle anni da infermiera e a suo tempo utente dei consultori: «Una sequela di trasferimenti e tagli che - denuncia - un tempo avrebbe presupposto di informare la popolazione: a oggi, invece, le domande aperte sono ancora tante e le cittadine continuano a segnalare disservizi».

A un mese trascorso dalla chiusura delle due sedi di San Giacomo e San Giovanni, infatti, «non è stato ancora reso noto un piano di riorganizzazione comprensivo delle risorse impegnate sui presidi rimasti», appunto Roiano e Valmaura: non è chiaro, annotano le attiviste, se le ginecologhe e le ostetriche andate in pensione verranno sostituite, o quali strumenti di prossimità sono stati previsti per la presa a carico delle utenti più vulnerabili.

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L'assessore Riccardo Riccardi

Mancando un «più volte negato» dialogo costruttivo con Asugi, adesso le donne del Comitato intendono quindi rivolgersi direttamente alla politica: la chiamata delle militanti è per le 17.30 di oggi, 28 febbraio, con un sit-in in via dell’Orologio per chiedere alla Regione il rispetto delle normative e un «piano regionale per il potenziamento dei consultori pubblici». Il braccio di ferro si annuncia muscolare, tanto più dopo l’ultimo “no ” del centrodestra di piazza Oberdan alla mozione presentata dal centrosinistra «a difesa dei servizi sociosanitari pubblici di prossimità».

Al momento un primo “sì” arriva dalla V Circoscrizione, che nei giorni scorsi ha approvato una mozione - proposta da Punto Franco e cofirmata da Pd e Adesso Trieste - a tutela dei presidi territoriali, con cui si chiede al Comune di interfacciarsi con Asugi perché i servizi consultoriali venuti a mancare siano ripristinati.

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