Consulenze ai parenti, assolto De Mattia

L’ex consigliere regionale della Lega Nord esce indenne dal processo. Caduta l’accusa di truffa
Ugo De Matta
Ugo De Matta

TRIESTE. Nessuna truffa. L’ex consigliere leghista Ugo De Mattia, 71 anni, finito nel tritacarne delle spese pazze del Consiglio regionale, è uscito a testa alta dal processo - celebrato con rito abbreviato - in cui era accusato dal pm Federico Frezza di aver assegnato ai generi cinque consulenze con un compenso di 20mila euro. Assolti anche i generi, Gilberto Coppini e Alessandro Fontanini, entrambi di 42 anni.

I fatti risalgono alla legislatura dal 2008 al 2013, quella in cui la procura e la Corte dei conti passarono ai raggi X i bilanci dei gruppi consiliari, aprendo varie inchieste, per danno erariale, per peculato e per truffa. È in quel momento che la Guardia di finanza rintraccia le cinque consulenze che ritiene anomale, perché affidate in via diretta da De Mattia a due studi diversi, entrambi intestati appunto ai generi dell’ex consigliere, Alessandro Fontanini e Gilberto Coppini.

 

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L'aula del consiglio regionale

 

Le due aziende si occupano di settori diversi. Quella riferita a Fontanini è specializzata nel marketing e nella gestione dei social. A lui De Mattia aveva affidato la realizzazione del sito internet del gruppo consiliare. Quella di Coppini invece si occupa di aziende e pubblica amministrazione. A questa aveva assegnato quattro consulenze, per studiare attività precise, soprattutto nel settore della sanità, perché il leghista friulano faceva parte della commissione sanità. Il costo complessivo degli incarichi è di 20mila euro, soldi che De Mattia appunto aveva preso dal “salvadanaio” del gruppo del Carroccio.

Una scelta nella quale il pm aveva ravvisato il reato di truffa e per questo - nel corso della sua requisitoria - ha chiesto la condanna a 6 mesi per i tre accusati. Il difensore del leghista, l’avvocato Alberto Toful, si è battuto per l’assoluzione sostenendo l’insussistenza delle accuse non solo «perché il grado di parentela non rileva nulla rispetto ai fatti» ma anche «perché è dimostrato che le due aziende sono altamente qualificate e che il prezzo pagato è stato calcolato con gli stessi parametri di altri lavori». Stessa richiesta anche del difensore di Gilberto Coppini e Alessandro Fontanini, l’avvocato Virio Nuzzolese. Alla fine la sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste.

L’altra udienza - quella delle spese pazze - è stata fissata per il prossimo 20 dicembre davanti al collegio presieduto da Filippo Gulotta e composto da Enzo Truncellito e Francesco Antoni. In questo caso De Mattia è accusato di peculato dal pm Federico Frezza, per aver ottenuto rimborsi illegittimi per 29mila 533 euro, soldi dell’ex gruppo consiliare del Carroccio. Il pubblico ministero ha messo in fila gli atti e tra i rimborsi che ritiene illegittimi ha elencato gioielli, scarpe e borse, una cyclette da camera, abbigliamento per bimbi, elettrodomestici. Ma De Mattia aveva anche detto di aver perso un telefonino comprato con i soldi del gruppo consiliare, risultato invece rivenduto.

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