Consiglio regionale, a Palazzo il fantasma antifumo di Ferone

L’ex consigliere dei Pensionati, a causa di un errore, si ritrova a dover far rispettare il divieto e multare i trasgressori
Bumbaca Gorizia 08.05.2012 Luigi Ferone - Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 08.05.2012 Luigi Ferone - Fotografia di Pierluigi Bumbaca

TRIESTE. Per il Palazzo Luigi Ferone non ha mai smesso di fare il consigliere regionale. Il suo posto è ancora lì, con tanto di incarico. La gaffe che sta facendo il giro dei corridoi è in bella mostra al piano terra dell’entrata che dà su via Giustiniano. Il cartello del divieto di fumo, posizionato proprio davanti alla portineria, riporta ancora il suo nome. È sempre lui, secondo il Consiglio regionale, il “delegato alla vigilanza” in piazza Oberdan. Quella che impone una sanzione amministrativa da 27,50 a 275 euro in caso di trasgressione delle leggi in materia e che viene raddoppiata quando la violazione è commessa «in presenza di donna in evidente stato di gravidanza o di lattanti o bambini fino a 12 anni».

Di Ferone, la cui presenza in genere non passa inosservata, però nemmeno l’ombra. A dimostrazione dell’utilità pratica di segnali del genere. O forse l’ex consigliere agisce nel segreto, con qualche videocamera nascosta. Oppure, chissà, si aggira tra corridoi e stanze, pronto ad agguantare il malcapitato di turno sorpreso con sigarette o sigari in bocca. L’ex consigliere dei Pensionati, in barba alla mission del partito, evidentemente non sarebbe mai andato in quiescenza. E dire che, come assicurano dai piani alti del Palazzo di piazza Oberdan che fino al recentissimo passato non ha badato troppo a spese in materia di vitalizi, paghe, rimborsi e consulenze, per quel ruolo non è prevista nemmeno un’indennità aggiuntiva.

Ferone, noto per le sue battaglie sul welfare a suon di interrogazioni, è balzato sulle prime pagine dei giornali anche per una clamorosa bestemmia in aula. Era il 30 gennaio del 2012: preso dalla foga del suo intervento, gli erano caduti i fogli per terra. In Ufficio di presidenza, l’organismo deputato a decidere anche di aspetti di questo tipo, cadono dalle nuvole. Anche perché, pare, altri cartelli indicherebbero solamente il nome del funzionario e non del consigliere. Ma c’è una legge da far rispettare: se qualcuno si mette a fumare all’interno del palazzo che si fa? Si chiama Ferone? «Fate un fischio a Luigi, il compito e suo». Per lui sarebbe un ritorno: non solo in piazza Oberdan, ma anche al suo vecchio mestiere a tutela dell’ordine pubblico. Ferone, si sa, era un poliziotto un tempo. Ma come si fa con le multe? Il vice-presidente del Consiglio regionale Igor Gabrovec (Unione slovena) conferma: «Vecchie tabelle, mai sostituite».

Comunque, assicura, «interverremo presto, sistemeremo i cartelli a norma di legge visto che è obbligatorio indicare un responsabile». Anche se «non è mai accaduto di sorprendere trasgressori». Pure il collega Paride Cargnelutti (Nuovo centrodestra) ammette: «Dopo il cambio di legislatura ci siamo dimenticati di quelle tabelle, comunque nemmeno io ho mai visto anomalie in Consiglio regionale». Già, c’era Ferone che vigilava.

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