Condannato per droga: il sindaco di Scutari costretto a dimettersi

Secondo una legge speciale del 2015, chi ha subito condanne non può gestire la cosa pubblica in Albania e deve comunque rivelare di aver la fedina penale macchiata prima di scendere in politica

Un duro colpo, soprattutto d’immagine ma non solo, che rischia di avere ripercussioni non indifferenti sul lungo periodo, in un Paese già politicamente instabile. È l’indiretta mazzata subita dal premier albanese Edi Rama, da mesi nel mirino di proteste – spesso violente – da parte dell’opposizione raccolta attorno al Partito democratica (centrodestra), che accusa il suo governo anche di collusione o quantomeno di inazione contro il crimine organizzato. Colpo che è stato inferto proprio dal Pd albanese, che nei giorni scorsi ha reso pubblici documenti ufficiali delle autorità italiane che rivelano lunghe ombre sul passato del giovane neo-sindaco di Scutari, Valdrin Pjetri.

Pjetri che non è una figura secondaria, in Albania. Vicinissimo allo stesso Rama, il sindaco è stato eletto alle controverse elezioni del 30 giugno scorso, boicottate dall’opposizione e stravinte – anche perché senza sfidanti – dai socialisti. Tra questi, lo stesso Pjetri, che riuscì a conquistare una città storicamente feudo della destra e profondamente anti-comunista, consegnandola nelle mani del partito del premier. Ma Pjetri non avrebbe mai potuto candidarsi per l’importante scranno. Come hanno svelato i democratici, fornendo i documenti originali, Pjetri, nel lontano 2003, quando aveva solo vent’anni, venne infatti arrestato in flagrante a Firenze dalla polizia per fatti minori di droga e condannato per direttissima dalla magistratura italiana, a conferma di voci che circolavano da tempo. Secondo una legge speciale del 2015, chi ha subito condanne non può gestire la cosa pubblica in Albania e deve comunque rivelare di aver la fedina penale macchiata prima di scendere in politica. Si tratta di un «linciaggio» sulla base di «eventi del tutto banali, tra amici e studenti» e «non ero colpevole», ha assicurato Pjetri, costretto tuttavia a dimettersi.

«Nascondere quanto successo è intollerabile», ha sbottato il suo ex patron, Rama. A gioire, il leader di centrodestra, Lulzim Basha. «Un criminale in meno in politica e un usurpatore in meno nell’amministrazione locale», ha detto Basha. Aggiungendo - la promessa-minaccia - che «nulla cambia finché non rimuoveremo Edi Rama, il capo del crimine politico». —


 

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