Confini "socchiusi" fra Italia e Slovenia: liberi per chi entra in Fvg non per chi esce

Da Lubiana a Trieste senza “ostacoli”. Dal Fvg ingresso consentito solo ad alcune condizioni
Lasorte Trieste 11/03/20 - Emergenza Coronavirus, Fernetti, Controlli Polizia Slovena
Lasorte Trieste 11/03/20 - Emergenza Coronavirus, Fernetti, Controlli Polizia Slovena

TRIESTE Il grande giorno è arrivato. Oggi 3 giugno scade l’ultimo Dpcm emanato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte in tema di epidemia da coronavirus. Da palazzo Chigi annunciano che non ce ne saranno altri, per il momento. Ma, a parte la libertà di movimento tra regioni italiane senza l’obbligo di dover compilare un’autocertificazione, per il Friuli Venezia Giulia, regione di confine, non cambia molto. Come confermato dal prefetto di Trieste Valerio Valenti e dal dirigente della polizia di frontiera Giuseppe Colasanto, a partire da oggi i cittadini dei Paesi Ue o dell’area Schengen potranno liberamente entrare in Italia senza dover sottostare all’obbligo della quarantena.

Per cui se un signore di Lubiana vorrà recarsi a Trieste per fare shopping potrà farlo liberamente. Altrettanto vale per il suo omologo di Villaco che vuole andare a fare acquisti a Udine o a bersi un caffè espresso fatto con tutti i crismi a Tarvisio. Ma la “libertà” non sarà reciproca, nel senso che per gli italiani che vogliono recarsi in Slovenia o in Austria (ne parliamo nell’articolo sotto ndr.) la situazione non è proprio così “libera”. Con la vicina Slovenia, in pratica, non cambia assolutamente nulla rispetto a ieri l’altro.

Un italiano può recarsi in Slovenia se è proprietario di beni immobili, di un natante o di un aeromobile, se ha una prenotazione alberghiera, se è in transito verso la Croazia (dove per entrare serve la prenotazione alberghiera e occorre compilare l’apposito modulo che si trova sul sito del ministero del Turismo croato), se è un lavoratore transfrontaliero, se è uno studente universitario che svolge i suoi studi all’ateneo di Lubiana o Capodistria, se è un genitore che ha i figli a scuola in Slovenia. Non può invece recarsi a fare il pieno di benzina, a fare shopping nei negozi subito oltre confine e non può, ad esempio, andare dal gommista a farsi cambiare il treno di gomme da invernale a estivo visto che queste gli vengono conservate a Sesana piuttosto che a Divaccia o a Capodistria. Il regime di Schengen, in pratica, tra Slovenia e Croazia resta ancora interrotto e quella libertà di transito a cui eravamo abituati pre-pandemia resta ancora un lontano ricordo. Del resto ieri mattina il portavoce del governo sloveno Jelko Kacin ha affermato che «in questo momento per quanto riguarda il confine sloveno-italiano non c’è alcun cambiamento». Qualche cosa si potrebbe “smuovere” sabato, quando a Lubiana si incontreranno i ministri degli Esteri di Italia, Luigi Di Maio e Slovenia, Anže Logar. Tre sono gli scenari che potrebbero essere implementati dai due ministri: ripristino della totale libertà di transito tra i due Paesi; transito in piena libertà tra Slovenia e regione Friuli Venezia Giulia vista la fotografia omologa della situazione epidemiologica; o infine tutto resta come oggi fino al 15 giugno quando si apriranno le frontiere in tutta Europa. E propedeutico all’incontro Di Maio-Logar c’è stato, sempre nella capitale slovena, un confronto tecnico tra la rappresentante dell’Istituto superiore di sanità dottoressa Flavia Riccardo e il nuovo responsabile del Centro per le malattie infettive dell’Istituto nazionale sloveno per la sanità pubblica (Nijz), dottor Mario Fafangel.

La cooperazione tra il Nijz sloveno e l'Istituto italiano è buona ed è cruciale anche per l'imminente apertura delle frontiere tra i due Paesi, ha affermato Kacin nell'introdurre i due ospiti. Fafangel ha valutato che l'attuale situazione epidemiologica in Europa è più uniforme. A questo proposito, Riccardo ha anche affermato che in Italia il tasso di diffusione delle infezioni rimane basso e ora non c'è nemmeno una trasmissione incontrollata di infezioni tra le regioni. Ciò è dovuto all'attuazione di misure sia locali che nazionali anche se il Covid-19 non è da sottovalutare. Tuttavia la situazione epidemiologica tra Italia e Slovenia sta diventando più favorevole all’apertura dei confini, anche se la decisione finale è e rimane politica. Decisione che, di fatto, ancora non c’è e i funzionari italiani altro non fanno che uniformarsi alla legge. Quindi da oggi in Italia possono liberamente entrare tutti i cittadini dei Paesi Ue, ma la reciprocità, come Slovenia e Austria insegnano, non c’è. —

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