Condannati i rapinatori di via delle Torri
TRIESTE Il bavero della giacca alzato, gli occhiali scuri e qualche parola minacciosa mostrando i pugni: «Caccia i soldi...». Era bastato questo al ventunenne Thomas Gerzeli e al ventiduenne Leonard Ahmeti, entrambi nati a Trieste, per mettere a segno la rapina notturna della scorsa estate in via delle Torri ai danni di un passante, un trentenne che stava rincasando.
Adesso, a distanza di qualche mese, è arrivato il conto della giustizia. E pesante: il giudice Luigi Dainotti ha condannato sia Gerzeli che Ahmeti a tre anni e quattro mesi di reclusione con il rito abbreviato, oltre a 800 euro di multa ciascuno. I due, difesi nel processo dall’avvocato Paolo Codiglia, hanno comunque potuto beneficiare dell’attenuante del danno risarcito.
La rapina aveva avuto una certa eco sulla stampa perché era stata la stessa vittima a far arrestare i malviventi in fuga.
Era la notte del 22 agosto. Il trentenne, dipendente di un albergo del centro, aveva appena finito di lavorare. Stava tranquillamente ritornando a casa quando all’improvviso si era trovato davanti la coppia di malintenzionati.
Thomas Gerzeli e Leonard Ahmeti lo avevano pedinato fino in via delle Torri. E al momento buono, quando non c’era nessuno in giro, avevano colpito.
«Mi hanno intimato di consegnare tutto il denaro che avevo con me in quel momento...», aveva riferito il trentenne raccontando l’episodio.
«Caccia subito i soldi», si era sentito dire da Gerzeli, mentre Ahmeti tentava di nascondersi la faccia dietro al bavero della giacca. La vittima, colta di sorpresa, inizialmente aveva temporeggiato. Ma i due facevano sul serio: mostravano i pugni fissandolo negli occhi. E la strada, a quell’ora della notte, era deserta.
Il trentenne a quel punto aveva estratto dal portafoglio le banconote consegnandole ai rapinatori. Ma Gerzeli e Ahmeti pretendevano pure le monetine che il malcapitato teneva nel borsello.
Ottenuto ciò che volevano, i due si erano poi dileguati nelle vie del centro cercando di non farsi notare.
Ma la vittima non aveva perso tempo. Superato lo choc iniziale aveva immediatamente chiamato la Polizia usando il proprio smartphone. «Venite, presto, li vedo ancora...». Restando in contatto telefonico con la Sala operativa della Questura, si era poi messo a seguire i giovani rapinatori cercando di non perderli d’occhio. Non era stato quindi difficile per gli agenti raggiungere e acciuffare la coppia.
Dopo gli accertamenti del caso i due erano stati arrestati e portati in carcere al Coroneo.
Come appurato dagli inquirenti, sia Gerzeli che Ahmeti non erano facce nuove alle forze dell’ordine: entrambi avevano alle spalle altri precedenti di polizia. —
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