Concluso il dragaggio del canale Est Ovest a Monfalcone: «Ora un protocollo per evitare ritardi»
MONFALCONE Questa volta nessun annuncio, ce ne sono stati troppi, lo scavo è già fatto e la notizia arriva a opera conclusa. Eseguiti, finalmente, i dragaggi del Canale Est Ovest insabbiato nel tratto finale che metteva a rischio l’uscita delle barche a vela che con la bassa marea si incagliavano. Una notizia che vale il doppio anche perchè arriva alla vigilia della Barcolana e permetterà, ai tanti iscritti monfalconesi che vogliono partecipare di uscire e rientrare in totale sicurezza dal canale senza dover studiare le tabelle di marea. Grande sollievo anche per cantieri, marina e rimessaggi del Polo nautico del Lisert che ora avranno una profondità medio mare, garantita, di circa tre metri.
Un risultato ottenuto grazie alla collaborazione tra il Comune di Monfalcone, la Regione, il Consorzio per lo sviluppo economico e la Capitaneria fa osservare una nota dello stesso Comune. Un’ opera strategica per lo sviluppo economico e turistico. Sono stati mesi di grandi trattative e rimpalli per realizzare il dragaggio che presenta numerosi aspetti delicati sul fronte ambientale (si tratta di fanghi), sul progetto c’erano gli occhi puntati di Procura e Capitaneria, si è dovuto venire a capo di un’istruttoria che per i dragaggi sta diventando sempre più insostenibile. Il dragaggio doveva essere fatto già lo scorso anno prima della Barcolana, ma c’erano troppe difficoltà ambientali (e dire che negli anni scorsi le varie manutenzioni erano state possibili senza problemi) e perplessità da parte della Capitaneria. I lavori ora sono stati fatti. Ma il sindaco Anna Cisint insiste e mette le mani avanti: bisogna arrivare a un protocollo per evitare di imbattersi nuovamente in lungaggini e complicazioni burocratiche per l’esecuzione di interventi determinanti per garantire l’accesso al polo nautico. I lavori, eseguiti da un’impresa di Chioggia, la Zeta, ha portato la profondità del canale a tre metri, movimentando circa 2 mila e 300 metri cubi di materiale.
«Sul canale est-ovest gravita il distretto della nautica che, assieme al Consorzio per lo sviluppo economico, stiamo valorizzando nella dimensione di una diversificazione produttiva qualificata - ricorda il sindaco - oltre ai posti barca dei diportisti, c’è una rete di imprese e cantieri che fa lavorare oltre 1500 addetti, compreso l’indotto, con realtà che hanno in programma importanti investimenti. Garantire l’agibilità di questo accesso è fondamentale dal punto di vista economico e turistico, quindi è necessario che si arrivi a un protocollo continuativo per mettere le aziende della nautica nelle condizioni di lavorare. Ringrazio quindi la Regione, il Consorzio, la Capitaneria e tutti quelli che hanno collaborato» rimarca Cisint che ritiene «sia opportuno ragionare anche su un approfondimento per Montecarlo Yachts, tra le eccellenze produttive a Monfalcone, che si trovata costretta a trasferire un’imbarcazione di 24 metri di lunghezza e 35 di altezza dallo stabilimento al Porto via terra».
Sulla necessità di un protocollo per procedere alla manutenzione ordinaria del canale è concorde anche Renato Russo, presidente del Consorzio: «È stata un’operazione complessa anche per le caratteristiche del punto in cui è stata realizzata, essendo una zona di confine tra le acque di scorrimento del Timavo e il mare e tra le aree di competenza della Capitaneria di Trieste e quella di Monfalcone. Determinante è stata perciò la concertazione con Arpa, Regione, prefettura e Capitaneria per trovare una soluzione. Trattandosi di un’opera pubblica fatta per il bene della comunità, ricordando l’importante indotto sul fronte della nautica e dei diportisti, questa esperienza dovrebbe servire a creare un protocollo per la manutenzione ordinaria del canale». —
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