Concorsi truccati all'università di Catania. Sospesi rettore e 9 docenti. A Trieste indagata una professoressa della Sissa
TRIESTE Il rettore dell'Università di Catania, Francesco Basile, e altri nove docenti con posizioni apicali all'interno dei dipartimenti dell'ateneo etneo sono stati sospesi dai pubblici uffici con un provvedimento interdittivo emesso dal gip del Tribunale nell'ambito di una inchiesta della Procura siciliana che indaga sulle ipotesi di associazione a delinquere, corruzione, turbativa d'asta e altri reati.
Al centro dell'indagine c’erano assegni, borse di studio e dottorati di ricerca, ma anche assunzione di personale tecnico-amministrativo, composizione degli organi statutari dell’Ateneo siciliano, assunzione e progressioni in carriera dei docenti universitari.
Gli indagati sono complessivamente 66, tra cui 40 professori di diverse università italiane. Nell'elenco compare anche la Sissa (Scuola superiore di studi avanzati) di Trieste: nei guai, infatti, è finita la neurobiologa Laura Ballerini, docente dell'università post doc di via Bonomea. Non c'entra, invece, come rilanciato dalle agenzie nazionali per tutto il giorno, l'Università di Trieste.
Non è ancora chiaro quale sarebbe il reato contestato alla professoressa triestina: maggiori informazioni si potranno avere soltanto nei prossimi giorni. La prima ipotesi è che Laura Ballerini abbia partecipato a una commissione incaricata di assegnare posti all'università di Catania.
Gli altri professori provengono dalle università di Bologna, Cagliari, Catania, Catanzaro, Chieti-Pescara, Firenze, Messina, Milano, Napoli, Padova, Roma, Venezia e Verona.
L'operazione eseguita dalla Digos è stata denominata "Università bandita". Le indagini coordinate dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro sono partite nel giugno 2016 e hanno svelato l’esistenza di un’associazione a delinquere, con a capo il rettore Basile, e di cui era promotore il suo predecessore Pignataro, finalizzata a commettere un numero indeterminato di reati per alterare il naturale esito dei bandi di concorso: dal conferimento degli assegni, delle borse e dei dottorati di ricerca all’assunzione del personale tecnico-amministrativo; dalla la composizione degli organi statutari dell’Ateneo etneo (consiglio d’amministrazione, nucleo di valutazione, collegio di disciplina) fino all’assunzione e la progressione in carriera dei docenti universitari.
Su questo ultimo punto la corruzione non riguardava solo l’Università di Catania ma si estendeva ad altri atenei italiani, i cui docenti, nel momento in cui venivano selezionati per fare parte delle commissioni esaminatrici, si preoccupavano di "non interferire" sulla scelta del futuro vincitore compiuta preventivamente favorendo il candidato interno che risultava prevalere anche nei casi in cui non fosse meritevole.
In totale, sono risultati truccati 27 concorsi: 17 per professore ordinario, 4 per professore associato e 6 per ricercatore. Al momento sono al vaglio degli investigatori ulteriori 97 procedure concorsuali. Lo stesso il ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca ha immediatamente avviato una verifica sull’eventuale presenza all’interno delle commissioni di abilitazione scientifica nazionale - o in qualsiasi altro tipo di collaborazione istituzionale con il Miur - di docenti universitari coinvolti nel procedimento penale.
Ritornando al coinvolgimento di Laura Ballerini, in serata arriva una nota a firma di Stefano Ruffo, rettore della Sissa di Trieste: «Non ho notizie dalla docente indagata né conosco il motivo per cui è indagata. Da quello che desumo dalle notizie di stampa posso presumere che la docente indagata abbia fatto parte di una commissione di un concorso bandito dall'Università di Catania. Preciso che la Sissa come Istituzione non è coinvolta in concorsi che si svolgono in altri atenei».
«I docenti sono tenuti a far parte delle commissioni. A maggior ragione le donne, per questioni legate all'equilibrio di genere - prosegue Ruffo - Io come Rettore posso solo autorizzare i miei docenti a far parte di commissioni e sono tenuto a farlo se non esistono motivi che ostino. I commissari vengono nominati quando il bando è chiuso, quindi i candidati al concorso hanno già fatto domanda. Dunque i commissari svolgono il loro lavoro sulla base di criteri che hanno fissato in precedenza», conclude Ruffo.
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