Confessione e malore in caserma. Il crollo dell’uxoricida di Aquileia

AQUILEIA Una situazione economica difficile, aggravata dai problemi con il Fisco. E l’ansia di non potercela fare. Va ricercata in questo contesto la scintilla della lite al termine della quale Livio Duca, 66enne di Aquileia, ha impugnato il coltello e ha inferto alla moglie Marinella Maurel, coetanea, un colpo fatale.
Lo ha saputo alla stazione dei carabinieri di Palmanova, davanti al sostituto procuratore Maria Caterina Pace, pronta ad interrogarlo, che sua moglie non era sopravvissuta alla profonda ferita del fendente. Il suo difensore, Irene Lenarduzzi, stava arrivando. «Sono un assassino», ha detto Duca mentre impallidiva, in preda a una crisi cardiaca. Si è reso necessario il trasporto in ospedale, dove ora è piantonato dalla polizia penitenziaria. Era già stata fissata la convalida dell’arresto dinanzi al gip Andrea Odoardo Comez, ma i medici che lo hanno visitato ieri hanno stabilito che per 48 ore c’è il rischio di un nuovo attacco cardiaco, dunque per il momento Duca non sarà sentito e l’udienza potrebbe slittare.
«Per chiarire il movente dell’omicidio – spiega il capo della Procura Antonio De Nicolo – sarà necessario ascoltare le sue dichiarazioni, se deciderà di renderle, ma sulla base delle testimonianze che abbiamo raccolto, in particolare quella del figlio, che non viveva con la coppia né ha assistito ai fatti, ma conosceva i dissapori fra i coniugi, erano i problemi economici ad alimentare le tensioni familiari. L’uomo si sentiva perseguitato dal Fisco. Per sapere in che senso la donna potesse aver interferito negativamente su questa situazione bisognerà attendere l’interrogatorio. Nel frattempo – aggiunge il procuratore – abbiamo posto sotto sequestro l’abitazione e il coltello. Sentiremo altri testimoni, la collega raccoglierà gli atti investigativi prodotti dai carabinieri, ma potrebbe disporne altri».
Quali che siano le origini dei dissidi, mai prima di martedì sera, nella villetta di corso Gramsci 11, si era reso necessario l’intervento delle forze dell’ordine. «La coppia era totalmente sconosciuta – conferma De Nicolo –. I casi di femminicidio registrati in provincia di Udine negli ultimi tempi, quello di Nadia Orlando e questo, che ha coinvolto una coppia non più giovane, non avevano segnali pregressi».
L’accusa contestata è quella di omicidio aggravato dal vincolo coniugale, un reato per il quale gli articoli 575 e 577 del codice penale prevedono l’applicazione della pena dell’ergastolo. E per effetto delle nuove norme introdotte dalla legge 33 del 12 aprile 2019 non sarà possibile per Livio Duca scegliere la via del rito abbreviato sulla base del quale potrebbe avere uno sconto di pena pari a un terzo.
Quando la lite è degenerata, nel tardo pomeriggio, i coniugi erano nella taverna, vicino al garage. Ad un certo punto lui ha afferrato un coltello da caccia (lama di 9 centimetri) e l’ha colpita alla base del collo. Lei, raggiunta da un unico fendente, è riuscita a uscire di casa e si è diretta verso il cancello. Ha percorso pochi metri, gridando più forte che poteva, chiedendo aiuto. Poi le forze le sono venute meno ed è caduta a terra. Alle 18.33 la telefonata al 112: un uomo ha chiesto un’ambulanza per la vicina che si era accasciata in giardino e aveva una ferita sanguinante al collo. I soccorritori si sono precipitati. Quando sono arrivati, Marinella Maurel era in condizioni disperate, tanto che sono iniziate subito le manovre di rianimazione. Il personale sanitario ha fatto ogni tentativo possibile, ma la paziente è andata più volte in arresto cardiocircolatorio. Si era deciso di tentare un intervento chirurgico, ma poco prima dell’inizio dell’operazione, verso le 21, i medici sono stati costretti a constatare il decesso. —
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