Confindustria Venezia Giulia: via alla fusione Trieste-Gorizia
TRIESTE. Si chiamerà Confindustria Venezia Giulia: è la prima grande alleanza fra industriali in Italia. L’operazione si realizza fra le due associazioni di Trieste, già storico caposaldo della grande industria pubblica, e Gorizia. Dopo due anni di negoziati, e con la moral suasion di Giuseppe Bono, presidente di Confindustria regionale e numero uno di Fincantieri, ieri le assemblee delle due associazioni riunite in seduta straordinaria hanno approvato i documenti che danno via libera alla fusione: «Da oggi si potrà fare ancora di più attivando preziose sinergie. Ma ciò che conta davvero è aver dimostrato che le riforme si possono attuare, tanto per Confindustria quanto per il Paese intero. A Trieste e Gorizia abbiamo precorso i tempi», sottolinea un soddisfatto Bono.
La prima assemblea di Confindustria Venezia Giulia, che avrà valore fiscale, giuridico e societario dal primo gennaio 2015, e rappresenta oltre 600 imprese con 25 mila addetti, sarà convocata entro il 31 gennaio per l’elezione degli organi di governance. Il triumvirato di vertice è stato già deciso ieri. Presidente è stato designato Sergio Razeto, amministratore delegato di Wartsila Italia e oggi a capo degli industriali triestini. Pierluigi Zamò, presidente della Ilcam di Cormons (accessori per mobili) è vicepresidente vicario. Vicepresidente con deleghe operative il triestino Diego Bravar, presidente di Tbs Group. Direttore generale Flavio Flamio.
La fusione si è realizzata in poco più di due anni: un'iniziativa che fa da battistrada a livello nazionale nel panorama di una Confindustria che sta ragionando a fondo sul modo di riforma della governance anche per tagliare i costi di una struttura troppo frammentata sul territorio. Trieste e Gorizia, sia per i tempi che per le modalità, anticipano la riforma Pesenti per razionalizzare il sistema e ottimizzare la rete di associazioni territoriali e merceologiche della Confindustria di Squinzi. Secondo calcoli non ufficiali si stima che la fusione di Trieste e Gorizia consentirà di risparmiare circa 200 mila euro in quattro anni. Ma come detto i vantaggi sono tutti legati alla rapidità delle decisioni e alla snellezza operativa delle strutture associative. Ad esempio le sezioni merceologiche saranno semplificate a quindici e riuniranno ciascuna un numero di imprese superiore a cinque e un numero di dipendenti maggiori di 300. I nuovi organi direttivi saranno ridotti rispetto al passato: il Comitato di Presidenza sarà composto da un massimo di 12 membri, e il Consiglio Generale potrà avere un numero di componenti variabile in funzione delle sezioni merceologiche. Organi di controllo restano confermati i probiviri e il collegio dei revisori contabili. Il piano economico dell'Associazione per il 2015-2018 punta a ridurre i contributi associativi pagati dalle imprese: «La fusione tra Confindustria Trieste e Confindustria Gorizia è stata la risposta alle esigenze di rappresentanza dei nostri associati – dice Sergio Razeto. Sono dunque istanze che provengono dalla base, che l'Associazione ha ascoltato nel corso del tempo, e cui abbiamo sentito di poter rispondere in forma ancora più puntuale unendoci e rinnovandoci. Con questo progetto si è voluto dare una migliore rappresentanza a un'area omogenea, che abbiamo voluto contribuire a far contare ancora di più».
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