Confindustria Fvg: «Nel terzo trimestre 2013 timidi segnali di ripresa»
I principali indicatori della salute dei settori produttivi regionali fanno intravedere, alla fine del terzo trimestre, «deboli segnali di miglioramento». Il dato emerge dall’indagine congiunturale elaborata da Confindustria Fvg.
«Segnali - precisa Confindustria - contenuti e incerti, tali da non consentire ancora di considerare superata nella nostra regione la situazione di crisi che investe da lungo tempo l’economia del nostro Paese».
I risultati dell’indagine sono caratterizzati dalla prevalenza di segni negativi nei valori degli indicatori congiunturali rispetto al trimestre precedente, e dalla prevalenza di segni positivi in quelli tendenziali rispetto allo stesso trimestre dell’anno scorso, evento che si verifica per la prima volta nel 2013. In particolare, il valore della produzione cala sensibilmente portandosi dal valore positivo (+8,7%) al -3,5%. Anche le vendite scendono, dai precedenti valori positivi, sotto lo zero. In particolare le vendite totali segnano un calo del -1,9% per effetto sia delle vendite Italia, da +7,1% a -4,2%, sia delle vendite estero, da +6,6% a -0,3%.
L’occupazione non presenta, invece, variazioni sensibili e risulta quindi quasi costante da sei mesi fino a tutto settembre, segnale da interpretare positivamente, ma solo - puntualizza Confindustria - se saranno risolti alcuni importanti punti di crisi sul territorio.
A livello tenndenziale annuo la produzione segna un recupero salendo dal -2,5% a +0,3%. Le vendite totali segnano un +2,0% dal -3,7%, dovuto soprattutto alla buona performance delle vendite Italia a +3,5% (-7,3%) e al recupero delle vendite estero che da valori leggermente negativi si portano al +0,9%. In leggera controtendenza i nuovi ordini, negativi e in calo sia nei valori congiunturali (-10,5% da -3,8%) che in quelli tendenziali (-1,9% da -1,6%). Per quanto riguarda le previsioni per il quarto trimestre, nel breve periodo sono per lo più orientate al pessimismo.
Pur risultando prevalenti le aspettative di «stabilità», le previsioni di «diminuzione» superano, in tutti gli indicatori, quelle di «aumento». Le previsioni peggiori sono rivolte alla Domanda Interna e all'Occupazione, dove le aspettative di «diminuzione» sono circa doppie rispetto a quelle di «aumento». La previsione migliore è quella riguardante la Domanda Estera dove le aspettative di «aumento» (27,2%) superano, anche se di poco, quelle di «diminuzione» (24,9%).
«Esaminando il quadro complessivo che emerge dai dati raccolti a fine settembre dalle nostre imprese associate, colgo, in buona sostanza, due segnali importanti e apparentemente contrastanti che merita vengano sottolineati», commenta il neopresidente di Confindustria Fvg, Giuseppe Bono. «Il segnale positivo anche se ancora timido - prosegue Bono - deriva dalla lenta ma costante crescita dei valori tendenziali dei principali indicatori esaminati dall’inizio dell’anno in corso. Valori che nel terzo trimestre sono diventati positivi. Ciò significa che dopo più di due anni di trend decrescente dell’economia regionale la fase di crisi sembra aver toccato il fondo e che, dalla fine del 2012, si è registrata una positiva inversione di tendenza. Bisogna ricordare però, per non lasciar pensare che la crisi sia veramente superata e che non sia più necessario continuare a stringere i denti e a rimboccarsi le maniche, che il 2012 è stato un anno pessimo e che quindi performance di poco migliori nel 2013 vanno bene, sì, ma non sono assolutamente sufficienti ed alcune importanti crisi aziendali lo dimostrano».
Bono coglie quindi «il segnale negativo dalle previsioni sul prossimo futuro che hanno espresso gli imprenditori intervistati, per la maggioranza orientate al pessimismo. La causa di questo atteggiamento, a mio avviso, non può che essere quella della sfiducia verso una situazione politico-amministrativa del Paese che impedisce di affrontare con forza e decisione i problemi reali e concreti della nostra società che sono quelli dello sviluppo e del lavoro». (nostra elaborazione da Ansa)
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