Conforama, sindaci all’attacco

Martines (Palmanova) e Tiussi (Bagnaria Arsa) contro l’azienda: comportamento inaccettabile
Di Alfreo Moretti
Bagnagia Arsa 11 giugno 2011 conforama Copyright PFp
Bagnagia Arsa 11 giugno 2011 conforama Copyright PFp

PALMANOVA. Il sindaco di Palmanova, Francesco Martines, quello di Bagnaria Arsa, Cristiano Tiussi, ma anche l’eurodeputato del Pd Debora Serracchiani contro i vertici Conforama. Per i primi cittadini di Palmanova e Bagnaria Arsa è inaccettabile la posizione dell’azienda ed è necessario porsi interrogativi sul commercio.

«La posizione dell'azienda è inaccettabile e dimostra scarso senso di responsabilità verso le famiglie e il territorio». E’ quanto hanno affermato i due primi cittadini che hanno seguito la vertenza sindacale in atto a Conforama, partecipando a tutti i tavoli di confronto regionali accanto all'assessore Angela Brandi per evitare il licenziamento di trentatré addetti della sede locale della multinazionale.

Martines e Tiussi esprimono delusione per la posizione di chiusura assunta dalla proprietà  di Conforama e coinvolgono nella problematica l’ europarlamentare Debora Serracchiani. «Crediamo che si sarebbero potute valutare altre soluzioni, come i contratti di solidarietà, per garantire agli addetti una via d'uscita meno drastica - hanno affermato i due sindaci -. Questo epilogo è frutto, a nostro avviso, di una discutibile strategia commerciale e non può essere fatto ricadere sui sindacati e sui lavoratori».

Per Martines e Tiussi, il dialogo tra azienda e amministrazioni locali è stato pressoché nullo nonostante la disponibilità dimostrata dagli enti locali.

«Nei rari momenti di incontro con l’azienda – attestano ancora Francesco Martines e Cristiano Tiussi- abbiamo sempre ricevuto risposte tranquillizzanti sia sull’avvio di procedure di mobilità, sia sul destino del punto vendita di Bagnaria Arsa».

« Ora - aggiunge - anche quest’ultimo è fortemente messo in discussione e ciò desta in noi maggiore preoccupazione per i lavoratori che ancora rimangono».

«La situazione a cui si è arrivati - aggiunge Martines - ci pone come amministratori davanti a interrogativi sull'organizzazione del commercio e in particolare sulla sua tipologia. In un territorio ridotto come il nostro, la concentrazione di centri commerciali, quattro volte più alta del vicino Veneto, incentivata negli anni passati, si sta rivelando fallimentare sia sotto il profilo occupazionale sia sotto il profilo del consumo di territorio. Credo sia opportuno sostenere politiche che favoriscano l'insediamento di un'offerta commerciale specializzata , poiché l’omologazione alla lunga non paga». «Chiedo alla Regione di attivare politiche più forti per incentivare il ritorno del commercio e dell’artigianato nei centri storici».

«Una chiusura completa al dialogo pregiudiziale e sconcertante», così l’europarlamentare Debora Serracchiani giudica la risposta ricevuta dall’amministratore delegato di Conforama Italia, Christophe Lota, alla lettera che aveva inviato alla dirigenza della multinazionale per sensibilizzarla dopo l’annuncio di 198 tagli al personale in Italia, di cui 33 nella sede di Bagnaria Arsa .

«In un estremo tentativo ho scritto all’Amministratore delegato – riferisce Serracchiani – ma questi ha rigettato la responsabilità sulle organizzazioni sindacali le quali, a suo dire, “si sono opposte alla riduzione di personale, chiedendo unicamente, quale soluzione alternativa agli esuberi dichiarati, l’utilizzo dei contratti di solidarietà o della cassa integrazione in deroga, e cioè strumenti che avrebbero ulteriormente posticipato la problematica degli esuberi strutturali senza risolverla».

«E’ da chiedersi – prosegue l’europarlamentare – se dai sindacati Conforama si attenda che accolgano senza batter ciglio i tagli di personale, o che gli amministratori locali assistano inerti all’impoverimento delle loro comunità».

Secondo Serracchiani la celerità della risposta, la cortesia formale della lettera e il riconoscimento del ruolo propositivo svolto dai sindaci di Bagnaria Arsa e Palmanova, nulla tolgono al tono irrevocabile della proprietà. Un “no” difficile da accettare per Debora Serracchiani, anche dopo l’esito deludente del tavolo al ministero dell’Economia».

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