«Confindustria Fvg: presidenza a Trieste subito, non tra 2 anni»

Pedicchio: la leadership regionale solo dopo il Calligaris-bis è per noi l’alternativa, non la priorità. Kraus: i nomi ci sono

E chi lo dice che, pur dopo il gran rifiuto di Sergio Razeto, in Confindustria Fvg un mandato-bis per Alessandro Calligaris sia già storia scritta? «Dobbiamo lavorare per avere, da subito, un imprenditore triestino al vertice regionale della categoria. Puntare ad averlo fra due anni dev’essere l’alternativa, non la priorità». Il tarlo, nelle teste degli industriali triestini, prova a inocularlo (con la benedizione del Comune, per bocca dell’assessore allo Sviluppo economico Edi Kraus) Vittorio Pedicchio, amministratore delegato di Jotun Italia nonché, soprattutto, vicepresidente vicario dello stesso Razeto a Palazzo Ralli.

Il numero due di Confindustria Trieste, insomma, suona la carica proprio a Trieste, consigliandole di osare, di muoversi già ora, altro che fra due anni, per tentare di prendersi immediatamente la plancia di Confindustria Friuli Venezia Giulia, a prescindere dai venti di proroga speciale - per un biennio appunto, previa mano allo Statuto - all’uscente friulano Calligaris, sospeso di questi tempi anche per il passo indietro di Razeto. Il vice vicario di Confindustria Trieste, dunque, si spinge oltre Federico Pacorini, già presidente degli industriali di casa nostra e oggi membro del Consiglio direttivo a Palazzo Ralli. Il quale Pacorini, a sua volta, si è appena spinto proprio oltre Razeto, reclamando 24 ore prima via stampa la presidenza regionale, almeno nel 2015, dopo il Calligaris-bis, in barba alle voci di corridoio che vorrebbero invece, per quella data, già pronto Michelangelo Agristi. Pordenone, quindi, e non Trieste. «Sia chiaro, non esiste un veto - precisa all’indomani Pacorini - osservo semplicemente che dopo Calligaris, al caso, non devono esistere nemmeno prenotazioni. Non di Pordenone». «Di Trieste, semmai, visto che aspetta da 30 anni», sibila ancora Pacorini, che fa pure un’ulteriore puntualizzazione: «No, non sono in gioco».

«Condivido in pieno - interviene a questo punto Pedicchio, dopo aver letto le dichiarazioni dello stesso Pacorini apparse sul Piccolo di ieri - indubbiamente dopo 30 anni di guida friulana e/o pordenonese il gentlemen's agreement tra territori prevede un presidente regionale di Trieste. Ci sono tanti validi imprenditori e tante valide imprenditrici tali da poter esprimere un candidato forte». Pedicchio, insomma, dice di stare con Pacorini. E mentre lo dice gli scappa, pare, ancor più avanti. «Calligaris - così il vicario di Pedicchio - è un amico. Di lui ho molta stima. Ma la scadenza normale del suo mandato è adesso. Dobbiamo ragionare e lavorare affinché ci sia da subito un imprenditore triestino al vertice regionale di Confindustria. In alternativa, ma solo se ciò non si rivelerà possibile da subito, riparliamone fra due anni».

«Quello di Pedicchio è un concetto valido e giusto», fa eco Edi Kraus, che prima di diventare assessore era membro della giunta di Confindustria Trieste, carica ora congelata a rigor di norme. «La presidenza regionale degli industriali - prosegue Kraus - è una posizione per la quale il territorio triestino è capace di proporre non bandiere per campanile, ma candidati credibili. Calligaris io lo stimo moltissimo, e ha lavorato bene. Ma non è questo il problema. Trieste potrebbe esprimere in quel ruolo anche qualche giovane in grado di fare bene e, al tempo stesso, di rappresentare un segno di slancio, d’incentivazione per un comparto senza dubbio sottodimensionato, al momento».

«Costituiamo un territorio piccolo - chiude l’altra vice di Confindustria Trieste, Michela Cattaruzza, già presidente dei giovani industriali - ma denso di qualità ed eccellenze. Sarebbe dunque corretto che prima o poi la palla passasse a noi». Ma a chi? Eppoi, visto che Razeto e Pacorini non si sentono papabili, largo ai giovani per davvero? «Fare nomi non è bello - ribatte la Cattaruzza - li bruci, ma li abbiamo. Non mi preoccupano, quelli. Trieste ha i nomi, e pure nomi nuovi».

@PierRaub

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