Concessioni sul litorale per 90 anni? Solo consensi
D’accordo sia il presidente della Git de Grassi, sia gli operatori Lauto e Brizio. «La garanzia di poter lavorare così a lungo agevolerà investimenti e iniziative»
GRADO “Benedetta” una nuova legge che consenta agli attuali concessionari di stabilimenti balneari di avere la garanzia di poter continuare per 90 anni l’attività, come vuole il ministro Tremonti. Prima di esprimere un’opinione precisa è però necessario leggere attentamente i contenuti ed eventuali regolamenti. Senza contare la necessità di attendere il parere dell’Ue. C’è poi la questione dei canoni demaniali. Ma la questione viene posta in secondo piano rispetto alla garanzia di poter lavorare in tranquillità. Non solo. Nel Friuli Venezia Giulia la competenza primaria spetta alla Regione e sarà da valutare quindi se l’applicazione sarà totale o parziale. Interessante quindi anche l’opinione sul problema del presidente della Git, in cui le quote della regione sono in maggioranza, Marino de Grassi. «La legge non è ancora chiara – afferma de Grassi. Le notizie sinora non sono sufficienti per fare precise valutazioni, quantomeno su alcuni aspetti». Ma è chiaro, e lo afferma lo stesso De Grassi, che alla Git una soluzione del genere va bene. In quanto al canone, rispetto agli altri stabilimenti privati, la Git non sembra avere problemi: già ora paga quanto dovrebbe essere previsto dalla nuova legge. Il riferimento è per ben 177mila euro annui per la sola concessione demaniale dell’arenile. Sembra invece che il nuovo canone possa avere maggiore incidenza per gli altri stabilimenti.
«Faremo sacrifici – afferma Marco Lauto dello stabilimento Tivoli in Costa Azzurra - ma avere la garanzia di poter lavorare per lungo tempo ci consentirebbe di sviluppare diverse iniziative e investimenti che oggi impensabili, senza certezza alcuna». Dunque anche i privati concordi su questa nuova opportunità? «È da tanto che auspichiamo una assicurazione del genere. Oggi come oggi, la concessione ci può essere tolta di anno in anno. Vuoi mettere la tranquillità di poter lavorare?». Concorde in pieno anche Mauro Brizio dello stabilimento Airone di Grado Pineta. «Sono d’accordo sulla legge. È l’unico modo per poter investire ed edificare avendo poi il tempo per poter ammortizzare. Forse 90 anni sono anche troppi ma almeno i 30 anni previsti peraltro dalla normativa fiscale sicuramente andrebbero applicati. Qui abbiamo costruito sul demanio – prosegue Brizio – e rischiamo di perdere tutto senza recuperare l’investimento fatto». Quanto ai canoni il titolare dell’Airone afferma «che quelli attuali sono già stati decuplicati rispetto al 2007. Non credo che possano essere ulteriormente elevati». Ma Brizio pone un’altra considerazione: con l’attuale canone, circa 20mila, che paga l’Airone si è titolari del pezzo di area demaniale per l’intero anno. «Ma non possiamo lavorare al di fuori del periodo da aprile-Pasqua al 30 settembre. È un’incongruenza dato che d’inverno potremo convertire qualche struttura».
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