Conferenza delle Regioni, Fedriga in pole per il vertice dice no al coprifuoco

Il governatore favorito per succedere, entro fine mese, al democratico Bonaccini «Stop alle palestre? Per ora in Fvg non è un'opzione in discussione» 
Massimiliano Fedriga
Massimiliano Fedriga

TRIESTE Massimiliano Fedriga potrebbe essere presto il nuovo presidente della Conferenza delle Regioni. Il governatore leghista del Friuli Venezia Giulia pare il più accreditato a subentrare al dem Stefano Bonaccini, che guida l’organismo da fine 2015 e attende ora il cambio della guardia. Dopo le ultime elezioni regionali, infatti, l’alleanza composta da Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia amministra 14 regioni e detiene pertanto un’ampia maggioranza nell’ente di coordinamento dei territori.

Il ruolo oggi è di quelli pesanti. Finora la Conferenza è stata per la verità un’istituzione piuttosto oscura, ma ha guadagnato grande visibilità con lo scoppio della pandemia, quando è iniziato un costante confronto (non privo di scintille) tra governo e presidenti delle Regioni, che sono riusciti a imporsi su Roma per accelerare il ritmo delle riaperture dopo la fase acuta e che ora devono gestire il ritorno del Covid-19 sopra i livelli di guardia.

Bisognerà vedere se le voci su Fedriga saranno confermate, ma in questo momento il triestino parrebbe aver superato il governatore della Liguria Giovanni Toti. Difficile d’altronde che, con gli attuali equilibri del centrodestra, la Lega lasci una poltrona che offre visibilità e da cui è possibile andare allo scontro con il governo e con il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia.

Ma perché proprio Fedriga? La prima scelta di Matteo Salvini era caduta su Luca Zaia, che si è sottratto per non finire ingessato in un ruolo istituzionale, perché la ricerca di costanti mediazioni con il governo giallorosso ne depotenzierebbe l’immagine, dopo il consenso personale raccolto alle regionali, con la propria lista civica capace di ottenere il 44,6% contro il 16,9% della Lega.

Fedriga non si sottrarrebbe invece alla chiamata di Salvini, ma ieri a RadioRai 1 si è schermito: «Ci sono tanti governatori che possono ricoprire quel ruolo, non solo della Lega. Penso a Zaia, Cirio». Al di là della pretattica, la candidatura poggia su solide basi: Fedriga è vicinissimo a Salvini, in alto nel gradimento degli elettori del Fvg e del Carroccio, a perfetto agio negli studi televisivi, non soggetto alle critiche piovute sul lombardo Attilio Fontana nel corso della pandemia e conoscitore delle dinamiche politiche della capitale, dove è stato deputato per due mandati e capogruppo della Lega. Fedriga non dispiace poi a Fdi, visti i buoni rapporti che lo legano a Giorgia Meloni.

Al presidente del Fvg viene riconosciuta infine una capacità di mediazione “democristiana”: dato caratteriale di non poco conto per chi, in condizioni complicate e probabilmente per lungo tempo, dovrà assicurare il dialogo con lo Stato su sanità, ordinanze, restrizioni e misure economiche anticrisi. Le relazioni con gli altri governatori sono buone e nel centrosinistra gli si riconosce di non aver mai cercato il muro contro muro con Boccia. A pesare in senso opposto potrebbe essere però la provenienza da una Regione “speciale”, non rappresentativa della maggioranza delle ordinarie.

Nulla è certo, ma sul piano mediatico il governatore ha cominciato a comunicare con uno sguardo rivolto al ruolo in ballo. Fedriga mostra un atteggiamento ecumenico nei confronti dei colleghi impegnati nell’emergenza e pronti anche allo scontro con Roma, come nel caso della chiusura delle scuole decisa dal campano Vincenzo De Luca.

«Criticare è facile dall’esterno – dice Fedriga – ma quando uno ha tanta responsabilità sulle spalle è più difficile. Ho difeso De Luca quando è stato attaccato dal ministro Azzolina. Difendo Fontana sul coprifuoco, perché penso che ognuno metta in campo le misure che ritiene più opportune per il proprio territorio. Per adesso in Fvg i numeri dei contagi «riusciamo a gestirli. Mi auguro di non dover ricorrere a ulteriori restrizioni rispetto alla movida e altro. Allo stato attuale non sono in discussione». Escluso per ora anche lo stop alle palestre: «Non sono attività “superflue” come ho sentito dire, ma danno il pane a molte famiglie»

. Il presidente invita a concentrarsi sulle tensioni sociali: «Dobbiamo riuscire a tenere insieme la protezione sanitaria dei cittadini con una tenuta economica del Paese, altrimenti la mia preoccupazione, invece del coronavirus, sono le proteste e le sommosse nelle piazze».

La nomina potrebbe arrivare entro ottobre. Se toccherà a lui, Fedriga dovrà probabilmente rivedere la sua agenda in Fvg. —
 

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