Condannati per “movida” i due gestori del Paganini

I titolari del locale Luca Bellini ed Enrico Esposito devono pagare 200 euro a testa La difesa sta valutando il ricorso. «Altrimenti si crea un precedente per la città»
Di Gianpaolo Sarti
Lasorte Trieste 02/02/14 - Bar Paganini
Lasorte Trieste 02/02/14 - Bar Paganini

Alla fine costa 200 euro a testa la movida “spericolata” dei titolari del bar Paganini, il locale che si trova a lato della Chiesa di Sant’Antonio, sotto la casa delle suore della parrocchia. Luca Bellini ed Enrico Esposito, erano finiti in mezzo alle lamentele dei residenti per poi essere accusati di disturbo della quiete pubblica in relazione ad alcuni episodi segnalati a fine 2012.

Ieri la condanna, avvenuta con rito abbreviato, che comporterà l’ammenda a carico dei due amministratori.

Si era subito tirato fuori dal processo invece Marco Bellini, il disc jockey delle serate finite sotto l’occhio, o l’orecchio, del pm Antonio Miggiani: dietro al pagamento di un’analoga cifra (era stato ammesso all’oblazione), il dj aveva potuto chiudere più rapidamente la vicenda estinguendo, di fatto, il reato. L'avvocato Antonio Santoro, legale di fiducia dei tre, aveva richiesto l'oblazione per tutti, ma per i due gestori della società si era scontrato con il fermo no del pm.

Luca Bellini ed Enrico Esposito erano infatti ritenuti responsabili di ulteriori episodi emersi da precise segnalazioni, al di là di due fatti in particolare riportati espressamente nel decreto di citazione.

La difesa, dal canto suo, si era subito battuta per l’assoluzione provando a giocare una carta, vale a dire quella dell’inesistenza di eventuali rilievi “fonometrici” delle “immissioni sonore”da misurare all’interno del bar. Dunque una perizia ad hoc, a supporto delle tesi dell’accusa che poggiava esclusivamente sulle constatazioni degli abitanti della zona o, ancora, dei rilievi della Polizia municipale intervenuti all’epoca.

Niente da fare: per i titolari del Paganini la condanna “per movida” è comunque arrivata. «Il reato di molestie sussiste quando qualcuno disturba il riposo altrui - osserva l’avvocato Santoro - ma io ritengo che una sorta di tollerabilità debba essere considerata visto che il rumore arrivava da dentro, vale a dire da un esercizio commerciale che si trova nel centro città e non di certo nelle vicinanze di un cimitero. Credo - insiste il legale - che la tolleranza deve essere davvero presa in considerazione in questo caso, analogamente a quanto avviene per un rumore che proviene da una fabbrica, ad esempio. Lo stesso discorso dovrebbe venire applicato a un locale pubblico. Pensiamo a realtà come Rimini: lì che dovrebbero fare, chiudere tutti i bar?».

La condanna si è quindi fondata sulla «percezione» degli inquilini dei palazzi circostanti e sulle loro testimonianze e questo potrebbe diventare, con molta probabilità, motivo di appello. «Perché - puntualizza l’avvocato - mancano effettivamente degli elementi scientifici».

Il caso, insomma, potrebbe presto riaprirsi «anche per evitare un precedente in città», sostiene ancora Santoro.

Per il dj Marco Bellini, che ha tempo di versare la cifra di 200 euro entro il 25 giugno (155 euro più le spese processuali) è prevista ancora un’udienza formale chiamata a verificare l’avvenuto pagamento. A quel punto per lui sarà emessa una sentenza «di non luogo a procedere» per «estinzione del reato».

Nell’ambito del processo nessuno dei residenti si è costituito parte civile e non ha richiesto risarcimento danni. Non di fronte al cimitero.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo