Confindustria Alto Adriatico, Agrusti: “Ridare speranza alle nuove generazioni è la nostra priorità”

TRIESTE Si è tenuta questa mattina, lunedì 27 marzo, al Trieste Convention Center l'assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico con il presidente di Confindustria Carlo Bonomi e il ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti.
Sala molto affollata anche per la presenza di 700 studenti delle scuole cittadine. I lavori sono stati aperti dal presidente di Confindustria Alto Adriatico Michelangelo Agrusti seguito dal sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, dal presidente della Ccia Venezia Giulia Antonio Paoletti, e dal governatore della Regione Massimiliano Fedriga.

“Trieste -ha detto Agrusti-ha conquistato il diritto di essere il capoluogo naturale della regione per i suoi grandi centri di ricerca che serviranno a riempire di competenze il nuovo manifatturiero industriale della regione. La città sta crescendo in modo esponenziale dal punto di vista turistico senza dimenticare le sue radici industriali”.

“Il sistema Alto Adriatico -ha detto Agrusti -ha investito molto nel sistema della formazione professionale, degli istituti tecnici e dei parchi tecnologici. Dobbiamo occuparci di più delle necessità del mondo della scuola e della formazione. Il futuro dell’impresa non può fondarsi solo sulla formazione professionale. Viviamo in una società dove bisogna ridare speranza alle nuove generazioni per risolvere il problema del crollo demografico”.

Per il governo è presente anche il ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani.
Le dichiarazioni di Ciriani
«Il mondo che verrà è molto difficile e complicato, sarà centrale la sfida della tecnologia ma abbiamo le carte per vincerla. Serve un'alleanza tra politica, scuola e lavoro, che è vincente».
«Lo sviluppo ambientale ed ecologico non può diventare uno sviluppo di carattere ideologico. Non possiamo passare da una dipendenza energetica strategica ad altre dipendenze. Ogni riferimento alla filiera dell’automotive è voluto».
Ciriani ha invitato l’imprenditoria a superare i tradizionali «campanilismi» tra Trieste, Udine e Pordenone. Ha evidenziato che «il porto di Trieste è una grandissima opportunità di crescita economica per tutto il Friuli Venezia Giulia, perchè la filiera che parte da Trieste arriva fino ai campi della provincia di Udine e Pordenone. Per Ciriani, dunque, «serve una grande alleanza tra mondo della politica, scuola e lavoro, anche e soprattutto in questa Regione a grande vocazione imprenditoriale che ha saputo vincere le sfide del terremoto e della trasformazione geopolitica con la fine dei confini. Una Regione che si candida a essere modello di capacità di resistere e innovare di fronte alla sfida dell’innovazione tecnologica e digitale».
Le dichiarazioni del ministro Giorgetti
Sono lieto di tornare a Trieste perché, riprendendo le parole del Presidente Agrusti, “questa città incarna la nuova rinascita economica, culturale, industriale e scientifica del Friuli Venezia Giulia”. Qui da Ministro ho presieduto il G20 sulla digitalizzazione nel 2021 e insieme a questo territorio negli scorsi mesi abbiamo lavorato a stretto contatto sia sui dossier che ci hanno dato maggiore soddisfazione - come quelli dell’attrazione degli investimenti esteri, che nel 2022 in questa Regione sono triplicati rispetto alla media storica – sia su quelli più complessi, come la gestione delle crisi industriali.
Oggi nelle mie funzioni di Ministro dell’economia e delle finanze conservo una profonda convinzione: l’Italia è un grande Paese industriale e la sostenibilità dal punto di vista macroeconomico per il nostro Paese poggia primariamente sulla competitività delle sue aree manifatturiere, di cui quelle di Gorizia, Pordenone e Trieste rappresentano un esempio straordinario. L’Italia è forte perché ha una manifattura solida e nelle ultime crisi mondiali – la pandemia e la guerra - abbiamo visto quanto la forza delle filiere industriali sia il primo fattore per l’autonomia strategica e la sicurezza di un Paese. Una considerazione particolarmente rilevante per un’area come Trieste, collocata in un crocevia strategico del sistema commerciale e infrastrutturale europeo.
Gestire con prudenza e realismo i conti pubblici, come è impegnato a fare il Governo, significa allora non solo conservare la credibilità sui mercati, ma soprattutto preservare gli spazi fiscali per sostenere le nostre imprese nella sfida della competitività internazionale.
Per citare un dato, il superbonus, insieme agli altri bonus edilizi, è costato alla finanza pubblica 110 miliardi, ovvero il doppio di quanto gli Stati Uniti hanno investito per gli incentivi del Chips Act, il più grande piano sulla microelettronica di un Paese occidentale. È importante sostenere l’edilizia e continuare a farlo ma nel quadro di una finanza pubblica sostenibile.
Ma un Paese che deve guardare con attenzione ai suoi conti deve scegliere dove investire: il Governo ha deciso di farlo nel sostegno a chi investe e lavora. È questa la linea direttrice in cui si muove la delega fiscale: passare dall’approccio per cui lo Stato può mantenerti anche se non lavori, a premiare, chi si impegna e investe. Un vero e proprio cambio di filosofia, un progetto ambizioso che vuole ristrutturare in modo organico la fiscalità, con l’obiettivo di facilitare la vita a chi fa impresa in Italia e allo stesso tempo attrarre operatori esteri. E il fisco potrà essere una leva utile per tutelare le famiglie numerose. Lo scenario demografico che abbiamo di fronte non può lasciare indifferenti anche chi si occupa di economia, di finanza, di assicurazioni.
Questo intervento sistemico ovviamente si unisce a quelli da adottare nell’immediatezza e che sono funzionali ad accompagnare il sistema produttivo nella fase attuale. Per farlo voglio partire proprio da un inquadramento del contesto in cui ci muoviamo.
Il commercio mondiale rimane debole ma va verso una stabilizzazione grazie al riassorbimento delle tensioni sulle catene globali del valore. Anche la crisi di fiducia verso il sistema finanziario sembra essersi attenuata e in ogni caso in Europa ci sono presidi elevati e pronti ad attivarsi per stabilizzare la situazione.
In questo quadro, in Italia il prezzo del gas continua la sua discesa sotto i 50 euro/megawattora, attenuando la spinta inflattiva e riducendo parzialmente la pressione sulle imprese. Allo stesso tempo, si registra una debolezza della domanda per la riduzione dei redditi reali.
Per questo, nel Consiglio dei Ministri di domani saranno valutati una serie di interventi in materia di energia basati sulla conferma di alcune delle misure in essere, e si sta lavorando per implementare ulteriori modalità dirette a favorire il risparmio energetico.
So quanto questi interventi siano importanti per l’economia del Friuli Venezia Giulia vista la forte specializzazione manifatturiera in comparti energivori, come quello metallurgico. Altre misure sono in cantiere, ma necessitano la definizione del quadro degli interventi connessi al RePowerEu previsto per la fine di aprile.
Nonostante la complessità di questo quadro, il sistema produttivo ha finora mostrato una resilienza formidabile: l’industria ha registrato a partire dal 2021 una performance che ha superato ogni aspettativa, dimostrando non solo la sua forza competitiva ma anche una straordinaria capacità di adattamento. Come la stessa Confindustria ha evidenziato, l’Italia è l’unico grande Paese europeo in cui l’attività industriale ha recuperato e superato di 1,3% i livelli pre-pandemici, a fronte di un gap ancora negativo per Germania, Francia e Spagna.
Una crescita che continua a essere guidata dall’export, che supera ogni anno il suo record: nel 2022 ha realizzato un balzo del 20%, per giunta in coincidenza della crisi geopolitica, energetica e del boom dell’inflazione, superando per la prima volta la soglia dei 600 miliardi.
L’economia del Friuli Venezia Giulia ha avuto un andamento ancora migliore del quadro nazionale, in linea con quello del resto del Nord Est. Nel 2021 il tasso di crescita era ben superiore a quello del PIL nazionale. Nel 2022 - nonostante la forte esposizione verso l’approvvigionamento di materie prime critiche e il rialzo dei prezzi dell’energia - il dato ha tenuto e il tasso di occupazione ha raggiunto i massimi nel terzo trimestre.
Per dare forza a questo andamento, resta cruciale il ruolo degli investimenti pubblici e privati, e proprio per questo l’attuazione del PNRR resta la priorità del Governo. A questo si aggiungeranno le ulteriori misure del Piano Repower EU, articolato su 3 direttrici: a) sostegno agli investimenti delle filiere verdi e per la produzione energetica, anche per cogliere gli spazi aperti dalle nuove regole sugli aiuti di stato del Quadro temporaneo; 2) miglioramento delle infrastrutture energetiche, 3) contrasto alla povertà energetica, anche mediante la riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica.
Mi avvio a concludere da dove ho iniziato. Siamo di fronte a una fase inedita di sfide industriali, geopolitiche e finanziarie. Questo territorio è chiamato a fronteggiarle direttamente; il caso di Warstila e del futuro del settore navalmeccanico ne sono un esempio. Ma queste sfide il Friuli Venezia Giulia ha tutti i punti di forza per vincere: quelli materiali - un sistema industriale solido e diversificato, infrastrutture in espansione, una posizione geografica strategica - ma soprattutto quelli immateriali, ovvero la forte coesione con cui istituzioni, associazioni di categoria, forze sindacali lavorano ogni giorno. Il Governo è al vostro fianco per continuare questo percorso insieme.
Il presidente Agrusti ha radunato un parterre di primo piano con big come l'amministratore delegato di Fincantieri Pierroberto Folgiero e il vicepresidente di British American Tobacco Andrea di Paolo che si confronteranno sul futuro dell'economia triestina con moderatore Sebastiano Barisoni (Radio24).
Le dichiarazioni del presidente Bonomo
«Semplicemente, abbiamo sbagliato», ora «imparate dai nostri errori, commettete i vostri ma con una stella polare: quella di fare un'Italia migliore per i vostri figli». È un passaggio del breve ma sentito intervento di Carlo Bonomi, presidente di Confindustria, rivolto ai giovani studenti presenti alla assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico. «Noi abbiamo una responsabilità pesante nei loro confronti e non dobbiamo pensare che siano destinati a pensare come noi o che facciano come abbiamo fatto noi», ha proseguito citando un pensiero di Madre Teresa di Calcutta.
Se c’è una cosa che tutti noi sappiamo, come imprenditori, è che ogni giorno affrontiamo una sfida e che le cose si possono cambiare, se no non saremmo così bravi a realizzare prodotti che ci inviano in tutto il mondo e che ci hanno consentito di fare un record di export l’anno scorso, oltre 625 miliardi. In un mercato internazionale che si contraeva, noi abbiamo guadagnato quote di mercato». Così il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, all’assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico, a Trieste rivolgendosi a una vasta platea composta per lo più da studenti. «Provate anche voi - ha aggiunto accoratamente - questo stesso impegno e questa stessa voglia che hanno i vostri genitori, gli imprenditori italiani, trasformando la passione in determinazione».
Le dichiarazioni dell'ad di Fincantieri Folgiero
«Fincantieri ha radici ottocentesche nell'industria, vive di un grande passato, ma nessuno oggi ti dà un euro in più perchè hai un passato nobile.. Oggi Fincantieri può essere un laboratorio per il Paese, perchè le catene di fornitura si stanno accorciando di nuovo e il Paese si è accorto della necessità di una sovranità strategica e tecnologica». Lo ha detto l'a.d. Giarroberto Folgiero intervenendo all'assemblea generale di Confindustria Alto Adriatico. Folgiero ha dunque insistito perché «le battaglie non siano di retroguardia, ma di distintività» e, in previsione: «Abbiamo otto cantieri in tutta Italia che devono diventare a prova di futuro».
Ospite speciale Jim Al-Khalili, fisico teorico anglo iracheno in un atteso dialogo con monsignor Rino Fisichella. La conversazione è stata moderata dal direttore del Sole 24 Ore Stefano Tamburini.
Di caro-energia e industria hanno discusso poi Aurelio Regina, delegato per l'Energia Confindustria, il presidente di A2A Marco Patuano, Alberto Clò ex ministro e| direttore rivista Energia con Roberto Gasparetto, amministratore delegato di AcegasApsAmga.
Dopo l'intervento del ministro Giorgetti ha chiuso i lavori Bonomi.
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