«Confindustria, presidenza a Trieste fra 2 anni»
«La riconferma di Alessandro Calligaris per altri due anni al vertice della Confindustria regionale può andare bene. Quello che invece non va è la sostituzione, dopo il biennio, con Michelangelo Agrusti di Pordenone. Quella carica spetta a Trieste. Sergio Razeto ha rinunciato, non si vuole presentare? A Trieste ci sono validissimi imprenditori che possono assumere la carica di presidente regionale». La possibile riconferma a tempo di Calligaris grazie a una modifica dello statuto dell’associazione va bene a Federico Pacorini, della Pacorini Group e componente della giunta dell’associazione triestina, che boccia però la successiva ventilata presidenza pordenonese. Confindustria regionale e Confindustria triestina in movimento: il rinnovo delle cariche ha sempre comportato una certa fibrillazione. Questa volta Trieste, o almeno una parte consistente dell’associazione degli industriali, non intende “subire” veti o preclusioni.
«Il discorso è semplice e lo conoscono a tutti i livelli - sottolinea Pacorini -. C’è un accordo, anche se non scritto, che riguarda la turnazione al vertice della Confindustria regionale. Da 30 anni Trieste non esprime un presidente. Ritengo inaccettabile quanto si dice in regione: poichè l’attuale candidato triestino si è ritirato il futuro presidente si cerca altrove. Una giustificazione questa che non regge. Ci sono giovani e meno giovani in gamba, che possono assumere questo incarico e portarlo con onore e lavoro fino alla fine. Senza dubbio Calligaris ha operato bene e lo statuto si può anche modificare perchè il suo governo duri ancora due anni. Ma dopo la presidenza non spetta a Pordenore. Questa posizione Trieste non può e non deve accettarla».
Sempre che Trieste sappia esprimere un presidente... «E perchè no? Anzi. Guardiamo al mio caso personale. Nel lontano 1983 a 37 anni sono stato eletto presidente dell’Assindustria Trieste. Ero giovane e l’esperienza che avevo maturato come imprenditore mi è servita a guidare il nostro sodalizio. Oggi ci sono molti giovani imprenditori, capaci e disponibili, a fare lo stesso percorso. E sarebbe giusto e auspicabile che Trieste non perdesse questa opportunità».
Intanto si parla di fusioni, non solo tra Trieste e Gorizia, con una sede a Monfalcone... «Questo l’ho letto anch’io ma non è così semplice, per quanto riguarda la sede. Si tratta di un discorso più complesso. È chiaro che Trieste e Gorizia hanno intrapreso un percorso che sta dando i suoi frutti. Ma parlare oggi di una sede unica è un po’ prematuro. Anche alla luce di una possibile e fattibile alleanza con Udine. Ne stiamo parlando».
Anche questo non è un aspetto secondario... «Calligaris ad esempio è favorevole a questa proposta - aggiunge Pacorini - e mi auguro che nei prossimi due anni possa agire concretamente verso questo traguardo. Il problema della sede in una situazione così composita, una fusione cioè a tre, è tutta da valutare. Perchè a Trieste, come capoluogo di regione ci sarà la sede di rappresentanza che poi diventerà anche operativa, come d’altronde anche a Udine mentre Gorizia ha un sua stabile. Pensare a un’altra nuova sede a Monfalcone vorrebbe dire aumentare i costi per gli associati e spezzettare troppo l’associazione. Non porterebbe molti vantaggi. Ma questa è una proposta per il futuro che merita la massima considerazione».
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