Consorzio universitario addio Ziberna: «È un ente superato»

Oggi in Consiglio comunale la messa in liquidazione, ma non tutti sono d’accordo Al suo posto un “tavolo di concertazione” con più soggetti, compresi Isig e Gect
Bumbaca Gorizia Università via Alviano interno
Bumbaca Gorizia Università via Alviano interno

Francesco Fain

Non tutti sono d’accordo. Sicuramente l’opposizione non è allineata (e ci mancherebbe altro) ma bisognerà vedere anche quanti, all’interno di una maggioranza tutt’altro che granitica, non sono in sintonia con il piano del Comune di mettere in liquidazione il Consorzio per lo sviluppo del polo universitario. Fra oggi e domani (start alle 17, sempre in videoconferenza), infatti, il Consiglio sarà chiamato a mettere la pietra tombale sull’ente al quale il Comune aderì più di 25 anni fa.

Il sindaco Rodolfo Ziberna è convintissimo della bontà dell’operazione. Del resto, il Consorzio lo conosce benissimo essendo stato, per un periodo, presidente. «Si tratta di un ente superato e che, ormai, non era più adeguato. L’Università, per Gorizia, è strategica e, vista l’inadeguatezza del Consorzio, abbiamo pensato di rivedere tutta l’organizzazione». Ci sono anche motivazioni di carattere economico. Che il primo cittadino elenca. «Tutto ciò che andremo a risparmiare sarà, ovviamente, investito nell’attività degli Atenei che, così, avranno a disposizione maggiori risorse. Ci saranno centoventimila euro in più che verranno indirizzati all’attività di ricerca. In più, la Fondazione Carigo - annota Ziberna - riuscirà a risparmiare 50 mila euro in termini di fiscalità: soldi che verranno girati, sempre, all’università. Capite, non potevamo andare avanti con un ente che ha un bilancio di 180 mila euro con 110 mila di spese di gestione...». Ma la maggioranza farà la maggioranza e appoggerà la delibera? O, come spessissimo accade, emergeranno i malpancisti? «Abbiamo fatto una riunione di maggioranza in cui è stato spiegato il perché di questa operazione che non è, affatto, un impoverimento. Semplicemente, andiamo a sostituire uno strumento obsoleto con uno più prestazionale. Mi auguro che tutti l’abbiano capito. Quando acquisto un cellulare nuovo, punto a uno più moderno e con maggiori funzioni. Spero che, in maggioranza, non ci sia qualcuno che preferisca il vintage», la chiusura (con battuta) del sindaco.

Cosa verrà dopo il Consorzio? La bozza di delibera lo scandisce con chiarezza. Verrà istituito un “Tavolo di concertazione permanente per gli studi universitari e di alta formazione di Gorizia” attraverso la futura sottoscrizione di uno specifico protocollo d’intesa che vedrà riuniti tutti gli interlocutori interessati a portare avanti dette tematiche, ovvero i precedenti soci del Consorzio (Comune e Cciaa Vg), i finanziatori (Regione e Fondazione Carigo), nonché le Università di Udine, di Trieste, l’Isig e il Gect. La Regione, in parallelo, affiderà all’Ardiss (Agenzia regionale per il diritto agli studi superiori) tutte le risorse e attività gestionali sino ad ora in capo al Consorzio, ossia i contratti di locazione, di pulizie, di portierato.

Non ci saranno strascichi occupazionali in seguito allo scioglimento dell’ente perché le due attuali dipendenti del Consorzio verranno riassorbite in seno all’organico comunale.

La Camera di commercio Vg, dal canto suo, ha dichiarato di non aver nulla da obiettare in merito allo scioglimento dell’ente, affidandosi alle decisioni della maggioranza, avendo l’ente camerale medesimo una quota minima del 10 per cento. «Considerato, pertanto, che è stata esplicitata, da parte dei soggetti istituzionali, l’intenzione di perseguire le politiche di sviluppo inerenti il Polo universitario goriziano, una volta superata la gestione tramite il Consorzio, in maniera più snella, efficace, flessibile ed economica, e quindi senza ricorrere alla istituzione di un nuovo ente/persona giudirica, che porterebbe con sé anche i costi di struttura, di amministrazione e di controllo ecco la decisione di chiudere l’ente». —

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