Confcommercio appoggia il ritorno al doppio senso in corso Italia a Gorizia
GORIZIA Il ritorno del doppio senso di circolazione in corso Italia riporta indietro le lancette dell’orologio a quando ci si interrogava su dove sistemare le piste ciclabili. La risposta parrebbe, di per sé, semplice: le sistemiamo sui controviali. Bene. Ma è facile prevedere che non tutti gli esercenti faranno salti di gioia perché si tratterà di andare a ridimensionare le aree destinate a sedie e tavolini all’esterno dei bar con il rischio, magari, di essere colpiti dai manubri delle biciclette di passaggio quando si sorseggerà un buon caffè.
Ecco che allora è importante sentire la posizione di Confcommercio Gorizia, presieduta da Gianluca Madriz. A scanso di equivoci, diciamo subito che l’associazione di categoria sposa il dietrofront del Comune, ovvero lo smantellamento del senso unico per tornare alla doppia corsia, anche se tale “contro-ribaltone” porterà via spazi ai baristi e agli avventori. Madriz parte da lontano. «Quando ci venne proposta l’introduzione del senso unico, chiedemmo venisse fatta una sperimentazione. E questo periodo di prova ha dato i risultati che ha dato. Non nascondo che eravamo fortemente preoccupati per questa rivoluzione e, nel silenzio, avevamo previsto che l’amministrazione comunale sarebbe stata costretta a tornare indietro. Arrivati a questo punto, va bene tornare alla soluzione ex ante: via, dunque, il senso unico con il ritorno delle due corsie, in entrata e in uscita. Questo, soprattutto per il settore commerciale che sta boccheggiando, non è il momento storico per fare prove. Ci vogliono piani strategici, non tentativi. Abbiamo bisogno di certezze».
Già, ma le ciclabili? Dove le mettiamo, visto che quelle realizzate oggi sulla carreggiata dovranno sbaraccare? «In realtà, rispondemmo a questa domanda già un paio di anni fa, grazie a una riflessione con i pubblici esercizi, anche quelli che hanno l’attività esterna. Ritenemmo e riteniamo sia più logico inserire le ciclabili sui controviali, rubando, il meno possibile, spazio ai bar e ai ristoranti. È vero: tale soluzione, non è difficile prevederlo, scontenterà più di qualche collega esercente o ristoratore. Quando diremo loro che avranno un metro in meno di spazio a disposizione non saranno felici, ma dobbiamo essere anche consapevoli che parliamo di spazi pubblici di cui non siamo proprietari».
Madriz propone anche che, nelle nuove ciclopiste, vengano inseriti rallentamenti per le bici. «La ciclabile - rimarca il numero uno di Confcommercio - non deve essere un luogo dove fare le corse. Insomma, dobbiamo adottare il giusto equilibrio, cercando di soddisfare un po’ tutti, anche perché il progetto di rifacimento di corso Italia prevede la presenza delle piste ciclabili. Non possiamo farne a meno, non possiamo cancellarle e prevederle altrove». Si torna, insomma, alla prospettiva Romoli. Il compianto ex sindaco aveva già previsto controviali con ciclabili, sedie e tavolini dei bar e la presenza dei pedoni. «Fu il frutto di un accordo che la nostra associazione siglò con quell’amministrazione comunale. L’intesa nacque dopo lunghi dialoghi e interminabili mediazioni. Sì, realizziamo le ciclabili sui controviali: una a scendere, l’altra a salire».
Madriz allarga, poi, il discorso. «È altrettanto vero che le piste per gli amanti della bicicletta sono comode in centro ma servono soprattutto per collegarlo alla periferia, ai paesi, alle aree di svago. In centro si va già piano, c’è più sicurezza. Non esasperiamo, per favore, il concetto di ciclabile. Sono d’accordo sulla stesura del Biciplan ma chiedo, a monte, una seria riflessione. Da parte di tutti».
Infine, il nodo-parcheggi in centro. «Lavoriamo per realizzarli sia in via Manzoni sia nell’area dell’ex mercato all’ingrosso. Ma studiamo anche, a monte, i flussi di traffico, andando ad individuare in parallelo i flussi commerciali. Per una volta, lasciamo da parte gli interventi spot e iniziamo a pianificare, con una visione del futuro. A chiedercelo sono i cittadini con la Capitale della cultura 2025 che è, ormai, dietro l’amgolo».
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