Consoli: darò continuità al lavoro fatto da Ravidà

Il neoassessore comunale al Bilancio: «Non lascio la professione di avvocato, credo che nelle sfide economiche di un Municipio sia utile avere un giurista»

Foto BRUNI TRieste 12 02 2010 Consoli Massimo avvocato
Foto BRUNI TRieste 12 02 2010 Consoli Massimo avvocato

La prima risposta è di tutta spontaneità: «Spero che per me non cambi niente». Maurizio Consoli, l’avvocato che debutta come assessore al Bilancio nella nuova giunta di centrosinistra del sindaco Roberto Cosolini, è peraltro molto misurato nell’approccio alla poltrona più «pesante», quella rimasta misteriosa fino all’ultimissimo minuto, e cioé fino a venerdì mattina, all’annuncio pubblico nel salotto azzurro del Municipio.


Avvocato, anzi: assessore. Chi ha mantenuto così bene il segreto e soprattutto perché?
 

Perché fino alla mattina di giovedì io ci stavo ancora pensando.


In dubbio sul sì o sul no?
 

Dovevo verificare anche la compatibilità con la mia professione. Perché certamente io continuerò a fare l’avvocato come prima.


Pensa di farcela? Non è un incarico gravoso il bilancio di una città come Trieste?
 

Una sfida, certamente. Ma il Comune di Trieste ha funzionari e apparato interno di assoluta eccellenza, sono sicuro che mi appoggeranno.


Qual è il valore aggiunto che porta un uomo di legge a una gestione finanziaria?
 

Oggi la finanza locale richiede molte competenze giuridiche, c’è il federalismo fiscale, ci sono molte nuove norme, spero dunque che effettivamente si riveli valore aggiunto.


Che parole ha usato Cosolini per rappresentarle la propria scelta, e qual è stato il suo primo pensiero?
 

Conosco Cosolini da anni, abbiamo anche avuto rapporti istituzionali quando lui era assessore in Regione, e io presidente dell’Ordine. Be’, lui mi ha chiamato, mi ha detto che è un periodo di scelte difficili, e io sono rimasto soprattutto convinto dalla sua decisione di presentare una giunta per la gran parte autonoma, caratterizzata professionalmente. Ho pensato che meritasse offrire un impegno a favore della comunità cittadina.


In questi tempi di crisi, e proprio col federalismo fiscale, i bilanci degli enti locali sono in sofferenza. Ha un’idea su come recuperare denari?
 

Ne abbiamo già parlato col sindaco, ma non lo anticipo. Ci sono adesso normative nuove importanti, col federalismo bisognerà interloquire molto con la Regione e anche con altri Comuni.


Un assessore che non mantenga anche la propria professione rischia di perdere guadagni. Lo pensa anche lei?
 

Il rischio c’è.


Le piace l’idea di succedere e Giovanni Battista Ravidà, supertecnico economico?
 

Il Comune di Trieste ha avuto con Ravidà un assessore di assoluto valore. Penso di andare in continuità col suo lavoro. Parlerò con lui certamente, lo conosco anche di persona.


Ravidà ha rappresentato il fatto che il bilancio di Trieste ha la sua più forte esposizione nella spesa sociale. Confermerà le proporzioni?
 

Non ho ancora preso visione di tutto, ma queste sono valutazioni che verranno fatte assieme a tutta la giunta. Cosolini ha promesso grande collegialità nelle scelte.


Lei è stato commissario liquidatore della Triestina nel post-Tonellotto, e l’ha consegnata a Fantinel, che impressione le fa la retrocessione della squadra?
 

Molto dispiacere. Avevamo fatto di tutto per salvarla. E oggi la vediamo scendere in Lega Pro. È cosa che preoccupa, sono conti completamente diversi. La società dovrà essere molto brava per poter affrontare questa nuova situazione.

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