Congressi al «Carciotti», trovato l’accordo

Comune, Soprintendenza e Ministero pronti alla firma sulla nuova destinazione
di Matteo Unterweger
Palazzo Carciotti
Palazzo Carciotti
Un protocollo d’intesa per lavorare a braccetto, trovare i soldi necessari al recupero di palazzo Carciotti e decidere come dividersi la gestione dei suoi spazi. Oltre a ribadire la destinazione in parte congressuale e in parte museale dello storico edificio neoclassico. L’accordo fra il Comune di Trieste e il Ministero per i Beni e le attività culturali, attraverso la sua Direzione regionale, finalmente c’è. E c’è anche la bozza del relativo documento che, a breve, andranno a siglare il sindaco Roberto Dipiazza e il direttore della Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia, Roberto Di Paola.


FONDI
Un passo storico per una vicenda che vive nell’impasse da anni e anni. Una svolta decisiva per velocizzare l’iter verso la riqualificazione, visto che buona parte dei fondi potrebbero arrivare direttamente da Roma dopo la firma. «Lo proporremo al Ministero, perché rientra nelle nostre competenze - spiega Di Paola -. Solitamente progetti validi come questi trovano un importante sostegno. Il Ministero, inoltre, ha un gran numero di collezioni di quadri e sculture che aspettano di essere collocate in modo adeguato per l’attuale mancanza di spazi. La soluzione Carciotti sarebbe ottima in questo senso. Il protocollo sarà utile anche per fare il punto sull’utilizzo degli spazi e sulla spartizione della loro gestione fra Comune e Ministero». Roma, quindi, avrà un ruolo attivo diretto su un palazzo la cui proprietà, formalmente, è e resterà del Comune di Trieste.


DESTINAZIONE
Il recupero dell’immobile seguirà le indicazioni giunte direttamente dal Comitato scientifico ministeriale per i beni architettonici e paesaggistici, lo scorso marzo. Le osservazioni, in sintesi, dicevano di sì al riuso in chiave congressuale previsto dal progetto dell’ingegner Francesco Cervesi, che l’autore stesso aveva donato alla città nell’estate del 2007. Il parere era però vincolato alla garanzia di riservare la parte storica del palazzo alla destinazione museale, salvaguardandola completamente. Si tratta della zona «anteriore» dell’immobile (costruito fra il 1799 e 1805), quella che si rivolge al mare, sulle Rive, e dell’abitazione al primo piano che fu del commerciante greco Demetrio Carciotti. Il progetto, dunque, è stato modificato e ripresentato, incontrando il gradimento della Soprintendenza. «Con il Carciotti pronto per affiancare il museo di Miramare, il Revoltella e il Sartorio - prosegue Di Paola -, verrà completato una sorta di sistema culturale cittadino. Così, si potrà cominciare a giocare una nuova e importante partita sul versante del turismo internazionale. L’accordo con il Comune è completo, nel rispetto delle linee dettate dal comitato scientifico, e va considerato come un significativo esempio di collaborazione. Adesso si tratta solo di siglarlo. Quando? Questo lo deciderà l’amministrazione comunale che con il sindaco Dipiazza e l’assessore Bandelli ha seguito passo dopo passo tutta la situazione». Dal municipio, però, non trapela nessuna indicazione sulla data.


INCONTRO
Proprio ieri Di Paola ha incontrato l’assessore comunale ai Lavori pubblici, Franco Bandelli, con il quale sono state esaminate le ultime questioni tecniche relative al testo del protocollo. Un vertice riservato, al quale ha partecipato uno solo dei tre assessori che avevano avuto inizialmente mandato di verificare le possibilità di riqualificazione del Carciotti. L’ultimo rimasto del terzetto, si potrebbe dire. A parte Bandelli, infatti, l’incarico aveva interessato Piero Tononi e Maurizio Bucci, passati però in Consiglio regionale dopo la tornata elettorale dello scorso aprile.


IL COMUNE
«Dopo varie riunioni siamo arrivati a un punto che ci permetterà di unire le forze per trovare i finanziamenti necessari a portare avanti il progetto - ribadisce Bandelli -. Il tutto, nel rispetto delle indicazioni ricevute dal Comitato scientifico e mantenendo l’integrità dell’edificio. Peraltro il progettista Francesco Cervesi aveva già ripresentato il suo lavoro aggiornato e adattato». Secondo Bandelli, poi, «il Carciotti verrà valorizzato ancor più grazie alla sua posizione baricentrica nell’ambito del rinnovamento urbanistico del centro città. Mi riferisco alla progressiva pedonalizzazione con cui stiamo collegando piazza Venezia a piazza Libertà. Il palazzo, infine, resterà di proprietà del Comune, caratteristica imprescindibile per tutto il discorso affrontato con la Soprintendenza». Una risposta fra le righe alle varie idee lanciate anche nel recente passato da più parti, come uno scambio con il Magazzino vini con la Fondazione CrTrieste o l’eventuale acquisto del palazzo da parte delle Generali. Quest’ultimo suggerimento era rimbalzato pure a fine aprile, nel corso dell’ultima assemblea dei soci del Leone proprio grazie all’input mandato da alcuni piccoli azionisti.


IL POOL
All’epoca della presentazione della prima versione del suo progetto, l’ingegner Cervesi aveva indicato in 40 milioni di euro la cifra approssimativa necessaria per restauro e riconversione del palazzo. Con la firma del protocollo, dunque, Comune e Ministero si divideranno gli sforzi utili a reperirli. Resta in piedi anche l’idea di costituire un pool con altre importanti realtà del territorio come Regione e Fondazione CrTrieste, che verrebbero chiamate a dare il loro supporto. «In passato, spesso ci siamo sentiti rispondere: per contribuire, attendiamo il parere favorevole della Soprintendenza. Bene, l’ok è arrivato. A questo punto, siamo aperti a larghe intese anche con altri enti», afferma ancora Bandelli. Ma l’interesse per il Carciotti potrebbe estendersi ad altre società vogliose di investire nell’organizzazione congressuale. Nei mesi scorsi, ad esempio, sono circolate insistentemente voci di un interessamento da parte di un importante gruppo europeo specializzato nel settore (del quale però non è mai stato svelato il nome, nè il paese di riferimento).


MUSEO
Cosa potrebbe trovare spazio, dunque, all’interno dello spazio museale del Carciotti? Per i contenuti è ancora presto. Di chi gestirà la parte congressuale e chi quella museale, si parlerà concretamente in un secondo momento. Ma sembra piuttosto chiaro che per il Ministero possa essere il museo l’interesse principale.


FUTURO
Nonostante la storica intesa raggiunta fra Comune e Soprintendenza, che sfocerà nell’imminente firma del documento ufficiale, è impossibile ad oggi effettuare delle previsioni sulle tempistiche che porteranno alla conclusione dell’opera. Di variabili, infatti, ce ne sono troppe. In primis, l’imprevedibilità del periodo necessario al reperimento di tutti i fondi. Una volta trovati, la palla passerà all’iter amministrativo per preparare il campo alla ristrutturazione: variante urbanistica da sottoporre al Consiglio comunale, gara d’appalto per l’assegnazione dei lavori e via dicendo.

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