Confini, via le sbarre a Fernetti e Muggia

Gli sloveni smantellano le guardiole sul Carso, da parte italiana si comincia dai valichi secondari
Dopo Rabuiese, le ruspe sono entrate in azione al valico di Fernetti. I lavori di smantellamento delle postazioni della polizia di frontiera, sul versante sloveno, hanno già visibilmente trasformato il volto del confine. Procedono più lentamente, invece, le operazioni nella parte italiana che, con ogni probabilità, inizieranno dai valichi di seconda categoria.


«La questione è ancora al vaglio dellle autorità competenti - fa sapere il sottosegretario al Commercio estero, Milos Budin -. Per il momento non è stata presa alcuna decisione». Ma il fatto che non siano iniziate le demolizioni delle guardiole, spiega Ettore Rosato, non significa affatto che il Governo «trascuri» la caduta del confine. «Al contrario, stiamo lavorando proprio per fare bella figura e presentarci in modo adeguato a quell’appuntamento storico - spiega il sottosegretario agli Interni -. Non ci interessa quindi «fare a gara» a chi butta giù per primo la cabine, ma ci preme invece dare la giusta considerazione a tutte le ricadute dell’evento, a partire da quelle sul piano della sicurezza. Per questo abbiamo avviato il confronto con le forze di polizia e messo in campo i servizi di intelligence. È l’efficienza dell’apparato di sicurezza, e non l’abbattimento di una o due guardiole, a dare il senso del confine che non c’è più».


In attesa di conoscere le mosse di Roma, Lubiana intanto procede rapidamente agli smantellamenti. A Fernetti, nel giro di 48 ore, sono state abbattute due delle quattro postazioni della polizia di frontiera, una in entrata e una in uscita Stato. Le altre resteranno in attività ancora una quindicina di giorni, e saranno poi definitivamente dismesse il 21 dicembre, data ufficiale dell’entrata della Slovenia nell’area Schengen. Ieri, inoltre, si è provveduto alla rimozione dei semafori e di parte della segnaletica. Intatta invece, per il momento, la struttura centrale in mattoni rossi che ospita gli uffici, e la pensilina sovrastante. Sempre sul piano operativo, qualcosa si sta muovendo a livello di valichi secondari. Il Comune di Muggia per esempio, sulla base delle indicazioni ricevute dalla prefettura, sta pianificando i primi interventi, con competenze che variano a seconda del tipo di strada che attraversa il valico. L’amministrazione dovrà intervenire direttamente sul valico di seconda categoria di Noghere-Plavje e su quello agricolo di Cerei, dove le strade di accesso sono in effetti comunali.


Su delega della Provincia, agirà inoltre in parte anche a Santa Barbara e Chiampore (dove, appunto, la strada è provinciale), mentre a Palazzo Galatti spetterà in via esclusiva l’intervento al valico di San Bartolomeo-Lazzaretto. La tabella di marcia del Comune di Muggia è già stata messa a punto. «Abbiamo appena inviato alla prefettura, e per conoscenza alla Provincia, il dettaglio del programma delle nostre azioni, per arrivare preparati alla scadenza del 21 dicembre - chiarisce l’assessore allo Sviluppo economico di Muggia, Edmondo Bussani -. Si tratterà di far sparire la segnaletica orizzontale e verticale, e di predisporre la nuova illuminazione». Entro la mezzanotte del 20 dicembre, in pratica, verranno eliminati tutti gli avvisi che annunciano la presenza di un posto di blocco e cancellati i segnali di stop che, per decenni, hanno accompagnato gli attraversamenti del confine.


A giorni, inoltre, verranno rimosse fisicamente le sbarre presenti nei valichi agricoli e in quelli secondari. Il Comune provvederà a svitare i bulloni a Cerei e a Noghere-Plavje, mentre la Provincia lo farà a Chiampore e Santa Barbara e a San Bartolomeo-Lazzaretto. Ultimo passaggio, infine, il «restyling» degli impianti di illuminazione in corrispondenza dei vecchi valichi. Una volta abbandonate le postazioni, infatti, la polizia spegnerà le luci delle tettoie, ma per ragioni di sicurezza stradale non sarà possibile lasciare al buio quelle aree. Il Comune provvederà quindi ad implementare gli impianti pubblici.

(Ha collaborato Sergio Rebelli)

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