Confindustria scommette sulla ripresa

Tonon (Udine): scenario favorevole. Agrusti (Pordenone): più innovazione ed export. Razeto (Venezia Giulia): segnali positivi

MAURIZIO CESCON. Udine, Pordenone e Venezia Giulia. Le tre associazioni confindustriali della regione credono in una possibile svolta positiva per l’economia.

«A inizio 2015 negli scenari di previsione economica, a fronte di una tendenza improntata a un lento recupero, due erano fondamentalmente le incognite di breve periodo: se e come la Bce sarebbe intervenuta con misure non convenzionali per contrastare la deflazione ed abbassare i tassi reali a lungo termine; la situazione politico economica in Grecia, l’esito elettorale ed i rapporti con l’Europa - spiega il presidente di Confindustria Udine Matteo Tonon -. La Bce ha adottato le previste misure di espansione monetaria andando anche oltre le previsioni quanto a dimensioni quantitative della manovra. Un sostegno forte alla crescita che deve essere implementato dalle riforme e che serve a ridare fiducia con un contributo importante, per il nostro paese, al rafforzamento delle attività economiche e alla ulteriore riduzione del costo del danaro. Il risultato delle elezioni in Grecia non è fondamentalmente una sorpresa, mette in evidenza le conseguenze dell’austerità a senso unico e pone il problema di come comporre una situazione divenuta insostenibile, il rispetto delle regole rigide del patto di assistenza, con la richiesta di allentamento dei vincoli: apparentemente un contrasto insanabile. Euro debole, tassi bassi, prezzi del petrolio più che dimezzati, politica monetaria espansiva, maggiore flessibilità al patto di stabilità, delineano nuove prospettive. Le incognite permangono quindi, ma si delinea un potenziale nuovo percorso orientato alla crescita. Quanto all’economia regionale, nella seconda parte del 2014 ha mostrato una battuta d’arresto con gli indicatori tutti negativi. Solo a fine anno hanno cominciato a manifestarsi i primi segnali di miglioramento. Questo è il punto da cui ripartire; sia pure in modo non rettilineo, si è cominciato a risalire. I nuovi scenari di inizio anno potrebbero portare ad una crescita del Pil regionale nel 2015 del +0,5 per cento per allinearsi nel 2016 al +0,8 per cento e nel 2017 al +1 per cento. Questo consentirebbe un primo allentamento della disoccupazione già nel 2015 attestandosi al 7,5 per cento, per arrivare al di sotto del 7 per cento nel 2017. La politica regionale dovrà dare il suo contributo alla ripartenza dando attuazione alle riforme messe in atto - autonomie locali, sanità, politiche industriali, politiche attive del lavoro, programmi comunitari - per favorire il riordino della Regione con maggiore efficienza. Importanti le misure per il rilancio delle politiche industriali rivolte a promuovere gli investimenti».

Cauto ottimismo da parte del presidente di Unindustria Pordenone Michelangelo Agrusti. «L’ondata delle ristrutturazioni sembra essersi arrestata e pur lasciando sul campo un pesante bilancio in termini occupazionali (8% disoccupazione), dopo oltre 6 anni di crisi ci consegna un sistema imprenditoriale provato dalla crisi, ma ancora determinato a reagire attraverso alcuni programmi di rilancio e investimento, contando anche su una rapida attuazione delle riforme strutturali nazionali (jobs act in primis) e su una altrettanto rapida attuazione dei provvedimenti di politica industriale a livello regionale - spiega -. L’industria pordenonese è un cantiere aperto che sta cercando il proprio riposizionamento competitivo e il proprio rilancio puntando su: innovazione di prodotto e processo, riorganizzazione in chiave lean, apertura di nuovi mercati e nuovi canali distributivi, aggregazioni d’impresa attraverso fusioni o contratti di rete, apertura all’ingresso di nuovi capitali. L’indagine congiunturale di Confindustria Fvg aggiornata al terzo trimestre 2014 per la Provincia di Pordenone rileva come il dato più positivo e incoraggiante per le vendite rimane quello dell’export (+4,7%) che si contrappone a una flessione delle vendite domestiche (-2%). Le prime analisi sul campione di riferimento confermano questo trend anche per la fine 2014 e l’inizio 2015. Tale dato conferma la vocazione esportatrice dell’industria pordenonese e incoraggia a insistere nella apertura a nuovi e promettenti mercati incrementata nel corso degli ultimi anni. Positivo anche l’andamento tendenziale della produzione industriale con un +6,4% del 2014 rispetto al 2013».

«Il bilancio del comparto industriale della Venezia Giulia evidenzia che il 2014 è stato ancora un anno complesso per le aziende, riflettendo a livello locale le difficoltà del fare impresa in Italia - dice il presidente designato della nuova unione Trieste-Gorizia Sergio Razeto -. Si intravedono tuttavia alcuni segnali che possono far credere che il 2015 possa invertire la tendenza. Il futuro dell’economia italiana è strettamente legato a ciò che sta accadendo nell’Eurozona. Gli interventi messi in campo dalla Bce per contrastare il rischio di deflazione, possono certamente contribuire a un rilancio della competitività europea. La mossa della Bce non va vista però come “la soluzione”. Confindustria ribadisce che per risolvere una situazione che continua a pesare soprattutto sulle piccole e medie imprese italiane è necessario che il governo intervenga proseguendo sulla strada delle riforme. Le aziende che hanno saputo fronteggiare la crisi restano per lo più quelle che hanno avviato processi di internazionalizzazione, avvantaggiandosi del migliore andamento dei mercati esteri. La Confindustria unica Trieste-Gorizia ha l’obiettivo di rispondere in maniera ancora più puntuale alle esigenze delle imprese, che intende sostenerle con una crescente quantità e qualità di servizi di formazione, ambiente, sicurezza, amministrazione del personale e che vuole contribuire alla riduzione dei loro costi di gestione tramite consorzi per l’acquisto di energia elettrica e gas. Per rendere il territorio più competitivo, l’Associazione proseguirà infine su due progetti di filiera: uno inerente il “Bio high tech”, settore che nasce dalla sintesi tra biomedicina, biotecnologie e bioinformatica, e l’altro relativo all’industria dell’off-shore».

Argomenti:top 500 trieste

Riproduzione riservata © Il Piccolo