Concerto dei tre Presidenti: Trieste prepara il bis 15 anni dopo

Interlocuzioni per replicare l’evento che il 13 luglio 2010 segnò la pacificazione delle memorie. Il sindaco Dipiazza: «Stiamo lavorando. Inviteremo anche l’Austria con Italia, Slovenia e Croazia»

Francesco Codagnone
Il concerto diretto da Riccardo Muti in piazza Unità davanti ai tre presidenti
Il concerto diretto da Riccardo Muti in piazza Unità davanti ai tre presidenti

Il fuori programma sul palco, i malintesi e le assenze sciolte nelle lacrime di chi invece c’era, quel grido di dissenso rimasto però isolato nel pubblico di oltre diecimila persone fianco a fianco in piazza Unità. L’ultima sinfonia delle “Vie dell’amicizia” di Riccardo Muti aveva consegnato il 13 luglio 2010 alla storia per quell’indimenticabile concerto capace di riunire per la prima volta i tre Presidenti Giorgio Napolitano, Danilo Türk e Ivo Josipović, ponendo una pietra angolare nel lungo percorso di pacificazione tra Italia, Slovenia e Croazia.

A distanza di quindici anni da quella data, a sorpresa e nel più assoluto riserbo, nelle ultime ore – può anticipare il Piccolo – si è messa in moto la macchina organizzativa che intende di riproporre quello storico concerto la prossima estate, nello stesso giorno e sullo stesso palco.

«Riporteremo qui i Presidenti di Italia, Slovenia e Croazia e, questa volta, anche dell’Austria: siamo a lavoro», conferma il sindaco Roberto Dipiazza. I dettagli sono ancora tutti in divenire, ma su due aspetti circola più di un’indiscrezione: la data, che si vorrebbe fissare simbolicamente proprio al 13 luglio, e il direttore d’orchestra, che dovrebbe vedere – secondo le prime indiscrezioni – l’atteso ritorno in piazza Unità del maestro Muti. «Sarà un momento storico: metteremo un’altra pietra sulle ferite del Novecento e daremo un segnale di pace a tutta l’Europa», questo l’intento di Dipiazza.

Le prime telefonate sono già partite, le altre partiranno da domani in poi, quando il sindaco contatterà il Quirinale per invitare ufficialmente Sergio Mattarella, quindi Zagabria e Vienna per coinvolgere nell’evento il croato Zoran Milanović e l’austriaco Alexander Van der Bellen. Le interlocuzioni per blindare la presenza della Presidente slovena sarebbero in stato più avanzato: a quanto trapela dal dietro le quinte, l’ambasciatore sloveno in Italia avrebbe già sondato la disponibilità di Nataša Pirc Musar.

Già informati i principali esponenti del centrodestra locale, a partire dal governatore Massimiliano Fedriga, il capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale Claudio Giacomelli e la collega deputata Nicole Matteoni, per Forza Italia la sottosegretaria al Mef Sandra Savino, e l’assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi. «Tutti hanno dato parere favorevole all’organizzazione dell’evento», afferma Dipiazza. Un passaggio politico non da poco, considerati i malintesi e le divisioni che quindici anni fa segnarono la prima edizione del concerto, disertato da una parte importante del centrodestra triestino. «I tempi sono cambiati», dice Dipiazza.

Il sindaco conferma poi di numerose riunioni e chiamate intrattenute nei giorni scorsi con Marco Manin, regista televisivo già autore del documentario sul concerto “Le vie dell’amicizia” del 2010, ora impegnato nell’organizzazione del nuovo concerto. Nessuna conferma ufficiale su chi dirigerà l’orchestra ma, come anticipato, tutto porta a pensare al ritorno di Muti, che già due anni fa si era detto disponibile a ripetere l’iniziativa.

«Il maestro Muti è molto legato a Trieste e indubbiamente rivivere il concerto in una delle più belle piazze d’Europa sarà un evento storico», si limita a commentare Manin, peraltro già autore e regista nell’ultimo concerto di Muti in regione, andato in scena nella Basilica Patriarcale di Aquileia il 14 giugno scorso.

Tra le date vagliate per il grande evento c’è anzitutto quella di domenica 13 luglio, considerato il suo valore simbolico. Il 13 luglio 1920 il Narodni Dom fu dato alle fiamme, il 13 luglio del 2010 quelle e altre ferite furono rimarginate con il primo concerto dei tre Presidenti in piazza Unità. Il 13 luglio 2020 Sergio Mattarella e Borut Pahor si strinsero la mano davanti al Monumento della foiba di Basovizza, avviando poi la restituzione del Narodni Dom dall’Università alla comunità slovena.

Il 13 luglio del 2025 si avvicina infine in un’Europa per certi aspetti più unita di allora ma ancora divisa, segnata dalle frontiere tornate a chiudersi con la sospensione di Schengen, percorsa da migliaia di migranti, incendiata dalle bombe della guerra in Ucraina, tramortita dallo spostamento degli equilibri internazionali. Se quel primo concerto ebbe il merito di ricucire i rapporti del passato, il prossimo avrà il compito di rafforzarli e rinnovarli in un impegno di pace. —

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