Confedilizia contro vincoli e morosità «È più conveniente tenere sfitti i negozi»

Del Torre: «Obbligati a stipulare contratti per 12 anni con forti penalizzazioni se si vuole rientrare in possesso del locale»



«Tenere sfitto un negozio non è un atto di sadismo. Semplicemente, in queste condizioni e con mille vincoli, è più conveniente tenere chiuso un vano commerciale piuttosto che cederlo in locazione».

Sembrerebbe una mera provocazione quella di Confedilizia. In realtà, è una denuncia fondata e basata su fatti concreti. È il presidente Carlo del Torre a spiegare il punto di vista della “controparte”, di chi cioé è il proprietario dei beni lasciati sfitti. «Basta additare quali primi responsabili della indubbia crisi del commercio cittadino i proprietari dei negozi capaci, a detta di chi ci attacca, soltanto di chiedere abnormi canoni di locazione anche per pochi metri di negozio! Lascia perplessi constatare come anche soggetti che ricoprono ruoli istituzionali nell’ambito delle categorie produttive si lascino andare a slogan da anni di piombo e non siano in grado di esporre con onestà intellettuale quali siano le vere cause della ritrosia di certi proprietari immobiliari a concedere in locazione i propri immobili».

Del Torre addita, quindi, le cause della “chiusura” dei proprietari. «Nessuno - attacca - ha il coraggio di dire che se un proprietario volesse concedere in locazione un negozio è obbligato a stipulare un contratto che lo vincola per 12 anni, diconsi 12 anni. Nessuno ha il coraggio di ricordare che se il proprietario dopo 12 anni di locazione, volesse rientrare nel possesso del proprio immobile, è tenuto a versare all’inquilino 18 volte l’ultimo canone corrisposto, quasi 2 anni di locazione. E nessuno si premura di sottolineare che su mille euro di canone, oltre la metà va a finire nelle mani della fiscalità, sia statale sia locale, e che ciò che resta al proprietario non riesce nemmeno a coprire le spese straordinarie di manutenzione dell’immobile».

Confedilizia indica, invece, la “sua” rotta per risolvere la questione. «Invece di denigrare i proprietari immobiliari, opinione pubblica e categorie farebbero bene ad adoperarsi per ricordare quelle poche cose positive che finora hanno fatto capolino, ossia la cedolare secca per gli immobili ad uso diverso. Le associazioni dei commercianti avrebbero, poi, un’arma eccezionale per ridare slancio al mercato degli affitti cui tanto tengono: adoperarsi in sede nazionale per modificare quel relitto legislativo che è la attuale normativa sulle locazioni commerciali, togliendo il vincolo di durata che di fatto costringe il proprietario a privarsi dell’immobile per 12 anni e togliendo l’obbligo della corresponsione dell’indennità di avviamento commerciale che deruba il proprietario di 18 mesi di canone. Sarebbe una modifica legislativa a costo zero per le casse dello Stato e consentirebbe l’immissione sul mercato di migliaia di locali con contratti finalmente lasciati alla libera determinazione delle parti e regolamentati dal mercato. I rappresentanti delle categorie economiche coinvolte, unitamente ai parlamentari della provincia, si facciano convinti promotori di una riforma in tal senso della legge nazionale o, quantomeno, siano capaci di scatenare una discussione che vada oltre i confini comunali e che faccia vedere Gorizia come una vera città a vocazione emporiale capace di proporre iniziative concrete, non solo di lamentarsi».

Il presidente di Confedilizia Gorizia del Torre si dice pronto ad accogliere a braccia aperte sin dalle prossime ore «tutte le persone di buona volontà, in primis il presidente di Confcommercio Gorizia, per coinvolgere congiuntamente i rappresentanti istituzionali locali e giungere ad una proposta concreta di modifica delle normative attuali in un’ottica di rilancio del mercato delle locazioni. Non sarà facile, Gorizia non ha certo un ruolo trainante nella politica italiana, ma talvolta succede che Davide sconfigga Golia». —





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