Consiglio Fvg, addio bonus pro-amici: legge ad hoc per i mini finanziamenti

Dietrofront della maggioranza sul budget di 30 mila euro per ogni consigliere. Ma le poste puntuali restano e saranno assegnate in base a criteri ufficiali
Silvano Trieste 2018-05-29 Consiglio Regionale, inizio 12.ma legislatura
Silvano Trieste 2018-05-29 Consiglio Regionale, inizio 12.ma legislatura

TRIESTE La discussione sull’assestamento di bilancio comincia la mattina presto, con il governatore Massimiliano Fedriga che mette subito in riga i suoi, incenerendo quasi 900 mila euro di mance che i consiglieri del centrodestra avevano promesso a Comuni e associazioni dei territori di provenienza. Ma il presidente non si accontenta di aver bloccato la spartizione da 30 mila euro a testa che gli eletti si erano concessi venerdì, dopo aver saputo dall’assessore Barbara Zilli di avere a disposizione un piccolo tesoretto. E così Fedriga propone di istituzionalizzare per legge la pratica dei finanziamenti a pioggia per le piccole associazioni, con un intervento normativo che il centrosinistra già definisce “legge mancia” e che la maggioranza ritiene invece la regolarizzazione di un fenomeno inevitabile, ma bisognoso di criteri di obiettività e trasparenza, che dovranno tuttavia essere chiariti nei prossimi mesi.

Il Consiglio regionale avvia i lavori soltanto a mezzogiorno, perché la mattinata scorre in riunioni febbrili che fanno ritardare l’inizio della seduta. I faccia a faccia avvengono fra i singoli gruppi politici, fra assessori e presidente, fra capigruppo e presidente. Il nervosismo dei consiglieri si taglia a fette: sanno di doversi rimangiare le promesse fatte alle associazioni amiche e dovranno dunque spiegare alle rispettive clientele il motivo delle illusioni suscitate e poi sfumate. L’esito è quello previsto: gli emendamenti vengono tutti ritirati e anche la giunta cancella una serie di propri stanziamenti, per ridurre l’imbarazzo cui sono esposti gli eletti.

All’inizio dei lavori il capogruppo della Lega, Mauro Bordin, prende per primo la parola e racconta di una «scelta sofferta perché parliamo di emendamenti a servizio delle nostre comunità». Che la sforbiciata imposta da Fedriga non sia stata digerita, lo dice in fondo lo stesso Bordin: «Ribadiamo la necessità di questi interventi. Si perde l’occasione di dare riscontro a tante realtà, per rispondere a strumentalizzazioni politiche e giornalistiche che in passato non ci sono state anche se succedevano le stesse cose». Per il leghista, «la gestione passata ha lasciato Comuni e associazioni privi di risorse e noi vogliamo porre rimedio». E qui arriva l’annuncio: «Proporremo una legge quadro per fare una ricognizione di tutti i territori e dare riscontro alle esigenze che potranno manifestarsi. Oggi non recediamo quindi dagli impegni presi, ma vogliamo stanziare ulteriori risorse per chi è dimenticato, visto che non ci sono più le Province ad aiutare le associazioni e le amministrazioni comunali». Bordin non manca di citare le numerose poste puntuali rinvenibili nelle manovre finanziarie del centrosinistra, facendo un lungo elenco di stanziamenti presi dagli ultimi ddl di bilancio: «Ma l’opposizione - conclude - riprende la maggioranza, dopo aver fatto lo stesso. Ma noi abbiamo detto di essere diversi e dimostreremo di esserlo con questo provvedimento».

La sorpresa sta insomma nella norma che di fatto formalizzerà i finanziamenti ad hoc. I contorni, ancora poco chiari, sono tracciati da Fedriga in aula e in un successivo incontro con la stampa. La legge quadro dovrebbe arrivare subito dopo l’estate e contare su «alcuni milioni», messi a disposizione del Consiglio regionale e da suddividere fra associazioni culturali, sportive e di promozione sociale di piccola e media dimensione. Allo studio anche la possibilità di coinvolgere parrocchie e scuole paritarie. Attraverso una serie di «criteri obiettivi», si darà la possibilità di verificare le situazioni di maggior bisogno e intervenire con finanziamenti da alcune migliaia di euro.

Il presidente parla di «legge trasparente e intelligente, che non fa figli e figliastri, ma usa parametri precisi. Noi non siamo come gli altri e dunque basta assalti alle finanziarie. Vogliamo mettere ordine, fare un monitoraggio complessivo per le piccole esigenze e non impoverire i territori. Non è uno scandalo intervenire in modo puntuale. Gli emendamenti che ritiriamo rispondono infatti a richieste legittime dei territori, ma bisogna che ci sia un inquadramento». Per Fedriga, i bandi non bastano: «Sono stati costruiti con criteri discutibili e per le piccole realtà non si possono inoltre usare calcoli matematici». Il presidente è tuttavia costretto ad ammettere che, in caso di dubbi, «saranno i consiglieri a indicare le situazioni più critiche cui dare risposta. La politica deve assumersi la responsabilità di scegliere». Nessuna critica è ad ogni modo ammessa dal centrosinistra, che «per anni ha utilizzato la finanziaria come carro su cui saltare per qualsiasi intervento».

Nel dibattito interviene anche la coordinatrice di Forza Italia, Sandra Savino: «I commenti del Pd sulle poste puntuali mettono in luce tutta la loro mancanza di trasparenza. Dai banchi dell’opposizione la sinistra veste i panni dei moralizzatori, dopo aver governato per cinque anni attuando scelte quantomeno discutibili: non ricorda il già vicepresidente Bolzonello la pratica, inventata da loro, di farsi dare da ogni singolo consigliere l’indicazione del finanziamento per poi mettere tutto in un unico calderone che veniva approvato globalmente? Con questo stratagemma la distribuzione era molto meno controllabile e trasparente di quanto si faccia oggi». —




 

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